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San

Il Marchio Nero era lí, proprio sulle nostre teste.

Non riuscivo a credere che tutto quello stava accadendo davvero, che in poco tempo la mia situazione era cambiata dallo stare passando una mattina in compagnia della persona per la quale avevo iniziato a provare dei sentimenti al caos più totale che avrebbe portato ad una sola cosa: alla guerra.

Ero stato a pochissimo dal rivelare che volevo conoscerlo, volevo dirgli soltanto che avevo intenzione di trovare una soluzione con la mia famiglia perchè volevo stare con lui, ma non ne avevo avuto l'occasione. Ed ora mi ritrovavo in questo pasticcio, senza nemmeno sapere come risolverlo.

«Attento!»la voce di Wooyoung mi riempí le orecchie mentre mi prendeva per un braccio e mi tirava all'interno della tenda. Ovviamente lí dentro non potevamo essere al sicuro, ed era reso evidente dal movimento continuo del tessuto che ci aveva coperto la testa quella notte.

«San, che sta succedendo?»mi chiese lui confuso e io semplicemente lo ignorai, andando a cercare la mia bacchetta dove l'avevo lasciata la sera prima. Fortunatamente era lí e, insieme alla mia, vi trovai anche quella del ragazzo. Presi entrambe e poi tornai da lui, porgendogli la sua.

«Non lo so, ma se loro sono qui, le cose non si metteranno bene.»gli dissi nella maniera più rassicurante possibile e tenendomi le sue mani nelle mie per un po' più di tempo del dovuto. Avevo paura che una volta usciti di lí tutto sarebbe cambiato, che non avrei più avuto la possibilità di toccarlo, di stringerlo, di baciarlo.

Di amarlo.

Per questo avvicinai il viso al suo e gli lasciai un bacio che non fu profondo ma con il quale cercai di trasmettergli tutte le mie emozioni per lui. Purtroppo fu di breve durata perchè subito dopo sentimmo un esplosione non troppo lontana da noi, allora ci separammo di scatto e io lo guardai un'ultima volta.

«Andiamo, dobbiamo andarcene da qui.»gli dissi e lui annuí, poi l'attimo dopo fummo fuori di lí e in mezzo al campo di battaglia. Da ogni parte sentivo urla di incantesimi e girandomi potevo vedere i colori delle diverse magie lanciate da ogni lato.

In quel momento ringraziai la mania di Yeosang di alzarsi presto ogni mattina e il fatto che era riuscito a convincere Seonghwa ed Hongjoong a seguirlo per lasciare a me e Wooyoung un po' di privacy, cosí sapevo che almeno loro tre erano al sicuro.

Mentre camminavo afferrai la mano libera del ragazzo e lo tenni sempre vicino a me, senza mai volermi separare da lui. Mi girai soltanto per un attimo e vidi la sua espressione spaventata e preoccupata in viso, mentre si guardava attorno per cercare di capire come uscirne di lí.

In quel momento provai paura.

Sapevo che io, in un modo o nell'altro, ne sarei uscito intero da quella situazione, i miei genitori sapevano che ero andato a vedere la Coppa del Mondo di Quidditch e sapevano quindi che io er in questo posto, perciò sicuramente avevano avvertito di non colpirmi.

Quel fatidico giorno in cui ero dovuto andare a fare quella sorta di audizione all'ordine dei Mangiamorte, ovviamente ero risultato perfetto. Bravo con la bacchetta, bravo con le pozioni e in grado di mantenere la calma anche nelle situazioni peggiori oltre al fatto di possedere una buona leadership, sicuramente una dote che avevo mantenuto dopo essere stato capitano della squadra di Quidditch ad Hogwarts.

Mi era stato detto che avrei avuto tempo fino al giorno del mio compleanno per decidere cosa fare del mio futuro e, si dava il caso, che il mio compleanno sarebbe stato proprio l'indomani.

Per questo, l'idea che i miei genitori c'entrassero qualcosa con quel fatidico attacco, non riusciva ad uscirmi dalla testa dal momento in cui avevo visto il marchio nel cielo. C'erano troppe coincidenze secondo me, e anche se non aveva senso creare un attacco diretto a me ma senza toccarmi, non riuscivo davvero a smettere di pensarci.

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