Capitolo 3

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-Non ci siamo affatto, Frido! Che schifezza è?!-
-A me piace- dice Uno.
-Pure a me- conferma Due.
-Ma voi siete dei trogloditi!- esclamo nella mia lingua.
Mi guardano tutti e tre con una faccia confusa.
Che vadano al diavolo!
Afferro la vela e la strappo.
-Non capite?! Se le fate quadrate, non funziona nulla! Servono triangolari-
-Ma noi le facciamo così- ribatte Frido.
Ecco perchè non funziona un cazzo, penso.
Vediamo se riesco a sistemare le cose.
Uhm.
Non riuscirò mai a lasciare quest'isola del cavolo, e tra poco saranno quasi cinque mesi.
Passo i successivi due giorni a disfare il casino che hanno combinato quei due.
-Vieni, Uomo Drago- mi dice Mina, il terzo giorno.
-Dove?-
-Questa sera si volgerà una festa in tuo onore. Ormai, sei arrivato a conclusione del tuo lavoro. Puoi partire-
Sono perplesso.
Che diavolo ne so? Non avevo mai costruito una barca in vita mia.
Mentre continuo con i miei stupidi pensieri, raggiungiamo il villaggio. Dovunque ci sono torce e ghirlande di fiori, gli abitanti cantano come se fosse Natale.
Ma qui non sanno cosa sia il Natale.
Al centro dello spiazzo principale, sono seduti tutti i membri della tribù.
Bufalo d'Acqua mi fa un cenno con la testa e mi invita a sedermi accanto a lui.
Sono stupito: nessuno si siede vicino al capo, è un privilegio riservato a pochi.
Obbedisco.
Qualcuno sbuffa infastidito, e so anche chi: quel pallone gonfiato di Tigre di Sabbia. Lo sanno tutti che vuole sposare Mina e diventare capo del villaggio.
-Straniero!- esclamo il capo -questa sera festeggiamo la tua presenza. Tra poco, non sarai più con noi, ma non disperiamoci. Ci hai deliziato dei tuoi consigli e delle tue parole-
Si, dimenticavo. Questi poveri disgraziati non conoscono nulla.
Ho condiviso con loro alcune conoscenze del nostro mondo, per esempio ho fatto costruire un pozzo (perchè non si può raccogliere l'acqua a decine di chilometri), oppure ho insegnato loro a fare ruote a raggi per i carri dei buoi e per gli aratri.
Per non parlare, dell'onagro che ora usano per alzare carichi pesanti con la forza della corrente.
Cerco di rilassarmi, ma non è facile. Mi sento come braccato, e non è una sensazione momentanea: da quando ho ritrovato la mia memoria, non faccio che guardami le spalle, anche se qui c'è uno sputo di terra.
La festa viene interrotta da un urlo.
Cazzo, mi sono versato addosso la zuppa di pesce. Perfetto, puzzerò per tutta la sera.
-È un oltraggio!- sento dire.
Tutti si voltano verso Tigre di Sabbia.
-Quale lamentela hai da fare?- domanda il capo.
Ha il voto tirato dalla collera trattenuta.
-Non possiamo onorare uno straniero! È contro le nostre abitudini-
-Nessun uomo che sia mia ospite, potrà mai dire di non aver goduto della mia casa-
-Capo, non puoi fare questo! Ricordi cosa successe l'ultima volta?-
Ultima volta?
Lo sapevo. C'è qualcosa che non vogliono dirmi.
Bufalo d'Acqua sospira. Solo ora mi accorgo di quanto sia vecchio.
-Uomo Drago- esordisce -è arrivato il momento che tu conosca questa storia. Voglio che tu la sappia prima di partire. Non lo faccio di certo per tua richiesta, Tigre di Sabbia, ma solo perchè quest'uomo viene da quel mondo-
Lo guardo.
Di che diavolo sta blaterando?
-Inizia- lo esorto.
-Circa trent'anni fa, quando mio padre era ancora il capo, trovammo un uomo che camminava sulla spiaggia. Non ricordava nulla di se stesso, tranne la terribile malattia che lo affliggeva. In poco tempo, il morbo si estese al nostro villaggio: chi lo contraeva, moriva tra atroci dolori, chi sopravviveva non si riprendeva del tutto e chi invece per qualche strano miracolo, tornava come prima. Tra quest'ultimi, c'ero anche io, all'epoca un giovane ragazzo, una testa calda- prende una ciotola e beve.
Tutti sono con il fiato sospeso.
Conosceranno di sicuro la storia, ma sono affascinati, quasi quanto me.
-Mentre ancora il morbo falciava i nostri cari, approdò una nave. Dalla nave, scesero un uomo ed donna. I due ci dissero che avevano la cura e che ci avrebbero aiutato ad una condizione: un abitante del villaggio sarebbe andato a vivere sulla terraferma per cinque anni per apprendere costumi e lingua locali. In più, avremmo dovuto corrispondere quelle pietre grezze che usiamo per le lance. Mio padre accettò- riprende fiato -non potevamo fare altrimenti-
Non capisco perchè deve raccontarmi questa cosa.
-Come si chiamava la donna?-
-Cristallo di Luna-
E ti pareva. Capace ha detto il suo nome, ma loro hanno subito inventato un soprannome.
-E perchè questo nome?- domando.
-La notte la vedevamo dirigersi a nord, dove ci sono i Grandi Ghiacci. Passava le notti di luna a osservare il ghiaccio illuminato dai raggi della Sorella Bianca. Da lì il suo nome-
-Sono mai tornati?-
-No-
Che cosa dovrebbe dirmi questa storia? Forse quel cretino di Tigre di Sabbia ha paura che io possa portare qualche malattia?
A quest'ora sarebbero tutto morti.
-Continuate la cena. Uomo Drago, vorrei parlare da solo con te- e si alza con fatica.
Lo aiuto e lo seguo fino alla spiaggia.
-Che serata meravigliosa-
-Si-
Si volta a guardarmi.
-Non hai ancora ricordato tutto?-
-No. Ma vorrei che tu mi descrivesti di nuovo come sono arrivato qui-
-Non lo sai?-
-So tutto. Ma ripetimelo-
Lui torna a guardare il mare nero.
-Sono passate cinque Sorelle Bianche dal tuo arrivo. Quella notte sentimmo un boato incredibile e una fiamma gigantesca levarsi là, sul mare. Corremmo subito qui- e indica la spiaggia -ma non c'era niente. La Sorella Bianca non era in cielo: nubi tempestose stavano arrivando-
-Poi? Cosa successe?-
-Quando ormai nessuno era più qui, mia figlia vide qualcosa nell'acqua. Eri tu, straniero. Eri ferito, non respiravi nemmeno. Avevi i polmoni pieni d'acqua-
-Che tipo di ferite avevo?-
-Tagli, e anche strane fessure-
Proiettili. Qualcuno deve avermi sparato, ma posso dedurre che non abbiano centrato il bersaglio, dato che non mi hanno estratto proiettili dal corpo.
-Continua pure-
-Mentre Vipera di Fiume ti portava al villaggio, si levò una fiamma enorme sul mare, un drago di fuoco. Enorme e spaventoso, ma non provai terrore, anzi sentii dentro di me la pace. Ti guardai a lungo e capii: sei la manifestazione del Drago, straniero. Ecco il motivo del tuo nome-
Non mi aiuta questa cosa. Sapevo già tutto.
-Ascoltami. I particolari sono importanti. Ti viene in mente qualcos'altro?-
Mi osserva pensieroso.
-Mi dispiace. Non so altro. Sei rimasto convalescente per un mese-
-Ti ringrazio- e fisso il mare -vorrei rimanere solo-
Lui annuisce e si allontana silenzioso.
D'accordo.
Inizio a camminare.
Un fuoco sul mare...
Un'esplosione, non c'è altra spiegazione. Ma di cosa?
Se escludiamo elicotteri e altri mezzi volanti, visto che gli abitanti non hanno trovato nulla tranne me, posso dedurre che quello che hanno visto sia stata l'esplosione causata da una nave.
Ero su una nave?
Dovevo essere ubriaco: odio le navi.
Si, va bene. Mi fa schifo qualsiasi mezzo di trasporto, ma le navi più di tutti.
La domanda è: che ci facevo su una nave? Ma sopratutto, dove ero diretto? A Giltena?
Non ha senso, non conoscevo questo continente prima d'ora.
Calcio un sasso nell'acqua.
Perchè ero ferito, poi?
Mi blocco.
Un secondo.
Ero su una nave diretta in un luogo sconosciuto, la nave naufraga e gli abitanti dell'isola mi salvano e mi curano.
Quindi...
Scuoto la testa. Non può essere.
Osservo l'orizzonte.
Non stavo andando da nessuna parte: stavo scappando da qualcuno.
E allora, perchè ero ferito?
Forse sono stato aggredito sulla nave.
Natsu, ti stai dimenticando il naufragio.
Già. Che qualcuno l'abbia dirottata?
Ci sono troppi punti oscuri: scoprire da chi scappavo e perchè, sono le priorità ora.
E in più, devo tornare nella civiltà. Quanto tempo impiegherò?
Non lo so. Devo ritrovare la memoria, altrimenti non c'è via d'uscita.








Fairy Bride - Book Three - Between Time (Nalu Fanfic)Where stories live. Discover now