Ordine e Caos: due forze motrici distinte, ma al contempo così uguali...due facce della stessa medaglia per dare un senso alla vita. Racchiuse in due anime separate dal destino, però costrette a ritrovarsi ancora una volta per via di un caso fortuit...
Nel pomeriggio fui convocata dal gestore di quel determinato ambiente.
Non potevo negare a me stessa che fosse caotico, senza legge e squallido.
D'altronde le dicerie che giravano sul cosiddetto Gran Maestro, parlavano chiaro...chi lavorava per lui era costretto a svolgere lavoretti poco inclini al decoro.
Dichiarai alle sue spalle quanto fosse subdolo, amante del sesso e i dei vari giochi d'azzardo.
Inoltre la donna che ebbe modo di occuparsi di me era nientemeno che una commerciante di schiavi.
Al solo pensiero di passare il resto della mia vita in un posto simile, mi salirono i conati di vomito.
Prima o poi avrei escogitato un piano per fuggire.
Era solo questione di tempo.
Entrai all'interno della stanza, vedendolo per la prima volta.
Ovvero un uomo di mezza età con indosso un abbigliamento per nulla sobrio.
Fu lesto a squadrarmi dall'alto in basso.
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Mi sottopose ad uno sguardo intenso e sospettoso, percependo un senso estremo di disagio.
- Avvicinati, cara: non ti mangio mica. -
Esordì fintamente soave, ritenendolo viscido e ripugnante.
- Come puoi vedere sono colui che gestisce questa pagliacciata...prego, seguimi. -
Mi invitò.
Percorremmo i vasti corridoi dell'edificio, finché non giungemmo nel bel mezzo di una festa.
Uno di quei party ben movimentati colmi di eccessivo edonismo e ai limiti della follia.
Solo allora il Gran Maestro osò spiegarmi quale compito avrei dovuto svolgere.
Non ero affatto entusiasta dell'idea, ma era l'unica maniera per adattarsi e trovare una via di fuga.
- Topaz, accompagna questa graziosa signorina alla sua postazione. -
Le ordinò senza troppi giri di parole.
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