28ª IL MONDO NON LO SENTO

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"senti Ale, io davvero non voglio parlare con Lorenzo, nemmeno guardarlo, nulla"

"mi sembra un po' eccessivo"

"beh non lo è"

"beh convinta tu"

io ed Ale continuiamo tutta la sera a chiaccherare, finché non mi addormento e lui se ne va

la mattina dopo (lunedì) la sorvegliante ci sveglia a suon di campanate, quanto odio svegliarmi così. Dopo aver fatto colazione ed essermi lavata vado a lezione, ora abbiamo Maggi che inizierà le interrogazioni. Prima che entrasse in classe faccio una preghiera, era tipo

"oh Signore io prego per non essere interrogata"

ed effettivamente così è stato, Maggi non mi ha interrogata, che sensazione fantastica

e uguale per le altre materie, le mie preghiere sono state esaudite

io e tutti i miei compagni andiamo in Sala Relax, sono stata insieme ad Elisa e Valentina per provare a farle chiarire, quelle due si odiano davvero molto

ALESSANDRO'S POV

mi avvicino a Matilde per illustrarle una volta per tutte il piano

"quindi, io porto Lorenzo in Sala Pianoforte, mentre tu ci porti Lola, non appena sono entrambi dentro li chiudiamo lì"

"perfetto"

dopo un po' entrami li portiamo lì, anche se da direzioni diverse per non destare troppi sospetti

FINE ALESSANDRO'S POV

"dai Mati basta, dove mi stai portando??" le chiedo quasi scocciata prima che lei mi spingesse in una stanza e chiudesse la porta

all'interno della stanza c'era anche Lorenzo e il pianoforte, quello dove mi ha cantato la prima canzone

"senti Lola, sai che mi dispiace, io più di questo non saprei davvero cosa fare" dice lui dal nulla, iniziando a suonare il pianoforte

Mi sono chiesto spesso
Che cosa fosse il tempo
Se in fondo quando ti amo
Il mondo non lo sento
Mi sono chiesto spesso
Tra una sigaretta e l'altra
Quale fosse la ragione
Perché tu fossi così bugiarda
In fondo ho dato tutto
Ma questa è anche colpa mia
È che mi piaci perché curi
Questa bastarda ipocondria
E ho capito che il mondo lo vivo così
Con la faccia distrutta quando è lunedì
E ho capito che in fondo va bene così
Anche se siamo distanti
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
Tanto ti porto con me
Sì, lo so, lo dici spesso
M'ha cambiato 'sto successo
È che quelli come me
Buttano l'oro dentro al cesso
Non gli danno mai importanza
E poi si senton sempre soli
Hanno il ghiaccio dentro al cuore
E hanno i fiori nei polmoni
Ma in fondo ho dato tutto
Ma questa è anche colpa mia
È che mi piaci perché curi
Questa bastarda ipocondria
E ho capito che il mondo lo vivo così
Con la faccia distrutta quando è lunedì
E ho capito che in fondo va bene così
Anche se siamo distanti
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
Tanto ti porto con me
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
Tanto ti porto con me
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
Tanto ti porto con me
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
A me va bene anche distanti
Tanto ti porto con me

(le parti in grassetto sono quelle più importanti della canzone)

mi avvicino a Lorenzo e lo bacio, su dai, mi ha appena dedicato una canzone così, su due piedi, voi che avreste fatto eh?

"perdonato dai, questa volta te la lascio passare con una sola canzone"

"quindi siamo pari?" chiede abbracciandomi

"assolutamente no" rispondo con il sorriso sul viso

dopo un po' ci stacchiamo dall'abbraccio

"organizzatore, ora come ci usciamo da qui?" lo prendo in giro aspettando una risposta

"guarda che non ho mica organizzato io tutto questo" alla sua affermazione alzo un sopracciglio

"e come usciamo?"

"non usciamo"

"sii serio Lorenzo, come cazzo usciamo? se ci trovano qui siamo fottuti, sia noi che Matilde e Ale che ci hanno chiusi qui dentro" spiego

"non ci avevo pensato, noi comunque non possiamo fare altro che aspettare"

così ci sediamo per terra con la schiena appoggiata al muro uno affianco all'altra, solo che io tendo la testa sulla sua spalla e lui il braccio sulle mie spalle

"iniziai a fare un po' freddo" dice Lorenzo verso l'una

"eh già, se la sorvegliante domattina non ci trova sono cazzi"

"dai dormi, quando arrivano ti sveglio io" dice Lorenzo, e così faccio

Matilde e Alessandro sono arrivati per le 4:00 direi

"scusate! c'eravamo dimenticati!" si scusa Matilde aprendo la porta

"no ma va, tranquilla" rispondo ironica sbadigliando

quando torniamo in camera Lorenzo mi ferma un attimo, mentre Alessandro e Matilde vanno avanti

"non ti sembra di aver passato già abbastanza tempo con me oggi?" chiedo con un sorrisetto (oserei dire compiaciuto) sulla faccia

mi piace moltissimo provocarlo

"non è mai abbastanza se sto con te"

"da quando hai dei sentimenti caro Sena?"

"eh chi lo sa" dice avvicinandosi

ormai avevo la schiena contro la parete

Lorenzo appoggia una mano sul muro e si avvicina guardando fisso le mie labbra, mentre il mio sguardo passava dalle sue ai suoi occhi

'prendo l'iniziativa' e mi avvicino di poco più di un centimetro per baciarlo, tanto alla fine sappiamo tutti che sarebbe finita così. L'altra mano (quella non appoggiata al muro) l'appogga sul mio fianco mentre io metto la mano nei suoi ricci

ahh Lorenzo, mi farai proprio impazzire

dopo un po' ci stacchiamo, mi dà la buonanotte e ce ne torniamo in camera

Matilde mi stava aspettando sul letto seduta a gambe incrociate, ancora molto molto sveglia

"susu raccontami tutto"

e così faccio, da quando ci hanno chiuso lì dentro a poco prima

"ahh siete la mia ship preferita" commenta alla fine della 'storia'

"ma guarda che non stiamo mica insieme eh"

"stai scherzando vero?"

"no"

"e cosa aspettate? un invito scritto?"

"nemmeno"

"e allora?" chiede lei incredula

"eh allora non voglio stare con lui, quando mi ha chiesto cosa fossimo ho risposto 'amici a cui piace baciarsi', e nulla, più che altro abitiamo lontani, fuori da qui come facciamo?"

"intanto provateci almeno"

"no Mati, preferisco di no, ora vado a letto che sono stata sveglia tutta la notte a causa di qualcuno" rispondo sottointendendo che quel qualcuno fosse lei

QUESTIONE DI SGUARDI // LORENZO SENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora