Contrattempi.

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Ormai avevo perso il conto delle ore tra l'avanti e indietro nei negozi, tra estetista e parrucchiera non ci stavo capendo più niente. Lo shopping con Joanna era stato sempre stancate ma mai a questi livelli. Avremmo girato una cosa come trenta negozi e lei non aveva ancora trovato il vestito. Io ne avevo comprato uno quasi subito invece era sul turchese, però molto chiaro, aveva maniche lunghe di pizzo e la fantasia continuava anche sul retro e mi arrivava un po' sopra le ginocchia. Mentre sull'avanti era semplice e molto accollato; con le scarpe non volevo esagerare quindi mi ero comprata semplici sandali sull'argento. Stavo aspettando ancora fuori dal camerino del trentunesimo negozio quando mi squillò il cellulare. Lessi sullo schermo il nome e risposi.《Colum, che c'è?》《Farò un po' di ritardo, niente di preoccupante》《Va bene》 e riagganciai. Una chiamata molto breve, non poteva inviarmi un messaggio? I miei pensieri furono interrotti dal rumore di tende che si aprivano e da cui uscì Joanna. Raggiante come sempre. Indossava un vestito molto corto e aderente color blu elettrico e abbinati aveva degli zoccoli sempre dello stesso colore. Era bellissima poi il colore del vestito le faceva risaltare il colore degli occhi.《Il vestito è stupendo e tu altrettanto》 lei mi sorrise《Lo so. È perfetto, con questo sono pronta a fare baldoria toda la noche》disse ancheggiando《Aahahah》 era sempre la solita. Pagò il vestito e ci dirigemmo verso casa mia, visto che era la più vicina al campus. Quando arrivammo nonna non era in casa e ne fui felice. Non era per niente una persona aperta e simpatica dall'esterno, tendeva a chiudersi e incupirsi alle nuove conoscenze. Alcune volte le persone la scambiavano per una di quelle vecchiette snob e con la puzza sotto il naso, ma solo chi la conosceva bene, come me, sapeva chi era veramente. Purtroppo eravamo in pochissimi, compresa mia madre che ora però non c'era più. Persino mio padre la detestava, diceva che era pesante e impossibile, ma semplicemente non l'aveva capita. Mia nonna aveva sofferto molto, forse più di me, per la morte dei miei, già si era chiusa per la morte di mio nonno Tom avvenuta circa tre anni prima, con la loro è come se il suo mondo fosse crollato del tutto. Lei però rimaneva impassibile come un ramo, si piegava ma non si spezzava mai ai miei occhi. Sapeva che io ero l'unica cosa che gli era rimasta e voleva proteggermi e sapeva anche che qualcuno doveva essere forte. Qualcuno doveva starmi accanto dandomi certezze e incoraggiandomi ad andare avanti non ad abbattermi. E su questo ne sono certa che mi abbia aiutato più di tutti, se si sarebbe arresa anche lei al dolore, se si sarebbe lasciata prendere io non sarei qui ancora più forte di prima. C'è da dire che però una buona parte la devo a me stessa, nonna mi aveva aiutato si, ma la vera guerra era stata con me stessa.  Non sapevo chi ero e che cosa volevo e la parte peggiore e che non lo so ancora adesso. Cominciai a prepararmi per la festa insieme a Joanna che non smetteva di canticchiare. Alle otto e mezza eravamo pronte fuori dalla porta. Ci sarebbe venuto a prendere Colum, era una specie di tradizione, i ragazzi vanno a prendere le ragazze a casa loro e bla bla. Non mi piacevano quando stavo con Peter figuriamoci adesso che per di più ero single. Passarono dieci poi venti e alla fine passò un ora e di Colum non c'era la minima traccia. Joanna continuava a chiamarlo e lasciare messaggi in segreteria dalle offese banali a quelle più pesanti man mano che passava tempo.《Ma cosa ti ha detto di preciso?》 disse giocherellando nervosamente con il telefono e componendo sempre lo stesso numero《Te l'ho detto. Che faceva ritardo ma niente di preoccupante.》 Sbuffò《Giuro, che adesso che lo vedo...》 ma fu interrotta da un rumore di ruote nel vialetto e una luce accecante. Era Colum, che uscì nervosamente dalla macchina e si avvicinò a noi. Joanna partì subito in quarta e gli puntò un dito contro《Ti rendi conto di quello che hai fatto?》《Scusatemi》disse lui mettendosi le mani in tasca《Ho avuto un contrattempo》 lei diventò paonazza 《UN ORA. CI HAI FATTO ASPETTARE UN ORA. POI VIENI QUI E DICI HO AVUTO UN CONTRATTEMPO, MA SEI SERIO? 》 rispose gesticolando e cercando di imitarlo. Lui prese un respiro《Salite in macchina, così vi spiego tutto.》 e indicò il veicolo che era ancora in moto. Joanna lo guardò male e urtandolo con la spalla si diresse verso la macchina sbattendo lo sportello, io la imitai mettendomi dietro. Quando Colum entrò partimmo.《Allora, spiega.》disse lei secca《È arrivato mio cugino da New York. Sono dovuto andarlo a prendere all'aeroporto. L'arrivo era previsto per le sette ma ha fatto ritardo di tre ore》《Per questo esiste il cellulare sai? Per avvisare》《Era scarico. Se solo mi facessi finire》lei si buttò sullo schienale del sedile《Bene. Quello psicopatico è tornato.》《Non chiamarlo così. Louis ha avuto molti problemi, e tu lo sai.》 io che fin' ora ero rimasta in disparte mi feci avanti《Chi è Louis?》《È uno stronzo, uno di quelli montati che fanno tanto i fighetti ma che non sono nessuno.》《Louis non è nessuno》《Sai non ho ancora capito perché continui a difendere quello psicopatico del cazzo》《Qui se c'è una psicopatica sei tu!.》 La situazione sta peggiorando pensai. Joanna aveva sempre avuto problemi con il controllare la rabbia, non era mai stata brava e Colum stava solo scavandosi la fossa.《Cosa hai detto?》《Hai capito benissimo. Sei una psicopatica》《Provalo a dire solo un altra volta》 pregai che Colum non aprisse bocca e che si stessa zitto ma invano 《CHE SEI UNA PSICOPATICA DEL CAZZO》 lei sgranò gli occhi furibonda con la rabbia che gli usciva dalle orecchie. Ormai eravamo arrivati nel parcheggio del grill quindi senza nemmeno pensarci due volte mi precipitai fuori e la presi, lei per un po' oppose resistenza poi però si lasciò trasportare all'entrata. La condussi tra la gente fino al bancone e ordinai due bicchieri di vodka. Non mi piaceva tanto ma sapevo che ci voleva qualcosa di pesante. Per entrambe. 《Bevi. Ti farà bene》 dissi porgendogli il bicchiere e subito dopo mandando giù il mio. Era da tanto che non bevevo, non mi piaceva più, rievocava dei ricordi che mi sarebbe piaciuto rimuovere, ma non potevo. All'inizio mi bruciò terribilmente la gola poi però verso il secondo mi ero già abituata. Joanna ne aveva buttati giù già cinque e sapevo che non si sarebbe fermata se Colum non si stesse avvicinando a noi. Subito lo indicai e Joanna mi prese strattonandomi il braccio cominciando a camminare verso l'uscita. C'era veramente tantissima gente e camminare risultava difficile. Andavo a sbattere continuamente contro persone che non avevo mai visto. Quando uscimmo un boccata d'aria fredda ci attraversò e potetti finalmente respirare ma quasi subito sentimmo qualcosa dietro di noi e non facemmo neanche in tempo a girarci che cademmo per terra. Io sbattei con le ginocchia mentre Joanna con la testa, si aggrappò al mio vestito facendo un piccolo squarcio tra il pizzo. Mi alzai confusa e vidi che quel qualcosa era Colum.《COSA CAZZO TI È PRESO? CHI TI PENSI DI ESSERE?》《IL TUO RAGAZZO》《BEH, NON LO SEI PIÙ》 vidi lui indietreggiare, forse si era già pentito ma in quel momento un coniato di vomito salì su per la gola 《Io vado in bagno》dissi anche se dubito che mi avessero sentito. Corsi verso l'entrata ma era piena di gente e i bagni si trovavano alla fine del locale quindi mi precipitai sul retro dove iniziai a vomitare senza sosta. Quei drink mi avevano fatto male. Quando smisi mi sedetti sull'asfalto dove si trovava una ringhiera dalla quale si vedeva una parte della città dall'alto illuminata. Vi era una sorta di lampione che emanava una luce molto fioca. La testa mi girava fortissimo quando sentii una voce dall'altra parte《Mai visto una vomitare così tanto》《Scusami? Tu saresti?》 vidi un ombra avvicinarsi e mi alzai per metterla più a fuoco. Era un ragazzo. Lo potevo capire dalle ampie spalle che erano ricoperte di quelli che mi sembravano tatuaggi. Indossava pantaloni neri e una camicia del tutto sbottonata. Non potevo distinguere più di così perché la luce era fioca.|Sono Louis.》 era il cugino di Colum. Mi avvicinai ancora di più per capire come era fatto e perché Joanna lo attribuisse ad uno che se la credeva. Vidi una luce metallica sul sopracciglio, doveva essere un piercing.《Sei il cugino di Colum》《Si, tu?》《Io mi chiamo Wendy.》《Wendy, te lo hanno mai detto che sei bellissima?》 disse avvicinandosi e sfiorandomi il viso. La prima cosa che percepii fu l'odore acre dell'alcool, era ubriaco. A questo punto Joanna mi chiamò e ne fui per la prima volta felice. Si era creata una tensione insostenibile.《Ecco. Mi hanno chiamata. Ci si vede》 feci per andarmene ma immediatamente lui mi strinse a se e posò con violenza le sue labbra sulle mie cominciando a muoversi trascinandomi con lui per cercare qualcosa su qui appoggiarsi. Mi scaraventò contro un muro e iniziò ad abbassare le mani che fin'ora erano intente a bloccarmi. Cercai di divincolarmi ma la sua presa era troppo forte e continuava a tenere le labbra premute sulle mie quindi non potevo nemmeno gridare. Cominciò ad alzarmi il vestito e quando sentii il rumore della sua cerniera abbassarsi mi spaventai. Non dovevo perdere la calma però. Dovevo trovare il momento giusto. Il momento per mia fortuna si presentò subito quando allentò la presa per abbassarsi i pantaloni. Con un gesto rapido e diretto gli tirai un calcio nelle palle. Lui gridò e si piegò, subito io fui libera.|Non sono una delle tue puttane》 dissi e cominciai a correre verso il parcheggio. Lì trovai Joanna seduta per terra, quando mi vide si alzò di scatto.《Sta venendo mamma, tu devi promettermi solo una cosa, non avvicinarti mai ad un Wood》《Te lo prometto.》 dissi senza rifletterci. Louis era davvero come lo aveva descritto Joanna e non vedevo perché non dovevo stargli lontana.

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