~26: Avevo una sorella

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Apro la porta di casa ormai esausta. Appena uscita dalla casa di mio padre ho camminato per un periodo così lungo che i muscoli delle mie gambe bruciavano, nonostante il dolore non mi sono fermata, ho continuato a camminare senza avere una meta precisa, dovevo metabolizzare ciò che gli avevo detto, che mi aveva detto. Mai sarei diventata come lui, non avrei fatto nulla di simile. Avrei chiarito le ultime cose, avrei messo una pietra sopra al passato e sarei andata finalmente avanti, avrei metabolizzato la morte di mia madre, avrei smesso di avere quegli attacchi di panico e soprattutto non sarei diventata come mio padre.

Chiudo la porta di casa sperando di non fare rumore, è molto tardi non vorrei svegliare Nathan. Accendo la luce e vado in cucina, ho bisogno di un po' d'acqua, prendo la bottiglia dal ripiano e ne verso un po' nel bicchiere. "Ho fatto la cosa giusta" non faccio altro che ripetere fino a quando il bicchiere si è svuotato. "Ho fatto la scelta giusta".

«Si ho fatto la scelta giusta» sussurro, un improvviso capogiro mi costringe ad appoggiarmi alla tavola, aspetto che passi prima di poter andare in camera mia. "Strano" penso "Non mi era mai successo prima" massaggio le tempie. Arrivata all'ingresso spengo la luce. Mi avvicino alle scale pronta a lasciarmi indietro questa giornata. Noto però che una lucina è ancora accesa nel salone, decido di andare a spegnerla.

Nathan è sdraiato sul divano, e quella lucina è il suo cellulare.

«Hey, come mai sei tornata così tardi?» domanda alzandosi dal divano.
«Ho fatto una lunga passeggiata dopo aver chiuso definitivamente con mio padre»
«Come stai? Non credo sia stato molto facile per te avere quella discussione»
«Infatti, non è andata molto bene» mi porto una mano alle tempie.
«Rachel va tutto bene?» domanda seriamente preoccupato dal mio gesto.
«Si Nathan tutto bene» affermo ignorando i puntini neri che offuscano la mia vista «Io vado a dormire, buonanotte Nathan» neanche il tempo di girarmi che la vista diventa completamente nera, le gambe sembrano cedermi, poco dopo un tonfo è l'unico rumore che si sente, il pavimento freddo a contatto con la mia pelle, poi il nulla.

***

Apro di poco gli occhi, la luce mi dà fastidio, li richiudo immediatamente. Provo a riaprirli, ma la luce è ancora lì, nonostante il lieve bruciore agli occhi giro la testa. Mi trovo in camera di Nathan, ma perché sono qui? Cerco di alzare il busto, ma una fitta alla testa me lo impedisce.

«La testa» sussurro. A queste parole intravedo Nathan alzarsi dalla poltrona e avvicinarsi a me.
«Rachel» sussurra poggiando una mano sulla mia guancia «Non immagini quanto mi fossi preoccupato, ho pensato il peggio»
«Perché mi trovo in camera tua?» toglie la mano dalla mia guancia e se la passa tra i capelli corvini spettinandoli.
«Sei svenuta, Rachel, sono andato in panico, non sapevo cosa fare, e ti ho portata in camera mia, probabilmente se non ti fossi svegliata nel giro di altri cinque minuti avrei chiamato l'ambulanza, mi stavo seriamente preoccupando, credo dovremo andare lo stesso all'ospedale»
«Per quanto tempo ho perso i sensi?»
«Dieci minuti» poggio la testa sul cuscino.
«Non mi era mai capitato prima, di svenire intendo»
«Ora come ti senti? Sii sincera per favore»
«Male, mi sento troppo male, sia fisicamente che mentalmente. È successo così tanto, in così poco tempo, vorrei solo un po' di tranquillità ecco» è la prima volta che dico davvero come sto, e questa piccola sincerità finisce di distruggermi. Aprirmi anche un poco mi rende tutto reale, troppo reale da spaventarmi.
«Ti lascio sola allora» ma non è quello che voglio. Sono stata sola per così tanto, non voglio che anche lui mi lasci. Voglio che resti.
«Non farlo» afferro la sua mano lasciando che i miei pensieri diventino reali «Resta, parlami, dimmi qualsiasi cosa» Nathan si fa spazio accanto a me, mi guarda attentamente negli occhi.
«Vorresti ancora sapere come mi sono procurato questa cicatrice?» chiede indicandola. Io annuisco e mi sistemo meglio nel letto, pronta a conoscere un po' della sua vita.

Legata a teWhere stories live. Discover now