II. Tempo indefinito.

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Quando hai un'ispirazione, buttala subito giù, perché non potrai più catturare la vividezza di quella prima impressione

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Quando hai un'ispirazione, buttala subito giù,
perché non potrai più catturare la vividezza di
quella prima impressione.

William Faulkner.

Faceva ancora più freddo della mattina, e Felix si pentì quasi immediatamente di aver ascoltato il fratello. Ma ormai era troppo tardi, si trovava in strada con la fotocamera in mano e il cappotto più pesante sopra.
Non sapeva precisamente che direzione prendere, solitamente si affidava al suo impeccabile -o forse no- sesto senso.
Sperava che anche stavolta quest'ultimo non lo tradisse, e così prese una delle tante vie dell'immensa città.

Camminava e di tanto in tanto scattava qualche foto: alle persone, al paesaggio, ai negozietti e a tutto quello che lo ispirava.

Per qualche strana ironia della sorte, dopo aver preso diverse vie e cambiando direzioni più e più volte, si ritrovò proprio vicino alla sua scuola.

Davvero, Felix?
Si disse quasi sorridendo e osservando la struttura che ormai si ritrovava proprio davanti a sè.
Notò che, per quanto fossero ormai le tre e mezza passate, la scuola era ancora gremita di studenti di tutte le età.

Ma certo, questi sono tutti i ragazzi che frequentano quei dannati corsi.
Realizzò, sempre nella sua mente.
Non si era assolutamente dimenticato del fatto che soltanto quella mattina il ragazzo dovesse recarsi in terrazza per scattare qualche foto. E perché non approfittarne proprio ora?

Entrare nella struttura sarebbe stato più che semplice, avrebbe finto di aver scordato un libro o magari l'astuccio ed era fatta.

Felix era solito rispettare le regole, ma mai il giorno del suo compleanno; faceva tutto quello che si sentiva di fare, indipendentemente da quanto la cosa fosse pericolosa.
I compleanni per il biondo erano qualcosa da ricordare, quindi bisognava festeggiarli al meglio.

Come immaginava, fu immensamente facile entrare all'interno della struttura.
I collaboratori scolastici l'avevano fatto passare, bevendosi la scusa del "Ho scordato il libro di anatomia, e domani ho una verifica importante".

Si assicurò che nessuno lo stesse seguendo, e così, dopo aver raggiunto la sua classe e finto di cercare il libro all'interno di essa, cambiò direzione e si diresse immediatamente sulla terrazza.
Suo fratello gli avrebbe senza dubbio detto che le foto le avrebbe potute scattare il giorno dopo.
Ma no, non poteva.
Oltre al fatto che quello era un giorno particolarmente importante; Felix non sarebbe stato soddisfatto se le avesse scattate il giorno dopo, avrebbe dovuto approfittare di quel tempo o non ci sarebbe stata nessun'altra volta in cui farlo.

Nell'immensa e tranquilla terrazza solitamente non ci andava nessuno, il ragazzo non ne capiva la ragione: era uno spazio capiente, potevano starci almeno due classi, c'era quasi sempre una piacevole aria e non era assolutamente tenuto male.
Si vedevano gli spostamenti di tutti i liceali, poteva anche guardare da lì le partite di calcio, o quelle di pallavolo.

Salito l'ultimo gradino una folata di vento lo travolse, facendogli venire la pelle d'oca.
Respirò l'aria gelida e si riscaldò le mani, per poi accendere la fotocamera, sperando di riuscire nel suo intento.

Si posizionò circa verso il centro della terrazza, dove le nuvole del cielo si vedevano chiaramente mentre si mescolavano tra loro: creando sfumature dal nero al bianco.
Inquadrò un punto preciso del cielo e scattò la prima foto; non era venuta per niente male.

Cambiò angolazione più volte, scattando varie foto che avrebbe selezionato soltanto appena tornato a casa.
Intanto erano passati più di dieci minuti, chissà cosa stavano pensando i collaboratori scolastici di lui... probabilmente nulla, visti tutti i loro impegni.

Felix non sembrava intenzionato a smettere di fare fotografie, nemmeno quando qualcuno arrivò nella terrazza che prima era occupata solo dal biondino.
Quest'ultimo non sembrò nemmeno farci caso.

La figura si poggiò sulla ringhiera ormai arrugginita, ignorando a sua volta l'altro.
O almeno, provò ad ignorarlo, ma i click della fotocamera si facevano sempre più insistenti e fastidiosi.
Il ragazzo tossì, nella speranza che il presunto fotografo lo sentisse, ma nulla da fare.
Così prese a camminare per la terrazza: le scarpe ticchettavano al contatto del pavimento gelido, era impossibile non sentirlo, sembrava quasi che stesse camminando sui tacchi.

E finalmente Felix, tanto preso dalle sue foto, si accorse dell'altro ragazzo.
Lo guardò per un istante, con fare interrogativo, mentre lui continuava a camminare con disinvoltura.
Il biondo abbassò la fotocamera, e squadrò meglio l'altro: aveva folti capelli tendenti al nero, gli occhi ridotti a fessure, uno sguardo serio che lo faceva sembrare l'essere più temuto del pianeta, ed infine delle labbra meravigliose.
Nel complesso, quel ragazzo di cui non sapeva nemmeno l'esistenza fino a qualche minuto prima, era davvero bello.

Felix strinse la sua mano attorno alla fotocamera, sentiva il bisogno di fotografare quel volto. C'era qualcosa che lo attirava particolarmente, ma non comprendeva cosa.
Il ragazzo non sembrava che lo stesse guardando, quindi magari avrebbe potuto approfittarne.
Ed infatti, qualche secondo dopo ci fu un click seguito dal fastidioso flash della sua fidata fotocamera.
Dall'angolazione in cui era messo sembrava che stesse fotografando il cielo, quindi il corvino non si sarebbe accorto di nulla.

Eppure, la reazione del ragazzo appena sentì lo scatto fu molto simile a quella del suo gatto. Gli aveva rivolto un'occhiataccia ed aveva fatto qualche passo indietro, Felix non si sarebbe sorpreso se ad un certo punto avesse iniziato a soffiare, come i gatti.
Si ricompose soltanto qualche secondo dopo, esattamente come Kemuri.

Il biondo guardò l'unica foto che era riuscito a scattargli: era venuta come desiderava, si notavano tutti i particolari del ragazzo, seppur quest'ultimo fosse messo di profilo.
L'avrebbe esaminata meglio appena tornato a casa propria, il corvino era proprio il soggetto che aveva da sempre desiderato immortalare.

Photograph - Changlix.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora