102. Lady Narcissa

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Un bel gatto soriano, con un leggero segno bianco attorno agli occhi, si aggirava all'alba nei corridoi della scuola. Si sedette in un angolo del settimo piano, senza miagolare né fare le fusa, vigile come se fosse stato una statua felina. La porta della Stanza delle Necessità si aprì, lasciando uscire, uno dopo l'altro, i ragazzi che vi avevano passato la notte. Il gatto attese, paziente, finché non vide uscire due figure più alte e robuste: il professore di Cura delle Creature Magiche e il suo assistente, giustappunto.

Dopo pochi passi, Charlie Weasley si immobilizzò. Il suo intuito gli aveva subito suggerito chi fosse.

«Buongiorno, Preside.»

Il gatto scomparve per mostrare Minerva McGranitt in tutta la sua altezza. «Buongiorno a voi, permettete due parole?»

Rolf era come pietrificato. Charlie gli mise la mano sulla spalla.

«Certo, Preside. Andiamo nel suo studio?»

«No, Charlie, credo sia meglio fare due passi fuori. Lontano da orecchie indiscrete. Meglio per voi, intendo. Vorrei darvi la possibilità di chiarirmi le idee.»

«Come preferisce. Muoviti, Rolf.»

«Sì, arrivo.»

Uscirono dal castello in silenzio e si diressero al campo di zucche di Hagrid.

«Vedete miei cari, ci sono delle regole nella scuola. E io in qualità di Preside devo farle rispettare. Adesso Charlie, noi ne avevamo già parlato... ma lei, Prof. Scamander...»

«Preside, la prego, io so che ci sono regole e le avrei rispettate. Ci ho provato, con tutte le forze. La prego... Io... »

«Preside, ho fatto lo stesso errore di Rolf... anzi, forse peggiore, se vogliamo. Se vuole licenziarmi, lo capisco. Purché non sia intaccata Daphne. Ma Rolf è stato molto più rispettoso di me, davvero, mi creda.»

«Assodato che avete disatteso le mie aspettative a riguardo, devo supporre che le vostre intenzioni siano serie, altrimenti è per me inspiegabile che abbiate messo a rischio il vostro buon nome e una carriera scolastica appena iniziata.»

«Avrei chiesto a Luna di sposarmi, se avesse già sostenuto i M.A.G.O.»

«Minerva... davvero, lo so che le apparenze sono contro Rolf, ma lui non ha fatto niente. Io sì, è diverso. Me ne assumo tutte le responsabilità.»

«Charlie, ti ringrazio, ma credo che abbiamo esattamente fatto la stessa cosa: innamorarci di una studentessa e lo rifarei mille volte per Luna. E, se deve costarmi il posto, accetterò le conseguenze, ma non se la prenda con lei, per favore.»

«Ma tu non sei inglese! Ti faranno tornare negli Stati Uniti! Non puoi perdere il lavoro!»

Minerva McGranitt alzò gli occhi al cielo. Benedetti figlioli!

«Signori! Devo dire che la vostra condotta non è stata esemplare, ma...»

«Minerva, te lo chiedo come piacere personale, mi conosci da quando sono nato... caccia me, se devi.»

«Non dire fesserie, Charlie, se avessi voluto cacciarti l'avrei fatto mesi fa. Siete stati riservati e dopo la nostra chiacchierata non hai tradito la mia fiducia, ma come ho detto prima il Castello è pieno di orecchie e occhi... Vorrei solo che in quest'ultimo mese, come dire...»

«Oh, Merlino, Minerva... che dobbiamo fare? Faremo tutto quello che riterrai opportuno.»

«Limitate i contatti con le vostre fidanzate a quelli strettamente accademici. Fino ai M.A.G.O.»

«Sì, signora, certo.»

«Parlate oggi stesso con le signorine. E, naturalmente, mi aspetto che ufficializziate la vostra situazione. Altrimenti dovrei supporre di avere inteso male i vostri sentimenti.»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora