4. All Night

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DAPHNE

<<... te lo ripeto per l'ultima volta Aly, lui non è qui e non ha più alcun potere su di te. Ricordatelo>> sentenziai nel vederla giocherellare nervosamente con delle pellicine che le contornavano i pollici- gesto che era solita fare nei momenti in cui i ricordi del passato ritornavano a tormentarla- e il solo pensiero che stesse accadendo nuovamente mi bastò a far ribollire il sangue nelle vene.

<<C-come?>> balbettò incredula spalancando gli occhioni azzurri, puntandoli dapprima ad incrociare i miei e poi a terra, quasi a voler nascondere ciò che vi si poteva leggere attraverso <<Io non->>

<<Non serve inventare scuse con me Aly, ti conosco fin troppo bene. So che la discoteca ti ricorda lui... ma ti posso assicurare che ci sono più di ottomila chilometri a separarvi, e che se ci fosse un modo per allontanarlo ancora più da te, fidati, farei tutto ciò che è in mio potere per farlo>> la interruppi, evitandole il disturbo di improvvisare qualche fandonia <<... con lui è finita, grazie a Dio, e devi lasciarti andare di nuovo!>> la scossi appena dalle spalle, nel cercare un qualsiasi tipo di reazione <<Guardati intorno, insomma, il mare è pieno di... spazzatura, okay, ma è anche pieno di pesci!>> affermai, interrompendomi a metà frase, e questo bastò a distrarla un minimo e far apparire un piccolo sorriso in quell'espressione da cucciolo ferito.

<<Hai ragione, questa sera dovremmo solamente divertirci>> confermò lei, alzando la voce per farsi sentire sopra la musica, e io annuii vigorosamente, alzando il mio bicchierino di Tequila, pronta a fare un brindisi.

<<Alla nostra libertà.>> dichiarai in modo solenne e lei avvicinò il suo shottino al mio <<... e a quel coglione di Dwane, che vada a farsi fottere>> aggiunsi riferendomi al suo tossico ex ragazzo, e lei ridacchiò, alzando gli occhi al cielo. I nostri bicchierini tintinnarono e pochi secondi dopo stavamo entrambe trangugiando il liquido ambrato tutto d'un fiato, strizzando gli occhi per il sapore forte che incendiò le nostre gole.

<<Wow, quanto mi era mancata questa sensazione!>> commentai con aria sognante, sospirando.

<<Fra quanto andiamo a ballare?>> mi chiese lei, tossicchiando appena per la Tequila, e io mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo. Sapevo che l'unico motivo per cui si era lasciata convincere a venire in discoteca era poter ballare liberamente, visto che tutto il resto dell'atmosfera le ricordava il suo ex ragazzo che faceva il dj nei locali più famosi della West Coast, ma io non ero ancora abbastanza ubriaca per divertirmi in mezzo ad una marmaglia di corpi sudati che si muovevano a caso.

<<Stiamo qui ancora un po', fra poco prendo un altro drink e poi andiamo, okay?>> promisi, alzando il tono di voce visto che era appena salito un altro dj alla consolle che prediligeva musica un po' più movimentata rispetto al precedente. Aly annuì e spostò lo sguardo sulla pista da ballo, dove un centinaio o poco più di coreani si scatenava seguendo il ritmo della musica. C'era qualcosa di diverso, però, rispetto ai locali a cui ero abituata: in America ogni persona ballava seguendo il proprio stile, in qualsiasi punto del locale, talvolta bevendo, talvolta parlando con i propri amici, talvolta limonando con qualcuno... lì invece quasi tutte le persone ballavano con il viso rivolto verso il palco, e sembravano quasi muoversi uniformemente, con un braccio teso verso l'alto e una birra o un drink nell'altra mano... era un insolito spettacolo da guardare, ma quella omogeneità era quasi ipnotica, essendo così in contrasto con la caotica massa che regnava nelle discoteche americane.

Spostai lo sguardo sul resto del locale, rigirando il bicchierino tra le mani: la pista da ballo e la zona bar si trovavano al piano terra, mentre ai due lati del bancone al quale eravamo sedute noi si ergevano due moderne scalinate nere, con dei led bianchi a illuminare ogni gradino, e sull'ampio terrazzo che dava sulla sala si intravedevano tavolini e divanetti, e le luci di una zona bar più piccola; quasi sicuramente si trattava della zona privé, perché ai piedi delle scale erano posizionati due attraenti buttafuori in smoking, che avevano il compito di aprire e chiudere l'elegante fascia rossa che permetteva l'accesso solo ai pochi eletti che avevano prenotato e pagato il loro spazio. Noi ci avevamo provato, al telefono, ma essendoci organizzate all'ultimo minuto i posti erano già stati esauriti.

Blood, Sweat & Tears || BTSWhere stories live. Discover now