54. Meglio un culo gelato, che un gelato in culo

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"For your eyes only,
I'll show you my heart"

- One Direction, if i could fly 

«Quarantaquattro per te» Thomas afferra il paio di pattini che gli vengono dati, mentre io lo osservo da qualche metro più indietro. «E trentasette per la tua ragazza» non appena aver ricevuto un sorriso caloroso dall'uomo dietro il banco, distolgo lo sguardo. 

Da dove deduce che io sia la sua ragazza? Ho forse scritto "ho scelto un coglione tra tutti i ragazzi del mondo" in fronte? No. Dovrebbero essere seriamente aboliti commenti del genere, risparmierebbero moltissimo imbarazzo. 

«Quel tipo ti trova molto carina» mi comunica, passandomi i pattini. «Dice che hai dei lineamenti molto delicati e altre cavolate» si lascia cadere sulla panchina appena fuori dalla pista, 

«Che cosa vorresti dire?» lo fulmino. 

«Intendo solo che, se vuole dire che sei figa, basta sputarlo fuori» dice contrariato. 

«Thomas, è un povero vecchietto, magari era sincero» se non fossi impegnata ad indossare questi cosi, sono sicura che i miei occhi si alzerebbero al cielo. 

«Vado a prenderti un carrello?» chiede. 

«Hai paura che il mio culo possa diventare troppo freddo per i tuoi gusti?» 

«Semplicemente, se ti facessi male a causa della tua testa dura, tutti i miei piani salterebbero.»

Cerco di tirarmi su, ma inciampo leggermente sul tappeto sintetico. «Iniziamo bene» si lascia sfuggire il rosso, cercando di farmi alzare. 

«Al prossimo commento ti stacco lo scroto e ci faccio una borsa» scanso le sue mani enormi dalle mie braccia e cerco di camminare, il meno impacciata possibile, verso l'entrata della pista.

«Aspettami, è più scivoloso di come sembra!» mi urla dietro, ma non lo ascolto.

Metto un piede sul ghiaccio, tenendomi stretta al recinto. La pista è stracolma di persone, probabilmente perché siamo nel pieno delle feste natalizie. Inoltre, come se non bastasse, è all'aperto. Questo significa che qualunque passante potrà vedere le mie misere chiappe schiantarsi contro il pavimento. 

E, ora che ci penso, siamo anche davanti al centro commerciale. 

«Ricordami perché mi sono fatta trascinare qua?» 

Lo vedo salire sulla pista, attento a non cadere sulle sue stesse cosce. «Ho l'aria calda in macchina e ti ho cucinato la colazione» dice tranquillamente. 

«Segnerò sugli appunti di non farmi più cucinare la colazione da nessuno» resto assolutamente immobile, ancorata alla recinzione, ad appena un passo dall'entrata. Penso che potrei rimanere così, non sto poi tanto male. 

«Muovi il culo» mi fulmina, da dietro le spalle. «Guarda, non è tanto difficile» rotea al mio fianco come se fosse l'azione più semplice mai compiuta in vita sua. «Al massimo cadrai qualche volta, ma puoi sempre riprovarci.»

«No, grazie» taglio corto. «Il ghiaccio contro le ossa non fa molto bene.»

«Sempre meglio avere un culo gelato, che un gelato in culo» osserva, per poi prendere il controllo della situazione. 

«Lasciami!» grido, ma afferra saldamente le mie mani per poi trascinarmi verso il centro della pista. Stringo forte ogni muscolo del corpo, cercando di restare in piedi  mentre mi traina come un carretto. «Thomas, ti prego-»

«Ora prova a raggiungermi» dice, per poi allontanarsi e lasciarmi abbandonata al centro di quella pozza congelata. 

Leggermente in panicata, provo ad avanzare con un piede. «Aspettami» lo ammonisco, mentre le mie mani si agitano in aria per mantenere l'equilibrio.  

 «Ci sei quasi!» mi rassicura, stendendo le braccia nella mia direzione. 

Proprio quando le mie mani stanno per toccare le sue, uno dei pattini decide di fare a modo suo, prendendo un clamoroso scivolone. 

Qualche bambino ride, dopo aver sentito il tonfo provocato dal mio corpo, caduto esattamente addosso a quello di Thomas. «Che cazzo ridi, moccioso?» sibilo, guadagnando occhiatacce fredde da varie persone. 

«La situazione è ambigua» commenta il rosso. Mi rendo conto solo ora del fatto che, involontariamente, una delle mie mani sia incastrata tra il mio ventre e il cavallo dei suoi pantaloni. 

«E' stato un incidente» mi giustifico, cercando di tirarmi in piedi. 

«Facciamone più spesso» si pulisce il sedere dai piccoli residui di ghiaccio, per poi affiancarmi e guidarmi verso l'uscita. 

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Lo sport. Una cosa che non capisco. 

L'ho sempre trovato monotono e poco interessante, fonte inutile di rivalità e competizione. Ma, chiaramente, il signor Walsh non la pensa allo stesso modo. Motivo per cui, nonostante potesse scegliere tra un milione di attività con cui occupare il pomeriggio, ha deciso di passarlo seduto tra gli spalti di uno stadio. 

Non ho molto da raccontare, appunto, perciò mi dedico a finire di sistemare gli ultimi dettagli del mio corpo. "Tira fuori la tua perfezione, questa sera" mi ha detto, mentre mi passava un completo di intimo minuziosamente scelto qualche giorno prima. 

Non sono ancora del tutto convinta, ora che ci penso, del modo in cui mi ha vestita. 

Un abito nero fascia il mio torace in modo troppo... fine... per una come me. Ha ben pensato che una gonna in stile spia russa di un film d'azione potesse calzarmi, per cui mi ritrovo con un vistoso spacco sulla coscia sinistra e una piccola striscia di pizzo legata intorno ad essa. Se qualcuno che conosco mi vedesse, sono sicura che mi riderebbe in faccia. 

«Le scarpe sono necessarie?» domando, dall'altra parte della porta. 

«Non provare a mettere delle converse sotto quel vestito» mi fulmina, bloccando il mio braccio, già intento a frugare nella scarpiera. Uffa. 

«Mi sono anche truccata, che vuoi di più?» chiedo. 

«Che ti dai una mossa, sarebbe fantastico» afferro la pochette dal letto, per poi sistemare in uno sbuffo i capelli lisci dietro l'orecchio. Apro la porta controvoglia, ritrovandomi davanti un ragazzo perfettamente in tiro. 

«Sembri Angelina Jolie in quel film del 2005» commenta, sospirando. 

«Tu non hai niente a che vedere con Brad Pitt, quindi chiudi il becco e portami fuori da qui» non replica, ma mi tende il suo braccio, per far sì che lo intrecci al mio. 

Se questo vestito non strizzerà i miei polmoni in eccesso, rischiando di far fuoriuscire il mio pungente sarcasmo, forse questa serata potrebbe non essere disastrosa.




Buonsalve wattpadiani! 

So che è una cosa molto cringe,
 ma sono talmente tanto
 innamorata di questo abito
 da doverlo condividere.
E' proprio così che immagino la nostra Meg, e voi? 

<33

<33

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Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora