𝘂𝗻𝗱𝗶𝗰𝗶

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6 giugno 2016

❝ Caro Iwa-chan,
le ore di questi giorni si stanno pian piano trasformando in veloci attimi.
Disteso tra le lenzuola del letto, stavo fissando il soffitto; fin troppo vuoto, il calore di queste coperte non riesce minimamente a compensare il tuo.
Quattro giorni, avanti Tooru, mancano solo quattro giorni.

Le tue dita che scorrono gentili tra i miei capelli, rammento ancora quella paradisiaca sensazione; le tue braccia cinte nel mio busto, i nostri occhi socchiusi nel silenzio tombale.
Niente, nessuno dei due aveva il coraggio di dire niente.
Quella sera, quella notte eravamo finalmente riusciti a far parlare il nostro cuore, a dirci, a rivelarci quanto in tutti quegli anni avessimo sognato di poter stare assieme.
E oh, se solo avessi capito prima che sarebbe stato così semplice.
Il calore delle tue labbra, le tue guance rosee, le tue iridi lucide; inutile dire che il mio cuore palpita veloce ogni qualvolta il tuo volto mi torni alla mente.

Potevo ascoltare il battito del tuo cuore.
Calmo, in pace, gentile; scosso, in tensione, preoccupato al pensiero del nostro addio: io me ne sarei andato dall'altra parte del mondo, lasciando che i nostri cuori fossero consapevoli del loro amore ricambiato.
Presi la tua mano, cercavo di darti conforto, forse di darlo anche un po' a me stesso.
Avrei bramato le tue labbra, i tuoi abbracci, le tue iridi colme di verità nascoste per tutta la vita.
Avrei bramato te, la tua personalità, le tue passioni ed ogni piccola cosa da te detta: mio caro Iwa-chan, che sia una stupidata o un fatto filosofico, detto da te riesce sempre a far impazzire il mio cuore di ciò che viene comunemente chiamato "amore".

Ci ritrovammo là, gli animi pesanti, gli sguardi tristi.
Il mio bagaglio tra le mani, il chiarore che aveva raggiunto il mio volto tra le coperte era adesso posato sui corridoi dell'areoporto.
Ricordo come ti avvicinasti a me, come il palmo della tua mano andó a sfiorare la mia guancia. Il mio volo venne chiamato, coloro che avrebbero preso il mio stesso areo si sarebbero recati fino al mezzo.
Una prima lacrima scese, i nostri volti vicini, le fronti si toccarono; gli occhi chiusi, il respiro pesante, mi ritrovai tra le tue braccia.
Oh Hajime, faceva male.
Faceva male sapere che di lì a poco avrei dovuto vivere senza te per molto tempo, sapere che il nostro amore era reciproco, ucciso dalla distanza.

"Ci vediamo presto." dicesti tu, separando l'abbraccio.
Asciugai le lacrime, tentando di mascherare il rossore; ci guardammo, il volo venne chiamato un'ennesima volta.
Il mio cuore doleva, il nostro cuore doleva: bramavamo la vita che avremmo potuto vivere, se solo ci fossimo dichiarati prima.
Lasciasti un veloce bacio sulle mie labbra; "vai, Tooru." sussurrasti, un'ennesima lacrima si fece spazio tra le tue gote.

E così, Hajime, ci separammo.
Rammento ancora come, a fatica, i miei passi risuanarono lenti per i corridoi. Di come le nostre iridi non furono più graziate dalla vista dell'altro. Di come i miei bagagli vennero sistemati sull'aereo.
Quest'ultimo che corre veloce, che si solleva da terra, che lascia che il mondo attorno a sé diventi un puzzle di case colorate e incastonate a casaccio tra loro.
Una distesa verde sovrastata dal blu, dalle acque che avrebbero separato non solo i nostri continenti, ma anche le nostre vite.

Certo, avevo ancora il tuo numero di telefono.
Avevo ancora tutte le nostre foto, i nostri ricordi, la memoria delle nostre risate; ma non avevo più te.
Le tue mani a smuovere i miei capelli, il tuo sguardo serio, la tua persona.
Non avevo più Iwa-chan al mio fianco, pronto a tirarmi una sberla ogni qualvolta me la fossi meritata.
Avevo appena sperimentato il calore delle tue labbra, e bramavo di provarlo ancora: su quell'aereo non facevo altro che domandarmi, torturarmi per sapere se mai avessi potuto vederti nuovamente.
E Hajime, ciò che accadde dopo fu un bene per le nostre vite, riuscisti a rendermi il ragazzo più felice al mondo; ma spesso il fato decide, sperimenta, trova gli attimi più felici per arrivare e uccidere, sradicare tutto.
Ma di questo, probabilmente parleremo nella prossima lettera; ci avviciniamo alla fine.

In attesa delle altre, riporró questa lettera qua, petalo di carta in questo mare di fiori. ❞

tuo, Tooru

❝𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼❞ 𝗂𝗐𝖺𝗈𝗂Where stories live. Discover now