28 - Padre e figlio

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Aveva passato la prima settimana con la sola compagnia di suo cugino ex detenuto, ex alcolista, mezzo pazzo. Per non parlare dell'elfo domestico da incubo che si ritrovava fra i piedi a fissarlo con sguardo adorante nei momenti più inopportuni. E per tutto il tempo non aveva fatto altro che pensare ad Harry e al loro litigio. Le cose che si erano detti l'ultima volta che si erano visti gli giravano in testa come un loop, l'espressione idrata di Harry, mentre lo accusava di averlo ingannato, popolava i suoi incubi notturni.
Cominciava a non poterne più! Se almeno il suo padrino fosse andato a trovarlo come aveva promesso, ma di Severus non s'era vista neanche l'ombra!

Draco aveva scritto le lettere per Pansy e per Blaise, poi ne aveva scritta una anche per Harry, ci aveva messo tutto il giorno, gli aveva spiegato tutti i motivi del suo comportamento e gli aveva elencato tutte le ragioni per le quali Harry doveva perdonarlo. Venti pollici di pergamena, neanche i saggi di pozioni raggiungevano quella lunghezza!
L'aveva letta e riletta fino a renderla perfetta.
La mattina dopo l'aveva buttata nel caminetto.
Sirius lo aveva guardato perplesso, marciare verso il camino acceso, nella piccola saletta a fianco alla cucina, intonare un paio di note giusto per ravvivare la fiamma e buttare lo spesso rotolo, imprecando contro la carta che non bruciava a dovere. Poi Draco si era voltato verso l'uomo, che sfoggiava i suoi jeans preferiti, e gli aveva intimato:
-Hai qualcosa da ridire?- Fissandolo con odio. Il pregiudicato pluriomicida aveva alzato le mani in segno di resa, e il pezzetto d'uovo che gli era rimasto incastrato nei baffi era scivolato sulla sua camicia nuova. -Se prendi in prestito i miei vestiti, almeno vedi di trattarli con cura!- Gli aveva urlato. Dopodiché era stato intrattabile per tutto il giorno.

L'indomani, aveva preso in mano nuovamente piuma e inchiostro, deciso a seguire una strada diversa. Ci aveva riversato il suo cuore su quella pergamena, e anche qualche lacrima. Aveva parlato ad Harry dei sentimenti che provava per lui, dell'amore segreto che lo aveva tanto fatto soffrire, quando Harry non si accorgeva neppure della sua esistenza a meno che lui non lo coinvolgesse in qualche rissa e poi di come i suoi sentimenti fossero diventati sempre più forti fino al punto di non poter più confessare la verità per paura di perderlo. Aveva concluso chiedendo perdono e adducendo tante e tali rassicurazioni sul suo comportamento futuro da consumare persino la piuma.
Stavolta non aveva neppure avuto il coraggio di rileggerla, ma aveva ripetuto la stessa marcia forzata verso il caminetto. Era sera e Sirius stava leggendo un libro, stranamente fra le mani reggeva una tazza di tè al posto del suo consueto bicchiere di vetro spesso pieno di liquore.
-Ma sei sempre qui?- Gli aveva intimato, Sirius aveva alzato sul suo viso un paio d'occhi divertiti.
-E' un paio di giorni che non canti e la casa è di nuovo gelida, questo è il solo posto riscaldato- Gli aveva fatto notare, portandosi alle labbra la tazza che sembrava non essere più molto calda. Draco si era guardato attorno, in effetti l'atmosfera lugubre del primo giorno sembrava essersi riappropriata della casa.
-Nella mia stanza non è così, fa più caldo. Comunque stasera non sono in vena, ci penserò domani- E si era chiuso nuovamente nella sua camera.

Il giorno successivo stava cercando di mettere assieme l'ennesima lettera (era molto arrabbiato, aveva deciso che era tutta colpa di Harry e gli stava elencando tutte le sue manchevolezze) quando dei colpi alla porta gli fecero macchiare il foglio.
-Che vuoi, si può sapere? I pantaloni in pelle non te li presto, è inutile che insisti- Urlò, aprendo la porta. Sirius era in piedi appena fuori dall'uscio e non sembrava affatto allegro.
-Adesso ragazzino stai esagerando! Qua dentro si gela!- In effetti dal corridoio arrivava una corrente di aria ghiacciata tutt'altro che piacevole. -Adesso scendi, vai nella sala dell'arazzo e canti la tua canzoncina, poi potrai tornare al tuo dramma- Gli intimò in un tono che non ammetteva repliche. Draco sbuffando inforcò le scale.

La sala dell'arazzo era ancora più tetra di come la ricordasse, la casa doveva essersi offesa per la sua assenza.
-Ti chiedo scusa, non avrei dovuto lasciar passare tutto questo tempo- Fra tutto erano trascorsi quasi quattro giorni dall'ultima volta che aveva cantato per lei.
La casa rispose con uno scricchiolio sinistro e altre candele si spensero. Anche se era mattina inoltrata Draco si trovò quasi al buio.
-Avanti, non fare così, ti ho chiesto scusa. Neanche tu mi perdoni? Per favore?- Insistette, accarezzando il muro polveroso che aveva perso tutti i suoi colori. -Che ne dici se stavolta suonassi anche qualcosa per te? Ho visto un pianoforte, perso da qualche parte nell'oscurità- La casa parve ostentare indifferenza, ma un paio di candelabri si illuminarono in un angolo, rivelando la presenza di un lucido pianoforte a coda.
-Lo sapevo che l'idea ti sarebbe piaciuta- Gongolò Draco, sedendosi e provando qualche scala, tanto per vedere se lo strumento era accordato. -E' perfetto! Sei stata proprio brava- Disse poi, verificando che il piano era in condizioni ottimali.
Suonò qualche nota, e poi iniziò a cantare, accompagnando la sua bellissima voce con il suono dello strumento. La casa parve innamorarsene. La magia a cui aveva assistito quando si era risvegliata per la prima volta si ripeté ancora più velocemente e al primo ritornello, la casa parve voler far parte dell'esibizione, cominciando a sbattere porte e ante a ritmo con la musica. Black rideva come un folle, e forse in parte lo era, ma si stava innegabilmente divertendo. Alla fine della canzone Draco tacque e la casa si esibì in uno cigolio frustrato.
-No, adesso non fare i capricci! Se ci terrai al caldo domani canterò ancora per te, sono stato chiaro?- La casa fece le fusa. "Come fa un edificio a fare una cosa del genere? Eppure sembra un grosso gatto soddisfatto!" Pensava Draco uscendo dalla sala al seguito di Sirius Black.
Fu allora che sentirono lo schiocco assordante di una materializzazione e Lupin piombò nel salotto ferito e sanguinante.

Il pendente dei Black- DrarryWhere stories live. Discover now