Capitolo 19.

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"Caro Steve,
Oggi si è addormentata prima di me. È qui accanto che respira, regolarmente. È girata dall'altra parte, ma il suo corpo tocca il mio, come se non potesse dormire senza sentirmi vicino. Molte volte, quando non riesco a dormire come stasera e, invece di mettermi a scrivere, decido di alzarmi dal materasso, con l'intenzione di andare a fare altre cose, come per esempio una doccia, uno spuntino, oppure una corsetta in giro per la città notturna e deserta, lei si sveglia immediatamente e mi riporta nel letto con sé. E mi costringe ad abbracciarla fino a che non si riaddormenta. E alla fine torno a scriverti su questo mio quadernino delle lettere che probabilmente non leggerai mai, senza lasciare il suo fianco.
In queste notti mi sento felice, Steve. Dico sul serio. Mi sento come se avessi trovato il mio Tutto. Ed è lei. È una sensazione così strana... non so come descriverla. So solo che mi sento completo con lei accanto. Anche se a volte è difficile staccare la mente e non pensare a chi sono, a da dove provengo, a cosa mi hanno fatto e cosa ho fatto io, chi ho ucciso, quello che ho visto... quando c'è lei con me tutto acquisisce un senso. E mi sento bene. Quando mi sveglio dai miei incubi, trovo sempre lei pronta a calmarmi con il suo amore e le sue cure. Forse ne è valsa la pena. Forse ne è veramente valsa la pena, perché alla fine ho incontrato lei.
Quanto sarebbe bello parlarne con te veramente. Quanto sarebbe bello poterti guardare negli occhi e poterti dire:'Mi sono innamorato, amico mio. Non è patetico?' e vederti sorridere, a metà strada tra l'essere impietosito e l'essere felice per la mia sincera felicità.
Mi manchi. Mi manchi tanto.
Buck."

-

Laboratorio di medicina sperimentale, Wakanda, qualche giorno dopo lo scontro tra Capitan America e Iron Man.

-Sei sicuro di farlo? - mi chiede Steve, con uno sguardo di sincera preoccupazione, ma quasi rassegnato alla mia decisione.
-Non posso fidarmi della mia mente. Perciò finché non trovano un modo per togliermi questa roba dalla testa, rifarmi congelare è la cosa migliore. Per tutti quanti - dico, sforzando un piccolo sorriso, cercando di trasmettergli una certa serenità che non ho neanche io. E lui lo sa. Mi conosce fin troppo bene. Ma evita di dire qualsiasi cosa. Questa è stata una mia decisione, dopotutto. E poi, in virtù di quello che è appena successo, credo sia abbastanza d'accordo con me.
-Buck... c'è una cosa della quale voglio parlarti.
Si siede accanto a me, prende un respiro.
-Quando sono entrato nel tuo appartamento a Bucharest... già dando un'occhiata, ho avuto l'impressione che non ci stessi da solo lì dentro. E poi, ho trovato il tuo diario... e ho letto qualche lettera che mi hai scritto in esilio. Me ne vuoi parlare?
Lo guardo. Sforzo un sorriso, di nuovo.
-Chi è lei? - mi chiede, mettendomi un braccio sulle spalle. Sorride.
-Si chiama Maria.
-Vuoi che vada a cercarla?
Silenzio. Lo guardo.
-No. Non avermi accanto probabilmente le permetterà di stare più al sicuro. Ora che l'Hydra non esiste più, non c'è più nessuno che voglia farle del male. E io non voglio essere un pericolo per lei in questo senso. Se non posso controllarmi, non posso assicurarle l'incolumità. Anche se probabilmente sarebbe lei a farmi il culo in uno scontro.
Rido. Anche Steve ride.
-Quindi cosa vuoi che faccia?
-Custodisci questo segreto. Non parlare a nessuno di lei. Lasciala vivere la sua vita, anche se penso continuerà a stare in esilio ancora per un po', finché non troverà il modo di tornare a vivere nel mondo, come fece a Vienna. Si era costruita una parvenza di normalità, sai. È abilissima nelle trasformazioni, nei travestimenti e nell'assumere diverse identità. Così nessuno poteva riconoscerla veramente. Credo che potrebbe farlo ancora una volta.
-Vuoi quindi che la ignori e basta?
Silenzio. Una lacrima mi riga la faccia.
-Se dovesse avere bisogno di qualcuno...
-Non c'è bisogno che tu dica altro. Manterrò le distanze, pur tenendo un occhio su di lei. E in caso di necessità, ci sarò.
Lo abbraccio. In quell'abbraccio c'è tutto quello che questi due vecchi amici possono esprimere.
-Sergente Barnes, siamo pronti - dice una ragazza col camice bianco dietro di noi. Ci stacchiamo dall'abbraccio e mi alzo, andando verso la cella di ibernazione. Prima di entrare, mi fermo, mi giro e guardo Steve.
-Non fare nulla di stupido finché non torno.
-Come potrei? La stupidità te la porti tutta con te.
Sorrido. Entro nella cella. E mi congelano.

-

Natasha sta mangiando la sua scatola di ceci tenendo la testa abbassata, non sollevando lo sguardo neanche per sbaglio. So che è arrabbiata, ma non posso farci niente.
-Volete che vi lasci soli? - commenta, scherzosamente Sam, intendo a mangiare la sua scatola di ceci.
-Figurati, non ci sarebbe niente di cui parlare... - dice Natasha - Steve taglierebbe corto il discorso e finirebbe lì.
-Per poi ricominciare da capo questa lotta del silenzio? Vi prego aiutatemi - dice Sam.
-Dovete parlarne, Steve - commenta Wanda.
-Io non ho niente da dire - dico.
-Visto? Discorso concluso - dice Natasha.
-Cosa vuoi che dica?
-Steve, la compagna del tuo migliore amico è incinta di ormai penso otto mesi, quindi prossima al parto, da sola e probabilmente alla sua ricerca per tutto il paese, senza sapere che lo sta cercando nella nazione sbagliata, nel continente sbagliato! E Barnes probabilmente non sa nulla di tutto questo.
-È incinta da sette mesi e mezzo, Natasha - dico, posando in terra il mio barattolo di ceci, ormai quasi finito. Mi alzo e vado verso di lei, per sedermi accanto. -Secondo te perché ci stiamo spostando in questo modo, seguendo questo percorso? Perché stiamo scegliendo i posti più improbabili per dormire e mangiamo le cose in super offerta prese in stazioni di servizio? Senza magari pensare di andare col nostro jet super accessoriato in un'altra parte del mondo dove sarebbe molto più semplice tentare di avere una nuova vita?
-La stiamo seguendo... vero? - chiede Wanda.
-Sì, la stiamo seguendo - rispondo.
-Cosa? - chiede Natasha.
-Non potevi dircelo subito? Avremmo risparmiato tutte quelle litigate - dice Sam.
-Avevo promesso a Bucky di non parlarne a nessuno.
Silenzio.
-E ora? Che facciamo? - chiede Nastasha.
-Aspettiamo.
-Cosa? - chiede Wanda.
-Il momento in cui avrà bisogno di noi.

-

Ciao a tutti! Questa volta forse pubblico un po' presto, rispetto ai miei standard! Ahahaha! Devo decidere ancora se fare altri capitoli o chiuderla qui (con annessa post-credit scene da pubblicare) e passare alla prossima parte della storia con "La Pienezza del Tutto". Vi farò sapere la prossima settimana! Un bacio 😘
-EggWoman1

Il Vuoto dopo il Tutto. || Bucky BarnesWhere stories live. Discover now