Capitolo 4

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A Louis piaceva programmare le cose. Lo trovava rassicurante. Amava gestire ogni minimo dettaglio della sua vita come se fosse vitale riuscire a conciliare tutto. Amava avere tutto sotto controllo, perché soltanto così riusciva a non sentire la paura di precipitare nel vuoto.

Il bacio a Harry però non era stato per nulla programmato.

A questo pensava mentre saliva la scalinata che divideva il giardino dalla sua villa, con una mano tra i capelli e il cuore che gli batteva forte nella gola.

Come diamine gli era venuto in mente? Come aveva potuto permettere al suo impulso di avere la meglio?

Infilò le chiavi nella serratura e dovette provare più volte per trovare il verso giusto. Era nella merda fino al collo.

Non aveva voluto vedere nessuno quella sera. Aveva vinto il Gran Premio di Monaco e tutti volevano festeggiare con lui, ma non aveva voglia di uscire. Non riusciva a far altro che pensare a quel maledetto bacio, come se non ci fosse stato nessun Gran Premio vinto, come se non avesse appena ottenuto una delle più grandi soddisfazioni di tutta la sua carriera. Era veramente patetico.

S'infilò nella casa silenziosa e buia e, senza neanche accendere la luce, si diresse nella sua camera al piano superiore e si gettò sul letto ancora vestito.

Voleva soltanto chiudere gli occhi e dimenticare quello che aveva fatto.

Non immaginava che, una volta posata la testa sul cuscino, gli sarebbero subito tornati alla mente gli occhi verdi di Harry. Quegli occhi che, per quanto stupiti non avevano smesso un attimo di rassicurarlo con il loro calore. Sentì ancora le labbra morbide dell'altro che, dopo un'iniziale resistenza, si erano arrese al suo bacio. Sentì il calore che aveva provato poco prima propagarsi nuovamente nel suo corpo. Il profumo di Harry era ancora vivido nelle sue narici, come se fosse stato ancora in sua presenza.

Era stato uno sbaglio, Louis lo sapeva. Eppure era stato bello.

Aveva amato sentire le mani di Harry sul suo volto, la pressione del suo corpo sul proprio, il sapore dell'altro che ancora riusciva ad avvertire sulle labbra.

Non era sicuro che, tornando indietro, sarebbe riuscito a non commettere quell'errore fatale. Quella voglia gli era venuta su tutta all'improvviso, inarrestabile e cieca.

Non che non avesse mai avuto voglia di Harry in passato, ma aveva sempre lottato con tutto se stesso per contrastarla.

Vedere quegli occhi infervorati gli aveva fatto partire il cervello. Lo aveva sentito vicino, troppo vicino, e non si era potuto trattenere.

Suo padre non sarebbe stato fiero di lui.

Aveva perso il controllo. Non sapeva come fosse successo, sapeva soltanto che era fregato.

Fu pensando e ripensando a quel momento che, senza sapere come, Louis si addormentò.

***

L'unica persona che conosceva Louis come le proprie tasche era Zayn. Ed era esattamente per quel motivo che evitava di raccontargli troppo quando non voleva affrontare un argomento. Zayn sarebbe stato capace di leggergli dentro anche solo guardandolo negli occhi, lo aveva sempre fatto.

"Insomma, si può sapere che hai oggi?" Zayn si fermò proprio di fronte al ristorante che avevano scelto per la cena di quella sera. "Ieri hai vinto un cazzo di Gran Premio, te ne rendi conto?"

Louis abbozzò un sorriso poco convinto. Alzò il voltò e il suo sguardo si posò istintivamente su un cartellone pubblicitario che sovrastava la strada. C'era Harry che sorrideva con le sue maledette fossette in mostra. Cos'era, una persecuzione? Sbuffò frustrato cercando di non dare a vedere quanto la cosa lo avesse turbato. Harry era stato scelto come testimonial di Yves Saint Laurent in qualità di volto della Formula 1, e la città era tappezzata di quelle maledette foto.

Il punto di cordaWhere stories live. Discover now