chapter fourteen.

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Louis era stato dimesso, finalmente il suo corpo aveva deciso di svegliarsi.

Il medico gli aveva obbligato di stare a casa per almeno altri due giorni, all'inizio si lamentò un pò, poi notando le attenzioni di Harry verso i suoi confronti non disse più niente.

Gli piaceva avere le mani del riccio che lo coccolavano e che lo stringevano a sé. Era così protettivo, amava l'impossibile, perché Louis si considerava così, quando in realtà non lo era per niente.

Harry non amava l'impossibile, Harry amava e basta, senza compromessi o disillusioni. Non definiva Louis impossibile, era solo da scoprire, un enigma ancora da completare, e lui sarebbe stato la sua completezza.

Stavano sul letto, Louis dormiva, mentre Harry guardava il soffitto con in sottofondo la canzone State Lines di Novo Amor. Diceva sempre che quella canzone riusciva a farlo pensare, anche se questo lo faceva sempre ad ogni ora, ma questa canzone era una di quelle capaci di farti sconnettere dal mondo e di entrare direttamente nella nostra testa, ed Harry nella sua aveva un bel casino.

Perché la mia famiglia non mi ama?
Perché non sono abbastanza per gli altri?
Perché devo farmi così schifo?
Perché Louis mi ama?
Perché la vita punisce i deboli?

Perché, solo è soltanto tanti perché inondavano la mente di Harry.

Subito dopo girò la testa verso Louis, che era adagiato sulla sua spalla, con le labbra semi chiuse.

"Perche mi ami Louis? Tu ami qualcuno che è solo confusione, ami qualcuno che non sa nemmeno lui chi è, ami il caos, ami un cuore spezzato, ami qualcosa che non dovresti. Quindi Louis perché mi ami?" Era uno di quei soliti discorsi fatti al vuoto, fatti alla persona che ami mentre dorme, questo perché è l'unico modo di comunicare senza pressioni.

Ma si sa, che ogni volta la persona accanto a noi non dorme veramente, infatti Louis aveva da poco aperto un pò gli occhi, è ovviamente aveva sentito le sue parole.

"Harry?" Richiamò l'attenzione del riccio mentre quest'ultimo era ritornato a fissare il soffitto, così sentendo la voce di Louis si girò verso di lui sorridendogli.

"Dimmi." Louis gli sorrise per poi posizionarsi davanti ai suoi occhi, per poterli osservare meglio, erano stanchi e pieni di lacrime imprigionate, perché aveva paura di farle uscire.

"Mi hai chiesto perché ti amo, giusto?" Rimase in silenzio, perché in realtà da una parte sperava non lo sentisse, ma l'altra parte era più forte e per una volta era contenta che fosse riuscito a sentirlo.
Così Louis continuò a dire perché lo amasse, perché era così innamorato ed enfatuato da lui.

"Harry, tu sei un'opera d'arte, una di quelle che non riesci a smettere di guardare. Tu sei arte pura, ma non perché sei perfetto, ma perché riesci a farmi provare qualcosa di inconcepibile. Per questo ti amo, per questo mi sono innamorato, per questo ogni volta che osservo le stelle penso a quella più luminosa che mi illumina la strada, che mi fa vedere attraverso il buio che ho attorno agli occhi.
Amarti è l'unica cosa certa della mia vita."

Era la sua arte, quell'arte dipinta con un unico pennello per farla sembrare più reale, più unica. Una tela bianca macchiata di colore, dal verde al rosso. Una tela macchiata di lui, macchiata dal suo corpo, dal suo odore, dalla sua pelle, era semplicemente lui.

Continuava a osservare i suoi occhi, che sta volta si erano illuminati, si erano accessi e le lacrime erano state liberate da una prigione che ormai le teneva lì da troppo.

Harry gli sorrise e gli prese la mano per poi baciarne il dorso, poi portò le sue mani sulle sue guance che emanavano un calore magnifico, quel calore che Harry voleva sentire sempre sopra la sua pelle. Avvicinò i loro sguardi per vedere quel blu che l'aveva stregato e poi mise le sue labbra sulle sue, voleva assaporarne il sapore, voleva sentire quelle soffici labbra al contatto con le sue.

do you know who you are? // harry e louis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora