• forty five

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aveva trasformato la tristezza in arte
aveva trasformato il dolore in potere
aveva preso quel poco che le avevano dato
e lo aveva reso più prezioso

I suoni deboli di una bambina piagnucolona provenivano dall'angolo sinistro della camera da letto buia, i cieli grigi si assicuravano che non ci fosse luce solare per illuminare il posto

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I suoni deboli di una bambina piagnucolona provenivano dall'angolo sinistro della camera da letto buia, i cieli grigi si assicuravano che non ci fosse luce solare per illuminare il posto. "Cosa c'é?" Il ragazzo si accucciò per essere all'altezza della sorella, parlando con una voce rassicurante ma autoritaria che era inquietante per un bambino di dieci anni.

"William", un singhiozzo le sfuggì dalle labbra mentre le sue grida continuavano ad essere incessanti, "ha rubato Sassy." Emise un singhiozzo che era troppo drammatico per l'argomento, puntando il dito nella direzione in cui il ragazzo era fuggito.

Suo fratello si alzò in piedi, un'espressione accigliata sulla sua carnagione chiara, e uscì dalla stanza con passo frettoloso, non volendo che sua sorella piangesse più a lungo. E prima che lei se ne rendesse conto era già tornato, con un orsacchiotto grigio in mano. "Eccolo, Lex, eccolo." Disse dolcemente mentre metteva gentilmente l'orso tra le braccia di sua sorella. "Non piangere adesso." Le accarezzò la schiena in modo confortante, "che ne dici di bruciare tutti i suoi giocattoli più tardi oggi, eh? Dopo non toccherà nessuna delle tue cose."

La bambina di cinque anni fece un respiro profondo e tremante mentre si asciugava le lacrime e teneva stretta Sassy. "Grazie, Tom."

Alexis ridacchiò, indifferente alla misteriosa oscurità che la circondava nella foresta, e si accucciò per guardare meglio Sassy l'Orsa. L'animale di pezza era stato lasciato all'orfanotrofio, facendola ridacchiare alla prospettiva che Tom visitasse il posto e rovistasse tra le loro vecchie cose. Allungò una mano, che ormai tremava di malavoglia, e si fermò quando fu a solo un centimetro di distanza. Era questo. Chiuse la distanza in un batter d'occhio prima di permettersi di ripensarci e all'improvviso le immagini intorno a lei iniziarono a sfocarsi mentre veniva trasportata dove solo Merlino sa dove. La sensazione di viaggiare con la passaporta era una sensazione a cui Alexis, o chiunque altro, non si sarebbe mai abituato, essendo sempre decisamente sgradevole e lasciando con sé un'insopportabile sensazione di nausea.

Il suo atterraggio fu a dir poco sgraziato, lasciandole bisogno di un paio di minuti per riprendersi ed essere in grado di camminare correttamente senza inciampare come una persona ubriaca. La Mansione davanti a lei non era la Villa Malfoy come inizialmente pensava che sarebbe stata, ma le somigliava fortemente, con la sua eleganza e la sua inquietudine. Il posto sembrava vuoto da dove si trovava lei, non un movimento intorno a parte il fruscio delle foglie. Le luci che provenivano dall'interno della casa erano l'unica cosa che assicurava ad Alexis che la casa fosse abitata.

Si diresse lentamente verso l'ingresso, maledicendosi mentalmente quando si rese conto delle sue mani tremanti, un crudo promemoria di quanto si sentisse nervosa e spaventata. La porta d'ingresso si aprì prima che lei avesse la possibilità di accedervi, rivelando la sagoma di un uomo alto e snello che l'aspettava in cima alle scale. Ridacchiò leggermente mentre lo guardava, sospirando sollevata dal fatto che l'incubo che era stata la sua ultima visita non si sarebbe ripetuto. Suo fratello era qui. Gli strinse forte le braccia intorno al busto, un'azione che Tom di certo non si aspettava. Forse era ancora lo stesso vecchio Tom, ma lei non era la stessa vecchia Alexis. Aveva la capacità di amare adesso. Ridacchiò una volta che sentì una delle sue braccia intorno alle sue spalle in un modo piuttosto gelido ed era sicura che si fosse arricciato il viso con disgusto.

𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐑𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄, 𝑗𝑎𝑚𝑒𝑠 𝑝𝑜𝑡𝑡𝑒𝑟Where stories live. Discover now