Capitolo Terzo

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-Oh, santo cielo, che orribile mal di testa, stamane!- esclamò Caroline Bingley, entrando in sala da pranzo la mattina seguente al ballo di Meryton e sdraiandosi su una chaise longue, portandosi teatralmente un braccio a coprirsi gli occhi dalla luce che filtrava dalle ampie finestre di Netherfield Park.

Seduto al tavolo da pranzo, gambe accavallate, in una mano una fumante tazza di caffè e nell'altra un giornale datato due giorni precedenti, molto onestamente non sollevai nemmeno lo sguardo verso la dama sofferente, avvezzo com'ero a sentir parlare delle sue emicranie. Ragion per cui, giusto per cortesia e abitudine, mi limitai a borbottare un - oh, mi spiace molto. Avreste dovuto trattenervi nelle vostre stanze e cercare di rimettervi in forze-.

-Davvero Caroline, cara- aggiunse poco dopo il buon Mr. Bingley, mentre addentava voracemente una fetta di pane e burro - dovresti riposare ancora. Forse il ballo di ieri ti ha particolarmente stancata? Hai conosciuto molte persone, danzato, viaggiato a lungo. Non vorrei ti ammalassi, giusto adesso che ho bisogno di te per organizzare un ballo che ho promesso di dare al più presto qui a Netherfield!-

Incuriosita dalla risposta del fratello, più che dalla mia insoddisfacente reazione, Caroline azzardò a sollevare il braccio ed aprire un occhio per osservare il suo interlocutore.

-Cosa stai dicendo, Charles? A chi avresti promesso di organizzare un ballo? E quando?-

Involontariamente, sollevai in su un angolo della bocca...Le donne! Bastava parlare di danze e ricevimenti, e si animavano di colpo!

- Ma che domande, Caroline!- intervenne Mrs. Hurst, sventolandosi col ventaglio mentre ingoiava il quinto dolcetto della mattinata - è  ovvio che lo abbia promesso a quella graziosa ragazza, con la quale ha ballato ben due volte, ieri sera! A chi vorrebbe fare una simile impressione di carineria, se non a lei? O sbaglio, caro Charles? Forse è all'altra dama, sua sorella, quella dagli affascinanti occhi scuri, come li hai definiti tu stesso, che miri? -

Improvvisamente interessato alla conversazione, chiusi di scatto il giornale, e guardai Charles: cosa significava che fosse interessato anche alla sorella della Signorina Bennet? Non avevo fatto caso, ieri sera, al suo interesse per lei, mi sembrava troppo preso dall'altra dama. Non gli bastava fare colpo in un solo cuore? A che gioco stava giocando? Ma poi, a me, cosa importava, fondamentalmente?
Perché questo improvviso fastidio?

Così esclamai - Ma davvero, Bingley? Nemmeno il tempo di trasferirci, e già avete deciso di rapire il cuore di ogni signorina dello Hertfordshare, con balli e feste? -

Cogliendo probabilmente il tono provocatorio e scherzoso delle mie parole, Bingley rispose - Credo, caro amico mio, che anche voi dovreste apprendere un po' della mia arte da latin lover, invece che tenere il broncio, isolarvi, criticare e cospirare contro tutto e tutti, durante i balli! - e sorridendo, sorseggiò ancora del tè, conficcando il coltello nella mia piaga scoperta, dato che sapeva di ferire il mio orgoglio, quando mi giudicava così apertamente, poiché io non sapevo piacere agli altri, come lui sapeva fare con naturalezza. - Al vostro posto, con la vostra avvenenza ed il vostro charme, avrei cercato di entrare nelle grazie della signorina Elizabeth Bennet, anziché giudicarla "appena passabile". Inutile che facciate quell'espressione sconvolta! Ho visto come l'avete attentamente osservata, prima di criticarla, e ne eravate quasi rapito, tanto che ho pensato che...- Ma non fece in tempo a terminare la frase che io scattai involontariamente in piedi, col giornale piegato pronto a lanciarglielo contro, mentre Caroline, a gran voce, esclamava - Dio mio, Charles! Ma cosa stai blaterando? Chi sarebbe questa Elizabeth Bennet? Non credo di aver visto nessuna ragazza così affascinante da attirare l'attenzione di Mr. Darcy e se ti riferisci alla sorella di Miss Jane Bennet, ti sbagli, senza dubbio! Perché Mr. Darcy, vi ricordate, ieri sera l'avete descritta come una insulsa ragazzetta di campagna, dai modi e lineamenti sciatti ed insignificanti, priva di eleganza, come sua madre e le altre sue sorelle! Proprio con queste parole! -

Per la prima volta nella mia vita, mi sentì in colpa e pentito di aver dato voce così facilmente a dei pensieri che, la sera precedente, avevo espresso con troppa leggerezza, dettati ancora dallo sconvolgimento mentale che mi aveva causato quella ragazza, Elizabeth Bennet, e dalla rabbia verso me stesso per aver ceduto così facilmente al fascino di una perfetta estranea e signorina nessuno.

Notando il mio momentaneo smarrimento, Charles venne in mio soccorso, dicendo - Caroline, non tediare Mr. Darcy con queste sciocchezze! Non credo proprio che il nostro amico abbia apostrofato la signorina Bennet con tali parole..-

-No Bingley- lo interruppi, riprendendomi - è vero, purtroppo. Non so perché io abbia detto quelle parole ieri sera, probabilmente il mio giudizio era offuscato dalla stanchezza e dalla confusione. Del resto, è vero che nessuna dama possa essere ritenuta al pari di Miss Jane Bennet, col suo volto d'angelo, anche se devo ammettere che, per i miei gusti, sorride un po' troppo. Nessun'altra persona, posso però confermare, ha poi colpito particolarmente i miei interessi, ieri sera- .

Sentendosi rincuorata dalle ultime parole di Mr. Darcy, Caroline Bingley si sentì magnanima anche nei suoi giudizi sulla signorina Jane Bennet, confermando, insieme a Mrs. Hurst, che era una cara ragazza e che non le sarebbe dispiaciuto approfondire la sua conoscenza.

Lo sguardo di Bingley si accese, nel sentire pronunciare quelle opinioni positive verso l'oggetto del suo desiderio, per cui rispose a Caroline - Hai pienamente ragione, sorella mia. Quindi, mi aiuterai ad organizzare il ballo che ho promesso? Potremmo iniziare invitando proprio la Signorina Bennet e tutta la sua famiglia e...-

-Bingley- mi intromisi, smorzando un po' il suo entusiasmo - non sarebbe prima il caso di conoscere meglio la Signorina Bennet, anziché riporre in lei tutte le vostre energie ed attenzioni, così palesemente? Magari - suggerì - Caroline potrebbe scrivere una lettera alla Signorina Jane Bennet, invitandola a trascorrere qualche ora in vostra compagnia, che ne pensate?-
Alla mia proposta, Bingley non perse il minimo accenno di contentezza e positività, per nulla scalfito dal pensiero che la signorina Jane potesse non ricambiare il suo interesse, quindi disse - Buona idea, Darcy, come sempre il vostro carattere riflessivo e la vostra lungimiranza, sono la mia fortuna! Caroline, scriveresti tu una lettera di invito per la signorina Jane, sua madre e le sue care sorelle? Io sono già stato invitato nella loro residenza e sarebbe il caso di ricambiare.-

Caroline prese carta e penna e, leggendo e rileggendo più volte a voce alta il semplice invito, per cercare la mia approvazione, lo diede ad un servitore, che avrebbe provveduto a farlo recapitare in casa Bennet.

Non so perché, ma mi sentivo stranamente agitato e speranzoso. Agitato perché avevo paura di incontrare nuovamente lo sguardo di Elizabeth Bennet, e di dover riprovare quelle strane sensazioni contrastanti ed affrontarle, non sapendo dare un senso al mio timore. Speranzoso, perché, ad ogni modo, volevo che accettasse l'invito anche lei, insieme alla sorella, per poter osservare con calma quel volto e svelare il mistero di questo mio segretissimo interesse, pensando che, una volta soddisfatta la curiosità, non avrei più provato molto per quegli occhi che mi avevano perseguitato tutta la notte, nella mente e nei pensieri.

Così, perso nelle mie riflessioni, decisi di farmi sellare un cavallo e uscire di casa. Il vento fresco in volto avrebbe cancellato queste mie stupide ossessioni. Non diedi nemmeno il tempo a Bingley di pensare di unirsi a me, volevo restare solo e non sentire altro che fosse collegato ad Elizabeth Bennet!

Mr Darcy - Orgoglio e pregiudizioWo Geschichten leben. Entdecke jetzt