Cappuccetto rosso e la paura del lupo

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C'era una volta un regno (perché così inizia ogni fiaba che si rispetti) fatto di boschi, colline e strade intrecciate.

Un regno di parole, gesti e persone.

Era la casa di tutti e il mondo di nessuno, dove chi aveva timore si poteva rifugiare.

C'erano luoghi incantati protetti da sguardi indiscreti, e nicchie naturali che accudivano i sogni.

Per i boschi del regno era solita girare una donna schiva, che poco amava intrattenersi con i passanti.

Fin da piccola la sua bellezza la precedeva, bella di un bello che non è comune agli occhi, aveva presto imparato a non fidarsi degli uomini che nel corso della sua giovinezza le avevano più volte spezzato il cuore.

Di quel diamante incastrato nel petto, ora, altro non era rimasto da vedere, che lo scrigno in cui era racchiuso.

Certo, una bella scatola fatta di pietre preziose, che però celava la luce di quella più preziosa al suo interno.

Nascosta dal suo lungo mantello rosso, sfuggiva agli sguardi curiosi tenendo ben chiuso il cappuccio a coprirle i grandi occhi verdi.

La notte, quando tutti dormivano, si inoltrava nella foresta e al calore del fuoco danzava, spoglia di quella protezione che le tutelava l'anima durante il giorno, si sentiva libera di mostrare le sue virtù al cielo.

Bianca la pelle, perlacea e morbida, risaltava illuminata dalle fiamme, e la lunga treccia bionda veniva sciolta perché l'energia fluisse.

Un leggero candido abito creava sinuose onde su un corpo morbido dal florido seno.

Non era l'unica donna a danzare nel bosco, a ogni plenilunio si univano a lei altre sorelle, che libere da ogni vincolo intonavano canzoni fatte di speranza.

"Siamo un cerchio nel cerchio, senza inizio e senza fine..." Le voci si espandevano per diverse miglia e i canti diventavano mantra.

"Ladies spin your Circle brightWeave your web of dark and light

Earth, Air Fire and WaterBind us as one"

https://youtu.be/JEDlLQgROdk

Dolci note riempivano l'aria di suadenti melodie.

Sacri simboli si disegnavano sotto ai piedi scalzi, che con volteggi e calpestii segnavano linee magiche sul terreno.

Solo ai margini della foresta, a un passo dalla piccola radura che accoglieva il cerchio, un albero possente, una grande quercia dal tronco poderoso, era stato per anni unico spettatore di tanta meraviglia.

Finì quella solitudine in una fredda notte, quando al solstizio d'inverno tra le sue radici trovò riparo un uomo.

Si rifugiava in quei boschi ogni volta che la vita cercava di piegarlo.

Non mancava di coraggio, ma dopo mille tradimenti il suo cuore era saturo di paura.

Raccoglieva le forze per la battaglia e poi tornava nel mondo reale con nuove armi.

Non era un uomo solingo, così come in molti lo credevano o lo avevano marchiato, semplicemente amava accompagnarsi a chi vibrava alla sua stessa frequenza.

Lo chiamavano il "Lupo" per la sua attitudine al comando, per la voracità con cui azzannava la vita, per la poca propensione a includere nuovi elementi nel suo branco.

All'imbrunire le donne si riunirono per illuminare il giorno più corto dell'anno e lui, nascosto, non poté che ammirare il rito.

Ammaliato da quella femmina che pareva fatta di luna, non riuscì per un solo attimo a staccarle gli occhi di dosso.

Lei non era la più bella di tutte.

Lei era solo di una bellezza diversa.

Lei non danzava meglio di altre.

Lei danzava libera.

Lei non brillava più delle sorelle.

Lei era luce.

Faville di fuoco si univano al cielo, mentre il bagliore della fiamma illuminò per un attimo il tronco della quercia.

In quello stesso attimo i loro occhi di fusero gli uni negli altri in unisona sincronia mistica, e ciò che prima era, mutò per sempre, di due mondi se ne creó un terzo, unico e irripetibile.

Si fecero lontane le voci dei canti, si fecero lontane le presenze , mentre i corpi si avvicinarono.

Non servono parole quando le anime si riconoscono e così fu anche quella notte in cui una donna schiva si accoccolò tra le braccia di un uomo di malaffare, e il cuore di entrambi si schiuse fluendo attraverso le loro labbra, trasformando alla luce del fuoco due entità in unica essenza.

Medicina per l'anima divennero l'una per l'altro, è ancora oggi, nelle notti di luna piena, ai piedi di quella quercia Cappuccetto Rosso e il Lupo si danno appuntamento per rinnovare l'alchimia nata da quel bacio.

E se un giorno vorrete credere alla magia, chiudete gli occhi e datevi il permesso di raggiungere quel regno, cercate l'enorme quercia che accudisce la radura, lì , tra le sue radici troverete uno scrigno prezioso, al cui interno v'è stata riposta la paura di amare.

EDS9 - C'ERA UN'ALTRA VOLTAWhere stories live. Discover now