𝑺𝒂𝒌𝒂𝒂𝒓

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Riaprì gli occhi con fatica, mettendo a fuoco l'ambiente.

Mi accorsi di trovarmi in una stanza dalle tonalità sul bianco.

- Ben svegliata, ragazza: ti senti meglio? -

Proferì una voce femminile in quell'istante.

La carnagione era scura e il volto era dipinto da alcune strisce bianche.

Indossava un'armatura dalle tonalità sul blu e i capelli castani erano raccolti in una coda alta.

- Chi sei? Dove mi trovo? -

Chiesi allarmata.

Costei non perse tempo a rispondere.

- Sono la Predatrice 142 e ti trovi su un pianeta chiamato Sakaar. -

Dichiarò meccanica.

Non negai di avere timore.

Dalla vetrata si ergeva una grande città, costituita da una vasta tecnologia.

Dalla vetrata si ergeva una grande città, costituita da una vasta tecnologia

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- Che razza di posto è questo? -

Domandai spazientita, desiderosa di tornare a casa.

- Sei all'interno della dimora del Gran Maestro...diciamo che gestisce questa catapecchia. -

Spiegò breve, ma ben coincisa.

- Chi è questo Gran Maestro? Perché sono qui? -

Incalzai con le domande, manifestando una certa agitazione.

- Eri in fin di vita: sono due settimane che riposi sopra questo letto. Il colpo inflitto alla gamba, ha rischiato di avvelenare il tuo sangue. Se non fosse stato per quell'altro tizio che abbiamo pescato a quest'ora passeresti il resto dei tuoi giorni sottoterra. -

Rimasi scioccata da tale rivelazione.

Avevo rischiato di passare a miglior vita per colpa di quella strega.

Mi scoprì la gamba, notando che fosse ricoperta da una vistosa fasciatura.

- Chi è stato a curarmi? -

Ripresi, curiosa di conoscerne l'identità.

- Non so da dove provenga, ma ha un nome strano...un certo Kiwi o qualcosa del genere. -

Assentì sospettosa: dovevo saperne di più.

- Dove posso trovarlo? -

Chiesi risoluta: ella ribatté puntuale.

- All'alloggio che ti è stato assegnato: è con lui che dividerai le stanze...seguimi, ti faccio strada. -

Replicò la misteriosa donna, esortandomi a seguirla.

- Riesci a camminare? -

Aggiunse lievemente preoccupata.

Annuì solo con un cenno del capo.

Nonostante le terribili condizioni, potevo eseguire ogni passo senza problemi.

Colui che ebbe modo di curarmi aveva compiuto un vero e proprio miracolo.

Le pareti dell'alloggio in cui avrei soggiornato erano costituite da soli due colori.

Ovvero il giallo e il blu.

Sembrava di vivere all'interno di un film fantascientifico.

Il misterioso coinquilino con cui avrei dovuto convivere, provocava in me una strana agitazione.

Venni riscossa dai miei pensieri per via della voce di quest'ultima.

- Entro questo pomeriggio verrai convocata dal Gran Maestro in persona. Se vuoi guadagnarti da vivere, dovrai lavorare come tutti gli altri. -

Mi irrigidì a causa di quell'avvertimento.

Temevo che il mio soggiorno si fosse prolungato più del previsto.

- E quale sarà il mio compito? -

Pronunciai ostile, guadagnandomi l'effettiva risposta.

- Sarà egli stesso a dirtelo, ora riposati. -

Dopo essere uscita dalle mie stanze, rimuginai a lungo sugli ultimi avvenimenti. 

Avrei dovuto rimanere con Stash e continuare per la mia strada.

 Preferì invece catapultarmi in un altra delle mie avventure cosmiche in compagnia dei due asgardiani.

Senza dubbio, Hela doveva aver già assediato la cittadella da un pezzo.

Bisognava rintracciare Thor e Loki a qualsiasi costo.

Percepivo che fossero dispersi in qualche angolo dell'Universo.

Mi distesi sul letto, attendendo le prossime ore.

L'idea di essere in un pianeta lontano anni luce dalla Terra non mi piacque per nulla. 



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