Capitolo 4 - (Parte1)

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    Anna         

Non riuscivo a capire cosa fosse successo tra quei due durante la mia assenza e nel giro di pochi minuti. Che bugiarda pessima, immaginavo chiaramente cosa si fossero detti, o meglio, cosa Adam avesse intuito quando le mie gambe si erano mosse meccanicamente cercando la vicinanza di Raffaele. Avevo sbagliato, ma non ce l'avevo fatta a trattenermi, vederlo spezzato in quel modo mi aveva distrutto il cuore facendolo cadere in mille pezzi. Avevo dimenticato il nostro litigio, a tratti lo consideravo quasi niente, alla luce di ciò che avevano udito le mie orecchie.

Quanto doveva aver sofferto per Adam, per l'affetto che nutriva per lui.

Tuttora provava tale affetto, lo percepivo. Da come le sue spalle si tendevano dalla rabbia, insieme al suo volto, per la paura che bastasse solo il suo sguardo per capire quanto tenesse a lui.

Tutto per un ricatto, per un equivoco e, in parte, per un po' di codardia da parte dell'uomo che mi ero intestardita di ritrovare. Per poi scoprire che non avevo ritrovato quella versione di lui, ma una del tutto nuova che mi aveva spiazzata come non mai, che non riconoscevo più. Avevo sempre creduto che Adam fosse quello intraprendente, forte, impavido, quello che aveva rischiato tutto per mettermi in salvo. Tuttavia, solo in quel momento, mi ero resa conto di quanto fosse lui ad aver bisogno di essere salvato, di quanto si trovasse sull'orlo del baratro e quanto fosse vulnerabile. Era una verità molto più grande di ciò che immaginavo, di me. Non riuscivo più a pensare, ad elaborare il dolore che provavo, incredibilmente, per entrambi. Ero divisa a metà, non riuscivo più a percepire il confine tra il giusto e lo sbagliato.

In quel momento però ero presa da un altro problema pericoloso, sapevo benissimo che Adam non era uno stupido. Si accorgeva sempre di tutto e sicuramente non gli era sfuggito il modo in cui Raffaele mi guardava, con un intensità tale da farmi bruciare dalla punta dei piedi a quella dei capelli. Forse era stata solo una mia impressione il fatto che lui fosse stato troppo trasparente, quando invece ero stata io a mostrarmi troppo coinvolta nel suo stato d'animo.

In realtà non mi ero preoccupata di essere studiata dagli occhi di Adam, c'erano state cose troppe più importanti sulle quali riflettere rispetto a come dovessi pormi nei confronti di Raffaele. Era difficile mantenere un equilibro e sentivo che non lo avremo mai raggiunto.

«Che sta succedendo?» azzardai cercando di uscire da quel momento di estrema tensione.

«Succede che Raffaele mi stava spiegando che cosa avete fatto in tutto questo tempo. Non vi siete solo affannati nel cercarmi», Adam mi scoccò un'occhiata avvelenata riportando l'attenzione su Raffaele.

Io cercai di non farlo in modo troppo evidente, ma guardai quel ragazzo con cui avevo condiviso più di quanto avessi fatto con chiunque altro, con la speranza di infondergli un po' di buon senso. Non era necessario buttare altra benzina sul fuoco, non dopo tutto ciò che era accaduto. Non a seguito di tutti i loro non detti venuti fuori solo pochi minuti prima. Lo avrei detto io ad Adam, ma non volevo che andasse così.

Non volevo che usasse ciò che si era creato tra di noi come una ripicca nei confronti del suo fratellastro.

Non appena Raffaele, rimasto ancora in silenzio in un momento che sembrò durare un eternità, incrociò il mio sguardo e i nostri occhi entrarono in collisione volevo scappare e nascondermi dove lui non mi avrebbe trovata. Dove il mio senso di colpa non mi avrebbe raggiunta, dove il dolore che dovevo avergli causato non esisteva più. Resse il contatto con me, con espressione dura e fastidiosamente strafottente, quasi come se volesse farsi beffa di me. Farmela pagare e farla pagare ad Adam che ancora stava aspettando con l'espressione truce. Il cuore minacciava di scoppiarmi dal petto, avevo la bocca asciutta e quando Raffaele accennò un lieve sorrisetto nella mia direzione non ce la feci più.

Il destino nelle mie mani (Volume 2 della serie)Where stories live. Discover now