Ussr x Third Reich - request

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Proposto da: ___katee__
Ship: Ussr x Third Reich
Rating: rosso
Gender: boy x boy
Punto di vista: 3^ persona
Idea: Ussr e Third Reich si sono conosciuti da bambini, ma poi si sono separati e si sono incontrati quando ormai è troppo tardi (forse)

~~~

Il ragazzo nuovo era molto strano. Parlava poco, non correva mai e non partecipava a nessun gioco, si limitava a stare seduto in disparte con un'espressione impassibile un volto e pasticciare su un grande quaderno rivestito di cuoio nero.
Nessuno degli altri bambini sapeva cosa stesse disegnando, più che altro perché nessuno aveva voglia di scoprirlo.
Tutti quanti cercavano infatti di stargli il più lontano possibile e ogni volta che erano abbastanza isolati sussurravano commentacci e offese che non avrebbero mai ripetuto di fronte al diretto interessato, li metteva troppo a disagio.
L'unico che non sembrava troppo intimidito era Ussr, forse perché il potere del padre lo faceva sentire talmente sicuro di sé da non preoccuparsi di niente o forse perché aveva percepito qualcosa in quel ragazzino che lo spingeva a diventare suo amico.
Perciò un pomeriggio lasciò gli altri bambini a giocare e andò a sedersi su un muretto con "quello nuovo", che si limitò a rivolgergli un'occhiataccia prima di tornare a scarabocchiare con la sua matita.
Ussr lo osservò in silenzio dondolando le gambe e mentre si toglieva delle foglie dai calzoncini (poco prima aveva giocato a calcetto e per recuperare il pallone era dovuto andare in mezzo ai cespugli) chiese sinceramente incuriosito - Cosa stai disegnando? -
Il ragazzino si fermò e dopo qualche attimo di esitazione gli porse il quadernino, poi indicò un passerotto che saltellava da un rametto all'altro per costruirsi un bel nido.
Ussr osservò l'uccellino, poi il disegno a matita e rimase a bocca aperta - Wow! È super realistico! Sembra quasi una fotografia... come hai fatto le piume? - 
Il ragazzino abbassò gli occhi imbarazzato, perdendo per la prima volta la sua inepressività, e timidamente rispose - A mano... le ho disegnate una ad una... - 
- Ci vuole un sacco di pazienza! Quando papà mi costringeva a dipingere mi annoiavo sempre - commentò Ussr ridandogli il quaderno - Hai fatto anche altri disegni? - 
- Sì... ma sono segreti, li faccio vedere solo ai miei amici - rispose subito - Quindi non chiedermelo neanche - 
- Oh... devono essere fortunati i tuoi amici! Sono venuti anche loro qua in vacanza? - 
- No, sono rimasti a casa mia a lavorare... -
- A lavorare? Aspetta, chi sono i tuoi amici? - 
Il ragazzino arrossì ancora più a disagio e mormorò - Il signor Hans e la signora Mittlefrauner... sono il giardiniere e la governante... - 
Ussr piegò la testa sorpreso, ma poi sorrise - Ehi, non essere triste! Posso essere anch'io tuo amico, così ne avrai ben tre - 
- Non ho bisogno della tua amicizia, sto bene così - borbottò l'altro, anche se non sembrava troppo convinto.
- Eddaiiii, non ti costa niente! Dammi un periodo di prova almeno! - gli tirò una piccola gomitata - Partiamo con il tuo nome - 
Il ragazzino alzò gli occhi al cielo fingendosi esasperato - Mi chiamo Third... tu sei Ussr, giusto? Gli altri continuano a chiamarti così... - 
- Esatto! E ora che questo è sistemato, comincia il mio periodo di prova - scese dal muretto e si spolverò i vestiti - Possiamo andare a giocare con gli altri, se vuoi provare. Se no ti faccio vedere dove dipinge mio papà, magari trovi qualcosa che ti piace e te lo regalo! - 
Third spostò lo sguardo a disagio, stropicciandosi il bordo della camicia mentre pensava a cosa scegliere. Alla fine la pressione ebbe la meglio e con un sospiro mormorò - Come vuoi te, io mi adatto... - per poi alzarsi e stringersi al petto il suo quadernino. 
Ussr gli rivolse un enorme sorriso contetno e lo prese per mano, tirandolo con sé verso il campetto dove gli altri bambini della corte stavano ancora giocando. 
Third si lasciò trascinare tenendo gli occhi bassi, anche se un piccolo sorriso si era formato sul suo viso. Forse non sarebbe stato male passare del tempo con qualcun altro per una volta.

***

Erano passati diversi anni e molte cose erano cambiate. Dopo quel loro primo incontro Ussr era riuscito a passare diversi mesi con Third, fintantoché era durata la sua "vacanza" al palazzo russo. Poi, qualcosa era successo tra i loro genitori e senza che nessuno dei due riuscisse a salutare l'altro erano stati separati. 
Ussr aveva dovuto affrontare molte cose e il suo carattere era cambiato completamente, portandolo a vedere il mondo con cinicità e cattiveria.
E alla fine, si era un po' dimenticato del suo migliore amico d'infanzia. 
Almeno, fino a quando non aveva sentito delle sue recenti imprese e per qualche giorno era rimasto troppo scioccato per anche solo discuterne. Non pensava che un ragazzino così timido e tranquillo potesse diventare un dittarore dal pugno di ferro. Non lo riteneva possibile. Aveva continuato a non crederci fino a quando non l'aveva incontrato di persona.
Sorrideva più spesso di quando era bambino, ma quel sorriso non aveva niente di allegro, era solo folle. Camminava a testa alta, quando un tempo continuava a fissarsi i piedi, e non si fermava di fronte a nessuno. Era forte e finalmente sapeva di esserlo. 
Da una parte, Ussr era orgoglioso di lui, di come era cresciuto e di quanto era migliorato nel carattere. Di sicuro non si sarebbe più fatto prendere in giro da nessuno. Ma allo stesso tempo, gli faceva paura, perché aveva anche perso tutti quei piccoli particolari (sfocato nei ricordi di Ussr) che lo rendevano calmo ed educato. 
Come se non bastasse, Ussr non apprezzava per niente la donna che lo accompagnava ovunque andasse come se fosse la sua ombra. Per carità, sembrava bella e forte, una moglie perfetta nella visione dell'uomo, ma gli stava portando via il suo vecchio amico. Gli stava portando via l'ultima persona a cui si era affezionato veramente, l'ultimo contatto con la sua infanzia felice. 
Ussr era molto arrabbiato, ma come aveva imparato cercava di non darlo a vedere e rimaneva impassibile, fermo accanto alla propria poltrona con le mani unite dietro la schiena. Third si avvicinava sempre di più, continuando il suo giro di saluti, e ad ogni passo il nervosismo di Ussr continuava a crescere. 
Lo avrebbe riconosciuto o era passato troppo tempo? 
Chi era quella donna e perché indossavano entrambi degli anelli di fidanzamento? 
Era troppo tardi? 
Cos'era successo a quel piccolo artista per farlo mutare radicalmente? 
Aveva sofferto? 
Il tempo sembrava scorrere sempre più lentamente, gli stivali rimbombavano sul pavimento come colpi di cannone, poi Third arrivò finalmente davanti all'uomo e si fermò ad osservarlo. 
Rimasero entrambi in silenzio, senza neanche accennare a stringersi la mano per salutarsi. 
Il ghigno di Third si spense lentamente, la luce crudele nei suoi occhi si affievolì e con un gesto imbarazzato si calcò meglio il cappello in testa prima di superarlo. Impero Giapponese lo guardò confuso dalla sua reazione, ma si mise subito a seguirlo senza farci troppo caso, rimanendo al suo fianco come la fidanzata perfetta che cercava sempre di essere.
Tanto quei pochi istanti erano bastatati, una sola occhiata era stata più che sufficiente. 
Third e Ussr si erano guardati con rimpianto, mille cose nelle loro teste che avrebbero voluto rifare per poter stare insieme e vivere quegli anni in maniera completamente diversa.
Però, le cose non erano andate così, non in quell'universo. 
Almeno, avevano ancora quei piccoli momenti felici dell'infanzia a ricordarsi dell'altro.

[Spero vi piaccia (no beta read, we die like real men), dopo una cosa che è successa ieri la mia allegria e la mia autostima sono finite sotto un treno :D
E ora c'ho voglia di un po' di Rusame per tirarmi su il morale, qualche spunto? :3]

Countryhumans One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora