Capitolo 7

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"Allora Jack,dobbiamo uscire." Jack era ancora seduto sul divano mentre Kate si era alzata davanti a lui con le mani sui fianchi.
Jack la guardò con un sopracciglio alzato non capendo cosa Kate intendesse.

Era ancora meravigliato da come Kate lo avesse accolto in casa sua,senza fare troppe domande,ascoltandolo e cucinando per lui quella delizia chiamata pancakes.

Si spostò in avanti con il corpo e sentì il ciondolo freddo sulla pelle.
Quando era diventato un arcangelo lo aveva ricevuto come segno di fiducia. Aveva fatto il giuramento e ripetuto più volte il suo motto "paratus ad animas suscipiendas" e gli era stato dato il nome di Michael, per il suo significato, chi è come Dio?

Era diventato uno dei più importanti arcangeli e fu conosciuto da molti come l'angelo della guerra per la sua bravura con la spada Gloriosa durante le guerre del Paradiso.

Jack guardò Kate. Era così buona di cuore e pura. Jack lo vedeva nei suoi occhi verdi. Non era una creatura superficiale come alcuni degli altri umani.

"Per andare dove?" Le chiese. La guardò mentre le sue labbra formarono un sorriso e gli occhi le brillarono. Buon Dio,era così carina,pensò.
"A fare shopping. Ti posso prestare dei pantaloni e una felpa di mio fratello Aaron,ma ho solo quelli. Il resto lo ha preso con lui alla WSU. Cioè all'università. È una specie di scuola." Sì sbrigó a spiegare vedendo la sua espressione confusa.
"Ma non ho molti soldi. Ho già speso alcuni e devo ancora comprare delle cose per.."

Jack non la stava più ascoltando. Era da maleducati certo ma non riusciva a starle dietro. Usava parole come shopping,centro commerciale o cinema. Più volte aveva ripetuto il nome Sarah e non smetteva un attimo di gesticolare con le mani.

Si sistemava alcune ciocche di capelli che le cadevano davanti agli occhi,muoveva le braccia dai fianchi e le lanciava in aria con un'espressione esasperata, si stringeva nella felpa troppo grande per la sua corporatura e non smetteva di mordicchiarsi il labbro inferiore.
Accidenti,pensò Jack.

"Mi stai ascoltando?"
"Certo," mentì lui "ma non devi preoccuparti per i soldi. Ho qualche carta nella manica,come dite voi."
"Davvero?" Chiese Kate.
"Posso ehm...far apparire le cose." Cercò di spiegarsi.
"Basta che penso a quel oggetto e lo visualizzo nella mia mente. Fammi vedere una banconota." Le disse sorridendo.

Lei andò verso la cucina e prese un pezzo di carta da un oggetto rosso. Lo diede a Jack e si sedette accanto a lui.

Jack si rigirò quel pezzo di carta verde tra le mani. Si ricordò di tutte quelle persone che pregavano o si disperavano per la mancanza di soldi. Questo pezzo di carta è capace di salvare vite intere. Trovò stupido questo bisogno,una vita non doveva mai essere consumata dietro a lavori per procurarsi pezzi di carta.

La vita vale molto di più.

Jack chiuse gli occhi.
Si immaginò la banconota nella mente,il colore,l'odore e la forma.
Accanto a lui sentì Kate emettere un verso di sorpresa prima di sentire la sua piccola mano sulla sua spalla. Sentì subito un calore espandersi in tutto il suo corpo iniziando dalla spalla.
Non andava per niente bene,pensò.

Aprì gli occhi e si guardò le mani. Jack aveva nella mano sinistra dieci banconote uguali a quella che gli aveva dato Kate.

"Come hai fatto?" Disse curiosa Kate. Aveva ancora la mano appoggiata sulla spalla del ragazzo e guardava sia la mano che il viso di Jack, meravigliata.
"Magia." Rispose semplicemente lui,sorridendo.

Non era magia come aveva detto a Kate. Era uno dei poteri che gli arcangeli o gli angeli avevano. Gli angeli custodi avevano il potere di guarire le persone,mentre quelli della morte avevo il potere di far arrivare le anime al paradiso. Il potere cambiava di rango in rango. Chi stava più in alto aveva più poteri di chi stava in basso.

Nessuno dei due si era accorto della loro vicinanza. Kate si era spostata in avanti per guardare meglio le banconote e quando guardò Jack mancò poco che sbatesse il suo naso contro il mento del ragazzo.
Si guardarono per qualche secondo prima che lei guardò da un'altra parte arrossendo.

"Allora è perfetto. Vado a prenderti i vestiti di Aaron,ok?"
Lui annuì.

Quando ritornò, diede a Jackson un paio di pantaloni neri e una felpa grigia.
Lui la ringraziò e andò in bagno a cambiarsi.
Dopo aver provato tutti i modi possibili a mettersi i pantaloni neri strettissimi ritornò in salotto. Quando Kate lo vide scoppiò a ridere.

"Sono ridicolo con questi pantaloni,Kate. E poi,sono strettissimi. Penso che la mia circolazione sanguigna si sia fermata nelle mie gambe. A malapena riesco a muovermi."
"Naah ti stanno bene. E adesso,a fare shopping!"
Con questo si chiusero la porta di casa dietro le spalle e salirono nella vecchia Camarro del fratello di Kate.

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Salve lettori :)
Oggi è un mese da quando ho pubblicato il prologo e siamo al settimo capitolo è più di 500 visualizzazioni.
Cioè GRAZIE MILLE A TUTTTIIIII. Siete fantastici come sempre. E grazie anche a chi ha votato la storia,anche voi siete fantastici.
Grazie di nuovo a Elisa,lettrice compulsiva della mia storia ahaha.
Allora,questo capitolo è diciamo dal punto di vista di Jack quindi fatemi sapere se vi piace oppure no...
Alla prossima
Ps. Commentateeeeee e votatee ahahahah
Pps. Sopra c'è una foto di come io mi immagino Jackson ma voi potete immaginarvelo come volete.
Pps. Scusate gli errori ahahah

The Rescue Fall -La Caduta di SalvataggioHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin