Capitolo 20

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Raphael si stava guardando in torno completamente preso dal panico. Era a Kanesh, nella grande sala da ballo del palazzo dei suoi genitori, per il compleanno di Jaques. Certo doveva essere felice di rivedere la sua famiglia, e lo era ovviamente, ma in quel momento il suo pensiero andava a Jafar. Jafar che come tutta la famiglia che governava Shamshara era stato invitato ma che il blu non era ancora riuscito a vedere. Alla fine aveva deciso di seguire i consigli di Viktor e June e di parlare con il rosso a quella festa ma la cosa diventava abbastanza complicata se il rosso non si presentava.

Ed era certo, Raphael, che gli Alberich erano arrivati visto che aveva intravisto alcuni dei fratelli di Jafar. Ma del ragazzo non c'era nemmeno l'ombra. Possibile che non si fosse presentato? No, non poteva essere anche perché era stato richiesto l'obbligo di presenza a tutti visto che Jaques avrebbe rivelato che lui e Violet stavano aspettando un figlio. La pancia della ragazza era diventata abbastanza evidente e di certo con tutti gli impegni pubblici che avevano non potevano evitare di rivelare la cosa.

-a cose stai pensando?- Silkal si avvicinò al nipote con un leggero sorriso sulle labbra. Il suo intento in realtà era quello di distrarlo dai pensieri che lo stavano tormentando ma se non li conosceva non poteva farlo.

-a Jafar, non l'ho ancora visto- rivelò il blu al nonno continuando a scrutare attentamente tutte le teste rosse che intravedeva nella sala.

-vuoi parlargli?- chiese ancora Silkal. Da quando Raphael aveva insistito per cacciare via l'ultimogenito degli Alberich il discorso non era più venuto fuori e l'uomo pensava che il nipote avesse messo una pietra sopra tutta quella storia.

-si- sospirò Raphael -credo di essermi sbagliato e di averlo incolpato ingiustamente. Voglio sapere anche la sua versione dei fatti-

-ti avevo detto di non agire inconsciamente- sospirò a sua volta Silkal anche se era felice che il ragazzo volesse chiarire le cose con Jafar.

-lo so e ti chiedo scusa. Io...io credo di non essere adatto a prendere decisioni nei momenti di panico-

-hanno provato ad ucciderti più volte e da una parte è plausibile che tu vada in tilt ma allo stesso tempo ragazzo mio devi imparare a prendere respiri profondi e ad analizzare con calma la situazione. La cosa migliore da fare in quel caso sarebbe stata lasciare Jafar in camera sua fino a quando la situazione non fosse stata più chiara a tutti e non mandarlo via-

-perché mi hai assecondato allora? Sei ancora tu il governatore di Kultepe, dovresti sovrastare i miei ordini-

-perché eri terrorizzato Raphael- rivelò l'uomo mentre gli veniva in mente la faccia sconvolta del ragazzo -volevo farti calmare e l'unico modo per farlo era cacciare Jafar da Kultepe- Raphael annuì a quelle parole rimanendo in completo silenzio aspettando che Jafar si facesse vedere, ma Jafar sembrava veramente non esserci quindi, quando il nonno fu chiamato da altri governatori, il ragazzo si diresse a passo spedito verso uno degli Alberich che aveva visto da lontano. Non si ricordava il suo nome ma era quasi impossibile farli visto quanto era numerosa la sua famiglia.

-vostra altezza tutto bene?- chiese il rosso vedendolo arrivare con la faccia corrucciata.

-si, scusatemi. Dov'è Jafar? Dovrei parlargli di questioni importanti che non ho potuto affrontare prima- disse Raphael cercando di non far trapelare niente dalla sua voce e dalla sua espressione, doveva essere il più impassibile possibile.

-mi dispiace ma non lo so- gli rispose il ragazzo sospirando mentre cercava di decifrare la faccia di Raphael senza però riuscirci -quando è tornato a Shamashara io non l'ho nemmeno visto, so solo che è stato sicuramente a palazzo per qualche ora prima di scomparire nel nulla. Non sappiamo più niente di lui da giorni- Alì parlò sinceramente anche perché per fortuna suo fratello lo aveva ascoltato quando gli aveva detto di scappare e lo aveva fatto il giorno stesso senza lasciare tracce. Alì sperava davvero che Jafar stesse bene e non fosse in pericolo.

-va bene, grazie per l'informazione. Se torna potresti dirgli che gli devo parlare urgentemente?- Raphael cercò di non tradirsi con la voce rotta per la paura e ci riuscì. Ma che fine aveva fatto Jafar? Possibile che se ne fosse andato chissà dove per colpa sua. Era terrorizzato da quella possibilità.

-certo- gli rispose Alì sapendo però che se Jafar aveva seguito alla lettera il suo consiglio non si sarebbe più fatto vedere. A quel punto però il rosso era davvero curioso di capire cosa avesse combinato il suo fratellino per far si che un palese incazzato Raphael lo andasse a cercare.

Raphael salutò con un cenno della testa il ragazzo ritornando nel suo angolino e prendendo un bicchiere di vino in mano iniziando a sorseggiarlo. Era tremendamente spaventato per quello che poteva essere successo a Jafar. Perché il ragazzo aveva deciso di scappare dalla sua famiglia? Quella domanda non avrebbe trovato risposta fino a quando non sarebbe riuscito a parlare con il ragazzo dal vivo sperando di non combinare un altro dei suoi macelli.

-hai trovato Jafar?- gli chiese suo nonno avvicinandosi, finalmente si era liberato dalle persone che lo avevano inizialmente costretto ad allontanarsi dal nipote.

-non c'è. È scomparso chi sa dove- sussurrò Raphael deciso a non guardare negli occhi il nonno e di affogare tutto il suo dolore nel bicchiere di vino che aveva in mano. Lo stronzo in primis era lui ovviamente visto che riusciva sempre a combinare macelli dove non esistevano. Se solo avesse pensato invece di agire in quel momento si sarebbe potuto trovare a quella festa insieme al rosso e forse sarebbe potuto scappare anche un altro bacio. Quanto voleva risentire le labbra del rosso sulle sue.

Punizione al NordWhere stories live. Discover now