Prologo

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Era notte fonda quando un sussulto mi ha svegliato da quel sonno profondo che avrei preferito rimanesse tale. Era da giorni che allo stesso orario i miei occhi si aprivano e la mente iniziava a riflettere alle prime luci dell'alba. Domani avrei sostenuto il provino per entrare nella Scuola di Amici e l'ansia mi stava divorando, incolmabile e famelica.

Non avendo nulla da fare decido di scendere in garage e iniziare a fare esercizio riscaldandomi per poi intraprendere una lunga sessione di ballo no stop per arrivare alla prova pronto ma più che altro serviva a rassicurarmi e a tenere a bada i pensieri.

Metto le scarpe da latino nuove regalatemi dai miei genitori, e inizio a ripassare le coreografie che avrei portato il giorno seguente guardandomi nell'enorme specchio sulla parete. Non mi accorgo di mia madre che sull'uscio della porta mi guarda e una volta finita per la terza una movenza di passi mi guardo ansimante nel riflesso di me stesso e non sussulto nel vederla; in un certo senso sono abituato al suo sguardo caloroso con il desiderio nascosto di non deluderla mai, nei miei occhi.

Mi si avvicina e mi circonda le spalle larghe e nude con le braccia mettendo le mani una sopra l'altra all'altezza del mio cuore e, sentendo i suoi capelli accarezzarmi la pelle, un calore familiare si insinua dentro di me calmando a mano a mano il mio respiro.

"Sei pronto?" mi sussurra chiudendo gli occhi e accarezzandomi il petto.

"Lo spero" le dico in un vano tentativo di convincermene.

"Sii solamente te stesso e mostra a tutta la nazione il vero Mattia" mi bacia la spalla e senza attendere una mia risposta si allontana rientrando in casa.

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