Mi fido.

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Era ormai ora di pranzo, non potevo credere che eravamo rimasti abbracciati per così tanto tempo. Quelle ore erano stati minuti e non ne avrei mai avuto abbastanza se non fosse stato per lo stupido squillo del mio cellulare.

Era Joanna che continuava a scusarsi per avermi lasciato con Louis.

Ci mise quasi un ora per elencare tutte le cose da fare in caso lui riprovasse a toccarmi. Dallo spray al peperoncino a chiamare la polizia. Finalmente dopo mi aggiornò sullo stato di salute di mia nonna. "Sta bene." disse e io non potetti fare a meno di tirare un sospiro di sollievo

《Grazie Joanna.》《Ma di cosa?》

《Di tutto.》risposi consapevole che se non fosse stato per lei mia nonna molto probabilmente sarebbe morta.

Ci salutammo e raggiunsi Louis che nel frattempo si era buttato sui fornelli. Già dal corridoio percepii un odore che mi fece brontolare lo stomaco, non mangiavo da quasi due giorni. Cosa molto strana.

《Che buon odore! Lo chef che sta cucinando?》lui rise alla battuta e si piegò per fare un inchino 《Oggi lei signorina è molto fortunata potrà assistere alla creazione della mia specialità》 disse poi scostandomi la sedia. Io gli feci un segno di riconoscenza e mi accomodai sul morbido sgabello.

《E quale sarebbe questa specialità?》 dissi posando i gomiti sul tavolo e sporgendomi per vedere cosa stesse facendo. 《Giusto l'ultimo tocco... Et voilà》guardai il piatto che per di più aveva un buonissimo odore oltre all'aspetto. Quando lo assaggiai ebbi la conferma che anche il sapore non era da meno. Era davvero buono.

《Si può sapere dove hai imparato a cucinare così?》《È della semplice pasta al formaggio》 rispose sedendosi di fronte e alzando le spalle.
Io lo guardai stupita 《Beh fatti dire che è la miglior pasta al formaggio che abbia mai assaggiato.》 replicai alzando le mani in segno di resa, lui mi fece un sorriso a trentadue denti 《Dovrei abituarmi a tutti questi complimenti?》《Oh non credo contando che qualche ora fa ti odiavo》 il suo sorriso si allargò ancora di più "

《Quindi non mi odi più?》《Oh non pensare che un semplice abbraccio e della pasta al formaggio possano renderti una persona migliore ai miei occhi, solo, che adesso, sei quasi sopportabile, quasi》dissi puntualizzando su quel quasi anche se sapevo benissimo che quello non era stato un semplice abbraccio, almeno per me.

《Bene è già qualcosa no? Pensi che potremo essere amici?》 lo guardai male ma sorridevo 《Adesso non correre. Vediamo come te la cavi con il dessert》dissi facendogli l'occhiolino e addentando un altra forchettata di pasta. Lui mi sorrise e poi mi imitò.

Per il resto del pranzo parlammo un po' di tutto e anche per qualche oretta dopo, di come fosse New York, dei lavori di Louis che tra l'altro erano stati una cosa come quaranta. Anche il personal trainer, ma chi l'avrebbe mai detto? Non sembrava proprio un tipo muscoloso, noo.

Parlammo anche del collage e dei nostri progetti, del perché avevamo scelto quei corsi. Gli spiegai che non sapevo nemmeno io cosa volevo, che la maggior parte li avevo scelti a caso e che forse me ne ero pentita perché a quanto pare avevo scelto i più difficili. Solita fortuna. Alla fine era venuto fuori che nemmeno lui sapeva quello che voleva fare, gli piacevano le macchine e le corse in generale, mi confidò che a New York facevano delle gare clandestine e che lui qualche volta partecipava.

C'è ne sarebbe stata una proprio tra qualche settimana e la somma di denaro in palio era alta. Io gli espressi il mio disappunto su questa cosa e il pericolo che correva ma semplicemente mi rispose che amava il pericolo.

Più parlava e più l'osservavo più non potevo capacitarmi come la persona che aveva cercato di violentarmi fosse la stessa che avevo di fronte. Era totalmente diversa. Non era arrogante, anzi. Mi dava sempre la precedenza nel parlare e quando esprimevo la mia opinione mi guardava con uno sguardo così intenso e interessato da mettermi i brividi.

SpeechlessWhere stories live. Discover now