Capitolo 12 Proposte inaspettate

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«Stark, esci dal bagno! Faremo tardi, devo passare a prendere Rafflesia al ranch. Maledetto me che mi sono lasciato convincere ad accettare la tua ospitalità per prepararmi per il ballo» Barton fibrillava, nella camera di Tony, col vestito nuovo indosso, acquistato all'emporio Maximoff ; la camicia bianca inamidata gli tirava sul colletto, sotto il cravattino nero, in modo fastidioso.

Dopo il bagno e la barba, si era specchiato almeno cento volte e altrettante si era sistemato i capelli, ma l'ansia stava salendo e il compagno di preparazione era un noto ritardatario.

«Il bifolco che è in te si sarebbe vestito nelle suite dell'ufficio, con una bacinella d'acqua per lavarsi, lo so. Calmati, siamo in anticipo. Clint, sei troppo apprensivo» e logorroico, purtroppo. Asciugandosi i capelli con un telo, il baro sbuffò «Sei più pesante di mia madre, se capisci cosa intendo».

«Ha ripulito ogni abitante di Rose Creek che si è seduto al tavolo con lei per giocare a carte, compresi gli uomini di Zemo e il sindaco Fury» Amanda si vendeva bene. Aveva familiarizzato con gli indigeni, come li chiamava lei, girando per i negozi e locali del paese e stazionando al saloon di Romanoff, dove dormiva nella stanza attigua al figlio. «Hanno voluto sfidarla e hanno perso. Trucchetti particolari o abilità innate?».

«Falco, con la mia mammina non è dato saperlo» fra moine, battiti di ciglia e colpi da campionessa aveva raggranellato un bel gruzzolo «La cosa più tragica è che sia rimasta fino ad oggi, giorno dell'ultimatum, per la paura di vedermi stecchito» sbuffò, infilando il proprio abito sopra una delle estrose camicie francesi. Per l'occasione l'aveva scelta di uno sgargiante giallo tendente all'oro, un vero colpo in un occhio a contrasto con la stoffa rossa del completo.

«Tony, secondo me si è presentata per l'eredità; è il tuo parente più prossimo e tifa per Zemo» il Falco non si era tenuto. Loki si era espresso nella battuta al vicesceriffo, gli amici l'avevano fatta propria e gliela ripetevano in continuazione.

«Clint, credevo fossi rinsavito da quando avevi conosciuto la gentilissima signorina Tyler, invece sbagliavo!» in uno strepitoso vestito bianco panna Amanda Stark aprì la porta, improvvisamente, rivolgendosi allo sceriffo «Siete due ragazzini che non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe da soli, guarda come vi siete combinati» sistemò il cravattino nero di Occhio di Falco, rifacendo daccapo il fiocco e scrutando l'abbigliamento del figlio «Certo, il gusto non l'hai preso da me. Dovresti ascoltare maggiormente i miei consigli, come la tua dama! Nat! Fatti vedere!».

«Hai invitato Natasha! Non ci posso credere!» la rossa aveva maltrattato Barton, in occasione del ferimento di Rafflesia, avvisandolo che gli sarebbe caduto il naso quando avesse scoperto con chi sarebbe andata al ballo... beh, aveva ragione. E non era l'unica sorpresa.

Vedova Nera camminò a piccoli passi fin dentro la stanza, in un abito tinta carta da zucchero, femminile e sobrio, che la valorizzava moltissimo, e che aveva cambiato col precedente, acquistato per prima fra le clienti dell'emporio Maximoff. I capelli erano stati pettinati in compatti e definiti boccoli che scendevano armoniosi lungo il suo collo. Gli occhi bassi, interloquì Clint «Non mi prendere in giro, Falco».

Gli parve nervosa per l'appuntamento esattamente quanto lui e non infierì, anzi fu sincero «Stai bene, sul serio. Aveva ragione Amanda, che il nero non fosse adatto a te». Era il massimo del complimento che poté permettersi. E non indagò sull'interesse di Tony, che non aveva affatto intuito, perché fu Romanoff a distrarlo con una questione di ben altra rilevanza «Clint, non voglio essere portatrice di brutte notizie, ma pochi minuti fa hanno lasciato questa, per te, a una delle mie ragazze» la mano incerta e tremante, gli porse una busta bianca sigillata con ceralacca rossa e un timbro apposto a caldo. H. Z. erano le iniziali nobiliari chiaramente leggibili.

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