Capitolo 3 - (Parte 1)

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Raffaele

I miei muscoli si tesero insieme al mio respiro, mentre Anna mi rubò le parole di bocca anticipando la mia domanda «Che significa tutto?» Lo scosse per un braccio notando l'improvviso stato di trance in cui era caduto.

Fui io a schiarirmi la voce «Con tutto intendi che sei l'assassino di un uomo e che qualcuno, a suo tempo, si è preso la colpa per te?» Il mio scetticismo era chiarissimo. Come eravamo finiti in quel disastro? Eravamo un branco di pazzi in piena regola. Ancora dovevamo stabilire chi lo era stato di più.

«Ero un ragazzino anche io Raffaele! Mio padre era morto da tempo, credi che non abbia sentito la sua mancanza? Che non ne abbia risentito? E mia madre... insomma ero solo! Benjamin è apparso in un momento nero in cui ero terribilmente vulnerabile ed io mi sono fidato di lui! Non avrei mai creduto che si sarebbe servito di me in quel modo. Sono stato uno stolto, lo so, ma in quel momento non sapevo cos'altro fare». Sembrava sincero e distrutto. Si voltò verso Anna per percepire una sua reazione, ma lei allontanò lo sguardo fissandosi i piedi e mordendosi forte le labbra. Probabilmente era rimasta senza parole quanto me.

Feci un passo verso Adam «Come puoi essere stato così stupido e così leggero da credere a quell'uomo?»

«All'inizio non era così, sembrava così gentile e la sua benevolenza mi ha portato a fidarmi di lui. Inoltre ero disperato, lui mi ha offerto quel posto e mi è sembrata la svolta che stavo aspettando. Mi dava fiducia e sembrava davvero disposto ad aiutarmi, perciò ho finito per raccontargli tutto», deglutì visibilmente agitato.

«Aiutarti...Cosa voleva così fortemente da te da portalo a ricattarti?» chiesi.

«Il mio totale asservimento. Se avessi fatto tutto ciò che lui mi chiedeva, sarebbe rimasto in silenzio e mi avrebbe aiutato». Adam sembrava provato e una persona completamente diversa da quella che avevo sempre creduto che fosse. Sembrava sull'orlo di una crisi di nervi e Anna stava sicuramene pensando la stessa cosa, stretta nelle spalle e con lo sguardo impegnato nello studiare il suo volto.

«Ti sei fatto trattare come un burattino solo per non prenderti le responsabilità delle tue azioni?» La mia domanda fu tagliente e un po' maligna, ma non riuscivo più a stare in silenzio.

Adam si accese di un'ira furente raggiungendomi con un'unica falcata «C'erano troppe cose in gioco Raffaele! Cosa ne vuoi sapere? Cosa credi, che sia stato così rammollito da non provare a ribellarmi?» Quali cose in gioco? Io ero in carcere. A meno che Adam non gli avesse parlato apertamente di me, facendo il mio nome. Non credevo che fosse stato ingenuo fino a quel punto. Eppure... qualcosa di grave doveva pur esserci.

«Cosa ti ha chiesto di fare?» S'intromise Anna intimorita, con le mani nelle tasche dei pantaloni.

«Mi ha incaricato di fare cose assurde, il più delle quali non erano legali. Mi faceva seguire le persone che desiderava e...», si bloccò guardando la ragazza accanto a noi di sfuggita, «una di queste persone è stata anche Anna».

Immaginai la delusione di quella ragazza che ci guardava allibita, una piccola parte di me, la più subdola, sperava che lo fosse davvero, così da rendersi conto di che genere di persona aveva davanti. Tuttavia Anna non parve così sorpresa. Che sapesse già che l'uomo che l'aveva seguita, prima di essere reclutata, fosse Adam? Non sapevo se sentirmi deluso o furioso.

«Fammi capire, tu sapevi che quell'uomo era Adam?» Mi uscì con tono basito mentre la guardavo con gli occhi sgranati.

Anna si limitò a un cenno con la testa, mentre il mio fratellastro la studiò con dispiacere e imbarazzo evidente.

Il destino nelle mie mani (Volume 2 della serie)Where stories live. Discover now