𝗻𝗼𝘃𝗲

89 22 2
                                    

4 giugno 2016

❝ Caro Iwa-chan 
l'inizio dell'estate è alle porte, il caldo afoso comincia già ad insediarsi tra le mura.
Avendo trascorso molto del mio tempo in Argentina, non rammentavo quanto fosse doloroso osservare quei piccoli petali rosei cadere, volteggiare nella brezza sino a sfiorare il terreno.

Sai Hajime, questa mattina ero poggiato sul davanzale della finestra: scrutando il meraviglioso panorama che solo il Giappone mi sa offrire, la mia mente ha ripercorso assai velocemente uno dei periodi forse più difficili della mia vita; mai quanto questo, ma rammentare quelle sensazioni ha fatto male Iwa-chan, non hai idea di quanto.
Ricordo di quando tu, dopo mesi e mesi di nervosismo, di litigi decidesti di lasciare la tua ragazza: oh, ricordo quanto soffristi, quanto tentasti di reprimere i tuoi sentimenti ancora alquanto vividi. Ma come tutti ben sanno, a volte l'amore sfiorisce; a volte appassisce col tempo; a volte invece, l'amore non è sufficiente.
Fatto sta che tentai vanamente di starti accanto: il liceo era finito Hajime, entrambi avremmo dovuto addentrarci nel nostro futuro, nelle scelte che prima o poi avremmo dovuto compiere.
Tra studi e nervosismi vari, in verità io ero già consapevole che l'opzione da me scelta avrebbe frantumato le vite di entrambi: tentando di inseguire le mie volontà più sincere, sarei andato in Argentina; mi sarei trasferito a chilometri e chilometri di distanza da te, a chilometri e chilometri dall'unica persona che ancora mi faceva dubitare della mia scelta.
Non avevo il coraggio, la sicurezza necessaria per rivelarti tutto ciò.
Tuttavia, prima o poi le cose vengono a galla; prima o poi arriva il momento di rivelarsi, di andare dritti al sodo anche a costo di ferire la persona amata.
Ti rivelai i miei piani, del fatto che volessi trasferirmi praticamente dall'altra parte del mondo. Ovviamente, non la prendesti affatto bene.

Per quanto tentasti di sostenere la mia scelta, le tue iridi chiare palavan da sole, parlavan per te: cercavano in qualsiasi modo quel briciolo di speranza, la speranza immersa nell'improbabilità.
In quei pochi mesi che ci divisero dalla mia partenza, finimmo inevitabilmente per distaccarci un po'; faceva male, faceva disperatamente male sapere che avremmo dovuto vivere una vita senza l'altro, una vita che fino ad allora non avevamo mai vissuto.
La nostra mente, il nostro corpo doleva al solo pensiero.
Mentre i nostri passi andavano a farsi sempre più lontani, il nostro, il mio amore si avvicinava, cresceva.
Cresceva a vista d'occhio.

Oh Iwa-chan, quanto avrei voluto rivelarti il mio amore, rivelare ai tuoi occhi ciò che già da anni avevo compreso di provare.
Quanto avrei voluto chiamarti, fermarti per strada e chiederti di raggiungermi in Argentina, di amarmi quanto il mio cuore amasse già il tuo: compresi che ciò fosse impossibile, che tu non avresti mai potuto abbandonare le tue ambizioni future solo e soltanto per me.
Per quanto egocentrico io possa apparire, non avrei mai voluto ciò, non lo avrei mai sopportato.
E così, lasciando che le ore, i giorni trascorressero alquanto velocemente, arrivó presto la giornata precedente alla mia partenza, al nostro fatidico addio.
I ciliegi sfiorivano, quella nostra per niente attesa estate era ormai alle porte.

In attesa delle altre, riporró questa lettera qua, petalo di carta in questo mare di fiori. ❞ 

tuo, Tooru

❝𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼❞ 𝗂𝗐𝖺𝗈𝗂Onde histórias criam vida. Descubra agora