IV. Scambio di sguardi.

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Parlava soltanto con il vento, le aurore e le stelle, e di conseguenza era completamente libero di sprofondare dentro al suo animo

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Parlava soltanto con il vento, le aurore e le stelle,
e di conseguenza era completamente libero di
sprofondare dentro al suo animo.

Édouard Schuré

Dopo quel quindici settembre la vita di Felix sembrava aver ripreso con la solita monotonia.
Non era successo nulla di interessante in quella settimana. E in verità, non aveva nemmeno parlato con il ragazzo della terrazza.
Lo aveva visto sì e no quattro volte, sembrava che evitasse tutti, tranne i suoi amici più fidati.
E più lo guardava -senza che nessuno lo accorgesse-, più si convinceva di dovergli parlare. Magari avrebbe posato per qualche scatto, o semplicemente avrebbe fatto amicizia con lui; ma la vedeva dura, parecchio dura.

In quel giorno si ritrovò all'interno dell'autobus insieme ai suoi compagni per via del brutto temporale in corso.
Amava andare a piedi, ma amava anche stare al caldo con i vestiti interamente asciutti, quindi gli toccò prendere il bus.
-Lix, a che pensi?- Jeongin gli passò una mano davanti, facendolo tornare nel mondo terreno.
-Nulla, la stanchezza mi gioca brutti scherzi- lo rassicurò l'altro con un mezzo sorriso, per poi tornare a guardare il paesaggio all'esterno del finestrino.

Pensava ancora a quel ragazzo e alla sua maledetta timidezza che lo fermava dal parlargli, perché non riusciva proprio a rivolgergli la parola? C'era qualcosa che lo bloccava ogni singola volta che si alzava, pronto per andare a dirgli anche solo un semplicissimo 'ciao'.
Non capiva se fossero le sue solite paranoie oppure se fosse il caso di evitare completamente quel tipo.

Felix era confuso.
Era confuso, distratto e perso completamente tra i suoi pensieri.
Lo era così tanto che si accorse soltanto dopo aver sentito quella fantomatica voce che anche il ragazzo della terrazza era salito sul bus, seguito dai suoi quattro amici.
Erano tutti dannatamente belli, sembravamo addirittura completarsi a vicenda:
Uno di loro aveva i capelli neri che gli toccavano le spalle -così subito dopo ne dovette raccogliere un paio per farsi una leggera coda-; aveva gli occhi da furetto ed un neo sotto l'occhio, che in tutta la sua serietà lo rendeva più tenero agli occhi di Felix.
Il più basso aveva i capelli castani tendenti al ramato, era il miglior ballerino della scuola, questo lo sapevano tutti bene; era bello e ricercato, ma aveva sempre rifiutato tutte le persone che si confessavano a lui con gentilezza.
Sembrava essere il più simpatico tra i quattro, o almeno, così si diceva da chi aveva avuto l'opportunità di scambiare quattro chiacchiere con lui.
Un altro ancora aveva i capelli biondo platino, erano addirittura più chiari dei capelli di Felix, e quest'ultimo sembrò farci particolarmente caso.
Si notavano anche le lenti a contatto azzurre che portava, quel ragazzo sembrava volesse imitare il principe azzurro delle fiabe; il tentativo era più che riuscito e l'aveva superato pure.
Ed infine, vi era il più alto di tutti e anche quello che avrebbe potuto far concorrenza al moro per lo sguardo che incuteva più terrore; era particolarmente bello, sicuramente il più gettonato tra i cinque, o forse no?
Teneva sempre lo sguardo basso, e questo particolare, per qualche strana ragione, sembrava far impazzire tutte le persone che si erano prese una cotta per lui.

Photograph - Changlix.Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon