~14: Non tornerò a casa con te

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«Eccoti, finalmente, stavo iniziando a credere che mi avresti dato buca» Sasha si avvicina a me allontanandosi dallo sportello della macchina. Indossa un vestito che le arriva fino alle ginocchia, il colore è uguale a quello dei suoi occhi, azzurro come il cielo in primavera.
«E invece eccomi qui, ti sta molto bene questo vestito»
«No mia cara, fidati tu stai benissimo» afferma anche se non ci credo per niente. Indosso un vestito più corto rispetto al suo, la gonna è abbastanza larga ma il corpetto è molto stretto. Non mi sento a mio agio. Non devo pensare a nessuno, solo a me, e stasera sarà un modo per iniziare a farlo. Non per far ingelosire Nathan, ma per iniziare a vivere e festeggiare la mia assunzione.

«Credo sia ora di andare, altrimenti faremo molto tardi» afferma salendo in macchina. La seguo e allaccio la cintura di sicurezza. Sasha mette in moto e dopo poco ci troviamo nella strada affollata della città.
«Dove stiamo andando?»
«In un locale, è lo stesso dove ci siamo conosciuti la prima volta io e Mike. Di solito Mike e Nathan lo frequentano nel fine settimana, Mike oggi è rimasto a casa con Chloe e dato che non è il fine settimana non dovrebbe esserci neanche Nathan, però potremo trovare qualcuno che fa a caso tuo, non credi?» capisco subito che è una domanda retorica, ma il disagio prende il sopravvento. Sapere che lui è già lì mi fa storcere il naso. Non sono mai andata ad una festa, figuriamoci in un locale, andrà male, me lo sento. Sono tentata di dirle che non me la sento più, che voglio tornare a casa, mettere il pigiama e guardare un film. Vorrei farlo, ma non riesco a parlare, come se ad un tratto le corde vocali non funzionassero più.
«Rachel tutto bene? Sembri pallida» domanda la mia amica, vorrei tanto dire la verità, ma sembra proprio che la mia bocca e il mio cervello non siano collegati tra loro, infatti sussurro un «Si, sto bene» quando in realtà non sto affatto bene.

So che posso sembrare esagerata, ma davvero non me la sento, un cambiamento così drastico non potrà mai aiutarmi. Sarebbe stato meglio procedere a gradi, volta per volta, invece di trovarmi in un locale. Davvero strano che questi pensieri invadono la mia mente proprio quando fino a cinque minuti prima pensavo il contrario. Forse è stato il nome di Nathan a farmi cambiare idea.

«Siamo arrivate, puoi scendere» apro lo sportello e dell'aria fresca mi accoglie, come per darmi conforto.
«Forza Rachel andiamo, ci divertiremo moltissimo, tu resta sempre vicino a me» annuisco e mi avvicino alla mia amica. Entriamo nel locale e già mi manca l'esterno. Veniamo accolte da un odore di alcool, sudore e della musica ad un volume troppo elevato, non riesco a vedere neanche molto bene a causa delle luci soffuse e colorate.

«Andiamo a prendere da bere»
«Cosa?» domando, maledetta musica, non riesco a capire nulla. Sasha non mi ripete ciò che aveva detto, anzi mi prende per mano e mi conduce ad un bancone. Per fortuna qui la musica di sente di meno.

«Cosa vuoi da bere?»
«Niente»
«Come niente? Ricorda siamo qui per divertirci, un bicchiere non ti farà male vedrai»
«Davvero Sasha io non voglio» non mi fa neanche terminare la frase che ordina due drink che subito ci vengono serviti. Questa sua intraprendenza non mi porterà a nulla di buono questa sera, me lo sento, sarà una catastrofe.

«Non guardarmi così, so a cosa stai pensando, e non è vero, voglio solo che ti lasci un po' andare, non ho cattive intenzioni Rachel, voglio solo che ti diverta e che sia felice. Per questo non guardarmi così»
«Forse abbiamo esagerato, non saremo dovute venire qui, forse è troppo presto, io non mi sento pronta a tutto questo» i miei occhi cambiano traiettoria e non riesco più a respirare. D'istinto prendo il bicchiere e sorseggio quella strana bevanda sotto lo sguardo confuso della mia amica.

«Rachel perché hai cambiato idea?» domanda.
«Vedi quel ragazzo dietro di te, quello seduto sui divanetti, con la camicia nera?»
«Si lo vedo, e allora?» a questa domanda ingoio quel nodo che ho in gola ma che non ha la minima intenzione di sciogliersi, forse non ha prestato bene attenzione, io invece, d'altro canto, non riesco a spostare lo sguardo da lui.
«È Nathan» affermo continuando a sorseggiare il mio drink. Sasha è senza parole, e lo sono anche io, come può stare qui, mi ha mentito, mi ha sempre mentito, "lavoro fino a tardi Rachel, non aspettarmi alzata" tutte bugie, tutte, dalla prima all'ultima parola. Per un secondo il suo sguardo si distoglie dalla sua compagnia e si accorge della mia presenza, contrae la mascella, ma non fa altro, e come se non mi aveste vista riprende a prestare attenzione ai suoi amici, o quello che credo siano.

«Non lo guardare, pensa solo a te. Adesso che ci penso il nostro piano è iniziato benissimo, involontariamente lui è qui, puoi farlo davvero ingelosire» batte le mani.
«Hai ragione, che ne dici se andiamo a ballare, questo drink ha fatto effetto, voglio ballare» prendo per mano la mia amica e la conduco nella pista, mi faccio spazio tra le persone e quando trovo un posto libero lo occupo. Inizio a ballare, e non mi importa se non sono brava, se mi stia guardando o altro. L'alcool ha fatto il suo dovere e adesso tutta l'ansia, tutti i pensieri sono come svaniti, anche se, sono sicura, domani me ne pentirò.

«Hai mai bevuto Rachel?»
«No mai»
«Sai mi piace di più questa versione di Rachel. Ragazzo in vista, si sta avvicinando» mi giro e davvero trovo un ragazzo, che subito si mette accanto a me, eppure penso di averlo già visto da qualche parte.

«Rachel, ti ricordi di me?» domanda il ragazzo, ma proprio non lo ricordo, non ricordo il suo nome, ma ricordo perfettamente i suoi occhi, quegli occhi che sono sempre rimasti impressi nella mia mente dal giorno del mio matrimonio.
«Non ti ricordi, sono Ryan, ci siamo incontrati al museo»
«Ciao Ryan, che ci fai qui?»
«Volevo ballare con te, in realtà non sapevo neanche frequentassi questo posto» prendo le mani di Ryan e inizio a ballare.

Sasha ci guarda divertita, non se lo aspettava minimamente, e in realtà neanche io, è tutto così strano, come se qualcuno, o meglio qualcosa, avesse preso il sopravvento. Stiamo ballando da troppo tempo, e i miei piedi chiedono pietà.

«Vado a prendere qualcosa, torno subito» i due annuiscono, mentre io cerco di arrivare al bancone. Involontariamente il mio sguardo si sofferma sui divanetti, però li trovo vuoti, sospiro e mi siedo su uno sgabello. Prendo il mio cellulare e penso che l'orario sia completamente sbagliato, le 1:00 a.m. non posso credere che sia così tardi.

«Cosa credi di fare?» quella voce, la sua voce mi fa venire un brivido lungo la schiena e non so per quale assurdo motivo.
«Sono venuta qui per divertirmi» non distolgo lo sguardo dal bancone in legno.
«Ti porto a casa»
«Non voglio tornare a casa, non voglio venire da nessuna parte con te. Mi hai mentito, è così che lavori? Non aspettarmi torno tardi da lavoro, è questo il tuo lavoro? Non mi pare. Io odio le bugie, è la cosa che odio di più, e mi hai mentito. Ti diverti con i tuoi amici e le tue amiche» mi soffermo particolarmente su questa parola «E io invece dovrei tornare a casa, Nathan io sono stanca, di te, delle bugie, di tutto. Ti ho detto del colloquio, mi hai chiesto se sono stata assunta? Non l'hai fatto. Ti sei mai interessato a me? No. Ora pretendi che io venga a casa con te. L'hai detto anche tu, io sono tua moglie solo su un foglio, in realtà non siamo niente, non voglio sapere se mi tradisci, cosa pensi di me o altro. Voglio che tu mi lasci stare. Non torno a casa con te, non penso neanche di tornare a casa. Voglio voltare pagina, e questa pagina non include te.» è come se finalmente mi fossi tolta un peso da dosso. Mi fa male tutto questo, troppo male, anche se dovrei sentirmi l'esatto opposto.

«Rachel aspetta» mi fa voltare verso di lui.
«Nathan lasciami stare, ti prego, prima che io possa dire altre cose che non voglio» mi allontano ancora una volta da lui. Mi avvicino a Ryan e Sasha, ma i miei occhi sono ancora puntati su di lui. Soltanto quando Ryan mi prende per i fianchi, per farmi avvicinare a lui, Nathan distoglie lo sguardo, stringe i pugni e va via. Forse il piano sta davvero funzionando, anche se di finzione dalla mia parte non c'è davvero nulla. Non ho detto quelle cose per farlo ingelosire, l'ho detto perché è la verità. Ma non mi sento meglio, dopo aver detto quelle cose, anzi mi sento peggio di prima. Le mani di Ryan mi danno fastidio, mi allontano da lui e porto Sasha via con me, voglio tornare a casa, anche se probabilmente non dormirò questa notte. 

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