48. UNA NUOVA CACCIA

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Ada e Havel erano ancora disarmati, faccia a faccia con il leone oscuro. Un ringhio basso uscì dalla sua gola, trasformandosi in una risata gutturale.

«Davvero volete affrontarmi a mani nude? Ridicolo.»

Il figlio di Sidal ignorò le parole del leone, concentrato sul proprio corpo. Sentiva il dolore pulsare dal braccio destro e, con uno sforzo concentrato, inibì il flusso di mana verso l'arto, limitando così la magirragia. Sapeva di non poter utilizzare pienamente quel braccio, ma non aveva intenzione di fermarsi. Il leone s'inerpicò sui suoi muscoli possenti, pronto a scattare.

Senza attendere altro, i due Stirpemista si lanciarono all'attacco. Havel fu il primo a muoversi, puntando dritto al fianco sinistro della bestia con una serie di pugni veloci. Colpì con tutta la forza che riuscì a raccogliere senza rafforzare il corpo attraverso il mana. Il suo pugno sibilò nell'aria, prima di affondare contro la pelliccia spessa della creatura, senza causare un reale danno.

"Diamine!"

Il colpo successivo rimbalzò come se avesse colpito roccia.

"Non sono abbastanza forte senza rivestire il mio corpo con il mana?"

Ada si lanciò subito dopo in un affondo diretto, cercando di scalfire il dorso del leone con un calcio. Il suo piede si ricoprì di una leggera scia luminosa di energia magica. L'impatto risuonò con uno schiocco secco, ma la creatura inclinò appena la schiena, più infastidita che ferita. Li osservò, un lampo di derisione negli occhi. Scattò verso di loro con un movimento rapido e letale. La figlia di Rutia rotolò di lato, sfuggendo di pochi istanti a un graffio mortale. Havel, invece, si piegò su sé stesso, evitando per un soffio i denti affilati che scattarono verso il suo collo.

Senza esitare, il ragazzo sfruttò l'apertura e, con un balzo in avanti, colpì di nuovo, mirando alla gola con un gancio violento. Stavolta il pugno ebbe un lieve impatto, spingendo appena la testa della creatura indietro.

Nonostante non fossero ancora stati feriti, i Fiori d'Equinozio non si sentivano per niente al sicuro. Il felino non sembrava nemmeno essere concentrato su di loro. Ada si rialzò e si gettò di nuovo nella mischia, affiancando il compagno ferito. Insieme, tentarono di coordinare l'assalto, alternando pugni e calci verso il corpo massiccio del leone.

La creatura si muoveva con un'agilità distante dalle tipiche movenze di una creatura animale, quasi come farebbe un'ombra che si sposta appena per schivare, in attesa del momento giusto per colpire. Balzò di lato e abbassò il corpo in posizione di attacco. I suoi occhi brillarono con malizia mentre un ringhio profondo risuonava dalla sua gola. Fece scattare una zampa verso Ada con velocità fulminea. Lei si gettò all'indietro per sfuggirgli. Rotolò per spingere la belva a protrarsi in avanti nel tentativo di raggiungerla, così da sbilanciare la sua posizione.

Havel avanzò, il pugno sinistro, unico ancora intatto, potenziato dal mana che scorreva attraverso i vasi argentati.

Mirò al petto del nemico e gridò: «Resisti a questo, brutto bastardo di un gatto gigante!»

L'impatto risuonò con forza e il leone vacillò.

I due Stirpemista, tuttavia, non cantarono vittoria. Non era ferito né spaventato, anzi, il suo sguardo era illuminato da una gelida soddisfazione. Ruggì e cominciò una larga risata, girando il capo verso di loro con un'aria di totale superiorità.

«Avete cuore, lo ammetto, ma è tutto inutile.»

Dette quelle parole, si mosse con velocità impressionante. Havel, ancora in posizione difensiva, non fece in tempo a reagire. La zampa massiccia della creatura lo colpì con violenza, scaraventandolo attraverso la sala come se fosse un proiettile. Si schiantò contro il muro con un rumore sordo e si accasciò a terra, il respiro spezzato e affannoso. Il dolore si diffuse come un'onda di calore insopportabile.

Maschere Immortali - L'Alba della VeritàWhere stories live. Discover now