Stanotte ho sognato...

Miao?

Stanotte ho sognato di essere in Giappone ed andare in un museo di animatronici molto realistici, era cime un museo delle cere, ma con le statue che si muovevano. Inizialmente ero con i miei genitori, ma poi il sogno è diventato una gita di classe con i compagni delle medie.
Alla fine del percorso ci stiamo svagando in una saletta piena di sedie e tavolini, quando vediamo qualcuno che tenta di rubare una borsa ad una signora, ma viene fermato all'uscita da degli agenti di guardia.
Sempre all'uscita c'è un altoparlante con accanto un robot-giudice incaricato di decidere di cosa fare di questo tizio. Il robot risponde "pena di morte" e i poliziotti sono tipo: "Sì, ecco, magari qualcosa di meno... estremo?". Il robot si offende e si zittisce, gli agenti gli fanno altre domande, ma questo inizia a rispondere in modo strano. Ad un certo punto non mi ricordo cosa dice, ma è una cosa abbastanza inquietante, poi torna a zittirsi e rimaniamo tutti in silenzio. Subito dopo, l'edificio inizia a tremare.
Raccogliamo veloci tutte le nostre cose e corriamo verso la nostra corriera, ma io rimango indietro con V. e veniamo circondate dalla polvere e poi sveniamo.
Ci risvegliamo poco lontane da casa nostra e... siamo dei gatti. Io sono una gatta e V. è un cucciolo. La prendo per la collottola e inizio a camminare verso casa, siamo entrambe molto stanche e non sappiamo cosa è successo. Entriamo in casa mia e siamo da sole, allora decido di scrivere un messaggio ai miei per spiegare loro che adesso sono un gatto.
Nonostante io mi vedessi come un gatto, avevo comunque l'anima da umano e quindi potevo afferrare oggetti con la mia anima, rendendo la scrittura molto più facile. Scrivo il messaggio e decido di cambiare i vestiti al mio spirito, perché erano tutti sporchi di polvere e acqua. In quel momento, però, entrano i miei genitori. Io mi avvicino e loro mi salutano come niente fosse. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto di essere di nuovo umana, così vado subito a buttare via il messaggio sul tavolo. V. è sparita.