43. IMBOSCATA

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Il Sentiero Evanescente si dissolse del tutto intorno a Shirei. Le ultime tracce magiche svanirono come nebbia al sole nascente. Lo Stirpemista dai capelli corvini si ritrovò nella mensa dell'ospedale di Colorno.

Sentiva crescere dentro di sé un segnale di allarme. I suoi sensi acuiti percepivano qualcosa di sbagliato, una presenza malevola che sembrava nascondersi appena oltre i confini della parete.

Deglutì.

"Dev'essere il viandante."

I suoi occhi viola scrutarono l'ambiente con cautela. Era certo di essere svenuto in un'altra posizione, dunque voleva comprendere come avesse fatto a risvegliarsi lì. Il suo respiro era affannato e riecheggiava nel luogo quasi deserto. La stanza, che fino a qualche decina di minuti prima sarebbe stata animata da voci anziane, risultava avvolta da tralci d'inquietante oscurità che si arrampicavano lungo le pareti. Le lunghe file di tavoli di legno con le superfici sbiadite erano state frammentate dalla misteriosa forza oscura, la quale si era bloccata proprio davanti ai suoi piedi.

Allungò il collo verso la strana macchia e la ispezionò.

La massa magica e pulsante giaceva sul pavimento, disegnando linee illogiche lungo tutto il perimetro della mensa. I bordi neri come la pece sembravano contorcersi, mentre l'interno sfumava in tonalità violacee e bluastre. Sembrava quasi viva, pronta a inghiottire nella corruzione più totale le anime degli Stirpemista e di tutti i mortali.

Conscio delle nuove scoperte fatte all'interno del proprio Sentiero Evanescente, il figlio di Cragar chiuse le palpebre e si posò una mano sul petto. Il suo obiettivo era riuscire a replicare quanto fatto nel proprio subconscio: veicolare l'etere fino a potenziare la sua vista.

Era consapevole di quello che Ada gli aveva spiegato, quindi il suo non era che un tentativo. Una volta sopravvissuti a quella sensazione, si sarebbe assicurato di allenare quell'abilità fino alla perfezione.

Il potere, con sua grande sopresa, rispose subito al suo volere. Replicò gli stessi passaggi utilizzati nel Sentiero Evanescente per attivare la tecnica e avvertì un brivido corrergli lungo la schiena. Soffocò la sensazione fastidiosa e permise all'etere di fluire verso il suo apparato visivo. Il mondo attorno a lui era cambiato, ma sentiva gli occhi andare a fuoco. Fece in tempo a lanciare uno sguardo alle macchie residue d'oscurità, prima che una fitta di dolore e le lacrime non lo costringessero a chiudere di colpo le palpebre.

Sentì l'etere essere riassorbito nel proprio nucleo divino, tuttavia attese qualche secondo prima di riaprire gli occhi e si soffermò su quanto aveva visto. Le tracce d'oscurità erano apparse come particelle di colore verde, ciò non lasciava dubbi.

"Etere."

Fece un respiro profondo e tornò a osservare la mensa, solo allora un movimento sulla sinistra attirò la sua attenzione.

Accanto allo Stirpemista c'era Ada, la sua figura snella e muscolosa tesa come la corda di un arco. La ragazza era seduta a terra, rigida, con il busto in avanti e le mani serrate sulle ginocchia piegate, come se cercasse di ancorarsi a qualcosa di concreto. I suoi occhi grigi, grandi e vitrei, fissavano un punto indefinito di fronte a lei, senza realmente vederlo. I capelli erano scompigliati e ricadevano sul suo viso in scure e fini ciocche. La ragazza, però, n

Non era immobile, al contrario tremava all'impazzata.

Shirei valutò se avvicinarsi o meno, prima che un ruggito attirasse la sua attenzione. Le dita della sua mano destra si contrassero, pronte a evocare la Lama della Discordia al minimo segnale di pericolo.

Passò un secondo, poi dieci, trenta, un minuto, ma nulla accadde.

L'Erede Proibito tornò a concentrarsi sulla compagna e notò le sue labbra schiudersi per poi tapparsi di nuovo, come se stesse ripetendo qualcosa tra sé e sé.

Maschere Immortali - L'Alba della VeritàDonde viven las historias. Descúbrelo ahora