chapter 6

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Jungkook aveva camminato lentamente verso casa sua con Taehyung accanto. Il pittore non aveva più proferito parola, e ogni volta che l'angelo provava di nuovo a toccarlo, lui si scansava con la faccia impaurita. Così, per il resto del tragitto, avevano solo camminato in silenzio fino alla casa del moro.

All'entrata Taehyung si tolse le scarpe e Jungkook lo imitò. Non lo aveva mai fatto veramente, ma stava cercando di non dare nell'occhio, copiando alcune azioni di Taehyung e degli umani in generale. "Vuoi un po' d'acqua?" 

Taehyung era rimasto in piedi al centro del soggiorno e annuì. "Sì g-grazie". Jungkook gli sorrise prima di andare in cucina a riempirgli un bicchiere d'acqua liscia, che poi gli porse. "Siediti pure sul divano." Taehyung tremava ancora e aveva il viso esausto. Si sedette un po' timidamente e con lo sguardo perlustrò la casa.

La prima cosa che gli era saltata all'occhio era che Jungkook non aveva nessuna fotografia, nessun effetto o souvenir personale, niente che personalizzasse quell'ambiente. 

"Ti senti meglio?" L'angelo si era seduto sul divano, mantenendo una debita distanza. "S-sono solo un po' s-stanco." Taehyung appoggiò il bicchiere sul tavolino di vetro che era davanti al divano e Jungkook lo imitò. "Sono le nove di sera e non hai cenato," si alzò sotto lo sguardo ancora spaventato del pittore, "vado a prendere qualcosa da mangiare, tu riposati pure." Jungkook gli sorrise, con uno sguardo dolce e comprensibile, e Taehyung annuì piano.

Rimase da solo a casa sua e si accovacciò meglio sul divano. Quel ragazzo, quell'estraneo, lo aveva salvato. Sentiva una strana connessione con Jungkook, ma non riusciva a capirne il motivo. Nessuno si impegnava così tanto per legare con lui anzi, veramente nessuno voleva mai legare con lui, ma quel tipo sempre sorridente, stava cercando qualsiasi modo per conquistare la sua fiducia, e anche se Taehyung era molto introverso e insicuro, dentro al suo cuore sentiva che Jungkook ce l'avrebbe fatta.

Jungkook appena uscito di casa avvisò Yoongi. Trovò sul cellulare dieci chiamate perse dal suo nuovo amico e Jungkook, senza spiegargli davvero il motivo, si scusò rimandando l'uscita ad un'altra sera.

Si passò le mani sui capelli lunghi e sospirò mentre aspettava la sua ordinazione. Doveva ringraziare Namjoon. Se il suo superiore non si fosse presentato lì e non gli avesse esplicitamente fatto capire che Taehyung era in pericolo non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo. Per quanto si potesse pensare che il gesto del Signore di non dargli la magia fosse stato fatto per cattive intenzioni, Jungkook aveva esattamente compreso che Namjoon voleva solo proteggerlo, e il fatto che fosse sceso sulla terra per dirgli che non poteva fare più nulla per il pittore, era invece un aiuto. Namjoon infatti aveva sperato davvero con tutto il cuore che Jungkook riuscisse a salvarlo senza ricorrere alla magia; non poteva assolutamente dargli alcun potere in quel momento; se lo avesse fatto, quasi sicuramente Jungkook sarebbe finito dritto all'inferno da Lucifero. Gli aveva negato la magia ma lo aveva aiutato facendo capire all'angelo che la vita del piccolo ragazzo era in pericolo.

Jungkook aveva poco meno di tre mesi per portare a termine la sua missione per salire, rimanendo per sempre, in paradiso. Gli angeli che quotidianamente guardavano i successi di Jungkook erano in ansia, e Namjoon sperò che il suo piccolo aiuto non avesse causato problemi nell'animo di Jungkook.

Tornò a casa mezz'ora più tardi. Quando apri la porta si tolse le scarpe, come aveva fatto Taehyung poco prima, e posò la busta con due pizze e del gelato sul tavolo. Taehyung si era addormentato rannicchiato sul divano e Jungkook gli si avvicinò. Aveva gli occhiali sul tavolino e per la prima volta, senza quell'enorme montatura, Jungkook vide davvero i suoi occhi. Erano chiusi sì, ma l'angelo riusciva a vederne i minimi particolari: le ciglia erano lunghe e il taglio dell'occhio era particolare, quasi felino, sembravano gli occhi di una piccola tigre. Jungkook rise e una mano si posò sui capelli castani del pittore. Gli accarezzò la testa ed a quel tocco Taehyung aprì gli occhi quasi subito. "Scusa non volevo svegliarti-" Aveva tenuto un tono di voce basso per non spaventare il pittore, "ho preso due pizze." 

Taehyung lo stava guardando imbarazzato. Aveva sentito la mano di Jungkook nei suoi capelli ed essendo anche senza occhiali si sentì ancora più esposto allo sguardo di quel giovane, ma in quel momento aveva bisogno di una sicurezza e le carezze di Jungkook, anche se per poco tempo, gliel'avevano data.

Mangiarono le pizze in silenzio, o almeno, Taehyung era in silenzio. Jungkook stava raccontando di cose strambe e il pittore non riusciva a starci dietro. "Quindi se vuoi una di queste sere te lo presento!" 

Taehyung si sistemò gli occhiali sul ponte del naso. "Chi? S-scusa non h-ho capito-" Non voleva sembrare scortese ma davvero per lui, Jungkook, parlava troppo. 

"Yoongi!" Lo aveva detto con tale euforia che Taehyung si spaventò un po'. "Anche se è pieno di tatuaggi e sembra sempre così silenzioso sono sicuro che ti piacerà!" 

Taehyung smise di mangiare il gelato alla fragola. "Perché v-vuoi che io lo c-conosca?" Aveva perso il filo del discorso? Perché Jungkook voleva fargli conoscere questo ragazzo?

"Oh ma andiamo, ti ho detto che secondo me è perfetto per te, ti piacerà sicuramente! Come ho detto è abbastanza silenzioso." Taehyung fece una smorfia e si morse il labbro. "Magari sarà la persona che sposerai, non potrai mai saperlo se non vieni." Jungkook alzò le spalle con fare altezzoso mentre Taehyung si strozzò con il gelato. Tossì più volte e i suoi occhi divennero lucidi per lo sforzo. "Oddio stai bene?" Jungkook si avvicinò e gli colpì piano la schiena. Eh già, aveva visto anche video sul primo soccorso. 

"Non t-toccarmi p-per f-favore." 

Jungkook si spostò un po', rimanendo accovacciato vicino a lui, mormorandogli le sue scuse. "Non volevo toccarti ma non sapevo che fare." 

Taehyung si riprese e scosse la testa. "Non è n-niente.." Rimase in silenzio mentre Jungkook lo guardava con occhi grandi. "Perché-, ehm, perché p-prima hai detto che p-potrebbe essere la persona che sì, i-insomma-" Si stava imbarazzando. Le guance erano bollenti e le orecchie erano rosse come pomodori, ma dopotutto quei discorsi lui non li aveva mai fatti. "La p-persona che potrei s-sposare?" 

Jungkook si alzò ma rimase lì vicino a lui. "In che senso?" Taehyung era sicuramente un peperone, ma sembrava che Jungkook non se ne fosse accorto, opppure era veramente bravo a far finta di nulla. 

"Come sai che, ehm-, che m-mi piacciono i m-maschi?"

 Jungkook sbatté un paio di volte le palpebre sotto lo sguardo nervoso di Taehyung. "Oh-" Si grattò il mento e fece lavorare tutte le rotelle che aveva nel cervello. "Io non lo so, non ci ho pensato, cioè-" sembrava stesse ragionando per i fatti suoi e aveva iniziato a camminare avanti e indietro per la cucina, "non pensavo che facesse differenza, cioè è sempre una persona." Gli umani facevano differenza tra uomini e donne? Caspita non lo sapeva, avrebbe dovuto informarsi di più. 

"È okay J-Jungkook." Per la prima volta, Taehyung pronunciò il suo nome con un sorriso imbarazzato, Jungkook sentì la gola secca e deglutì. 

"Quindi a te piacciono i maschi?" L'annuire timido del pittore lo fece sorridere, per fortuna non aveva sprecato tempo e aveva fatto bene a pensare a Yoongi, anche se una piccola parte di lui, nascosta molto in profondità, sentiva uno strano bruciore all'altezza dello stomaco.









Buongiorno! Spero che il capitolo ( anche se corto) vi sia piaciuto! Quanto sono dolci questi due? ♡


-alla prossima @taekookitaly ♡



Revisione a cura di BlueMeri___

╰☆☆ Last Mission╰☆☆Where stories live. Discover now