chapter twenty-nine.

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Lui era lì, la gente passava o correva con le valigie in mano e il sorriso stampato in volto. Harry era l'unico a non avere niente con sé, solo i suoi amici e la sua macchina fotografica, forse non l'avrebbe nemmeno usata poiché ultimamente non ne aveva voglia, ma la prese comunque.
Al collo portava sempre la stessa collana, non era riuscito a togliere il ciondolo che gli aveva regalato Louis, pur sapendo che non voleva avere niente a che fare con lui, aveva il bisogno di tenere qualcosa che avesse il suo odore o che comunque gli ricordasse lui.

"Vado un secondo in bagno" Tolse lo sguardo dalle sue scarpe e sorrise ai suoi amici, poi in modo veloce scappò in bagno e vide la benda troppo rossa, troppo zuppa.

La porta del bagno si aprì all'improvviso così prontamente nascose il polso dietro la schiena.
Stranamente davanti a lui c'era la figura di Karol che lo scrutava con gli occhi accusatori.

"Harry, lascia che ti aiuti." Lei si stava avvicinando ma Harry indietreggiava ad ogni passo di Karol, non voleva essere toccato, non voleva che toccasse.

"No, non toccarmi, solo Louis può farlo." I ricordi, le immagini, le emozioni si fiondarono nella sua mente, lo stavano torturando, pezzo dopo pezzo lui stava cadendo, si stava riducendo ad un essere insignificante, molto più di prima.

"Ma lui non è qui, lasciati aiutare." Karol era testarda, voleva già un gran bene a Harry e sperava di riuscire ad aiutarlo perché è questo che voleva fare.

"Basta Karol, lo so che lui non è qui, non ricordarmelo, non voglio che mi aiuti in questo, se deve farlo qualcuno quello è lui." Stava indicando la sua benda che ormai era solo una pozza rossa senza nemmeno uno spiraglio bianco.

Karol non disse più niente, rimase ferma a guardare Harry che si ripuliva e si guardava allo specchio piangendo.
Harry si sentiva piccolo, era come se stesse scomparendo piano piano e lui non voleva questo, avrebbe provato a rimanere.

Uscirono dal bagno e raggiunsero gli altri che stavano aspettando il loro ritorno, era arrivato il momento di salire sull'aereo per poter arrivare in quel posto magico.

Harry stava sul lato finestrino, come ogni volta, e guardava il cielo, osservava quelle nuvole bianche e immaginava che fossero anche molto soffici, come se su esse ci si potesse abitare.
Accanto a lui c'era Niall che continuava a fissarlo con sguardo dispiaciuto e Harry non ne capiva il motivo.

"Ei Niall, che ti prende?" Harry voleva essere un bravo migliore amico, era sempre lui quello che aveva problemi e che aveva bisogno di aiuto.

"Mi dispiace haz, non sono riuscito a proteggerti." Era triste, Niall era il solito a portare allegria in qualsiasi posto, ma in questo momento quella scintilla era del tutto spenta.

"Ei piccino, sta tranquillo, io starò bene, starò bene." Si mise ad accarezzare i capelli di Niall mentre quest'ultimo stava piangendo per aver abbassato la guardia riguardo a Louis.

Il tempo passò più in fretta del previsto e loro erano già atterrati su quella terra italiana.
Harry continuava a girare il viso per osservare ogni piccolo dettaglio di quel suo mondo.

"Che bello questo posto." Karol aveva già visto il mare, ma ogni volta per lei era magico.

"Lo so." La sua voce era malinconica ma in realtà voleva solo ritornare su quella sabbia soffice.

"Chiamiamo un taxi." Disse Zayn, mentre Liam faceva esattamente ciò che aveva detto così che il taxi sarebbe arrivato in pochi minuti e infatti così successe.

Entrarono in macchina che lì portò subito nel posto indicato da Harry.

"Grazie." Dissero in coro mentre scendevano dal taxi e rimanevano estasiati da quello che avevano davanti.

do you know who you are? // harry e louis.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora