Capitolo secondo

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Mi annoiavo terribilmente e trovavo tutti tremendamente invadenti e maleducati. 

Non so dire esattamente quante persone mi furono presentate, perché fondamentalmente non mi importava molto di nessuno di loro. Del resto, non ero un tipo propenso alle chiacchiere con chi non conoscevo o stimavo, e non ne facevo certamente un segreto, dal momento che avevo risposto più a monosillabi e con occhiate gelide a tutti coloro che osavano avvicinarsi troppo a me, senza nemmeno un briciolo di ritegno. Bingley, invece, sembrava quasi euforico e, simpatico e propenso a sviluppare nuove amicizie, non stava mai un attimo fermo o in silenzio.

- Non ho mai incontrato gente più affabile e simpatica, Darcy! E le signorine che ci hanno presentato sono davvero graziose... - mi disse Charles, mentre i suoi occhi correvano verso una dama in particolare, quella con cui aveva danzato poco prima. Non potevo non convenire sul fatto che fosse davvero la fanciulla più bella di tutta la sala, dal volto angelico e dal portamento fine e quasi aristocratico. Io restai in silenzio ad osservarlo. Quando si riscosse, continuò - Non capisco davvero cosa vi spinga a tenere quel muso lungo e a vagare qua e là come un'anima in pena, mentre potreste divertirti conversando o danzando con qualcuno! A tal proposito...Lady Lucas, vogliate scusarmi, ma posso avere l'onore di presentarvi il mio più caro amico, Mr Darcy?-

Poi disse, rivolgendosi a me - Mr Darcy, vi presento l'incantevole Miss Charlotte Lucas - e mi guardò, con fare ammiccante, come se avessi avuto bisogno di lui per abbordare una signorina.

La guardai e, davvero, non potei fare a meno di notare quanto fosse bruttina e sgraziata. Credi che io non meriti di  meglio, caro Charles? pensai...Mentre la squadravo dall'alto della mia statura, Miss Lucas esclamò - E' un onore e un piacere fare la vostra conoscenza, Mr Darcy - facendo un lieve inchino. - Posso ben immaginarlo - risposi. Non potevo certo dire che per me fosse un piacere, dato che non lo era! 

Quasi mi pentì di aver pronunciato quel pensiero a voce alta, quando colsi lo sguardo confuso e smarrito di Miss Lucas. Quasi però, perché quando suo padre si sentì in diritto di abbordarmi, cogliendo l'occasione per decantare le numerevoli lodi della figlia, cosa di cui peraltro dubitavo, iniziai a maledire mentalmente tutti i presenti in sala.
Decisi allora di mostrarmi per quello che ero realmente, senza alcuna finzione di cortesia: mi appartai, altero, non parlando con altri se non i miei amici più intimi e guardando tutti dall'alto in basso, come del resto la mia natura mi permetteva di poter fare.

-Andiamo, Darcy,- sentì Bingley dirmi all'improvviso - vorrei vedervi ballare. Non sopporto ve ne stiate qui tutto solo. È stupido. Fareste meglio a venire.-
Ma scherzava? Non aveva ancora afferrato la mia totale mancanza di interesse?
- Me ne guardo bene.- risposi. - sapete quanto io detesti la danza, a meno di essere particolarmente affiatato con la mia dama.- e davvero, pensai, ma non lo dissi, mai che io abbia trovato una donna capace di suscitare in me un tale particolare interesse, figuriamoci queste contadine sgraziate! Poi aggiunsi - a una festa come questa sarebbe insopportabile. Le vostre sorelle sono già impegnate, e non c'è un'altra donna in sala, la cui compagnia non prenderei per un castigo. - All'udire le mie schiette considerazioni, Bingley si accigliò. -mai e poi mai- esclamò, alzando le mani quasi in segno di resa- vorrei essere schizzinoso come voi! - poi aggiunse, guardandosi intorno e poggiando lo sguardo sognante su una signorina in particolare - parola d'onore, in vita mia non ho mai incontrato tante ragazze simpatiche come questa sera; e ce ne sono alcune, ammetterete, straordinariamente graziose.-

In fatto di gusti, il mio caro amico Bingley era davvero bizzarro. Certo, il furbo poteva permettersi tanta leggerezza e buonumore poiché, forse baciato da una buona stella o forse per astuzia, si era aggiudicato l'interesse della fanciulla più bella di tutta la sala, non perdendone quasi nemmeno una danza. Per cui risposi, asciutto - si dà il caso che proprio voi stiate ballando con l'unica bella ragazza della sala- e ammiccai in direzione della signorina in questione. Una certa signorina Bennet, se non avevo capito male.
- ah si, è la più bella creatura che abbia mai incontrato! Ma vi faccio notare che alle vostre spalle è seduta una delle sue sorelle, che è piuttosto graziosa e assai simpatica, a mio parere. Lasciate che chieda alla mia dama di presentarvela. -
Improvvisamente curioso, forse la prima emozione che non fosse sdegno, quella sera, automaticamente mi voltai, esclamando - di chi state parlando?-
Vidi una dama seduta su una sedia, fissai la sua postura elegante, le caviglie incrociate, le braccia e le mani guantate tenevano un ventaglio che apriva e chiudeva, distrattamente. Sollevai lo sguardo sul petto candido, fasciato da un abito chiaro in stile impero, il collo da cigno, lievemente inclinato, quasi stanco. Il viso era rivolto altrove, potei quindi osservare velocemente un naso impertinente, rivolto in su, e due labbra piene e rosee. Ma poi, forse sentendosi osservata, girò la testa nella mia direzione. Incontrai due occhi magnetici, belli quanto quelli di una cerbiatta che, anziché scappare, studia il proprio cacciatore di rimando, colore del cioccolato fuso, contornati da delle ciglia così lunghe e folte che solo Dio avrebbe saputo dipingere un quadro talmente meraviglioso e affascinante. Due occhi ora curiosi, che mi interrogavano e incatenavano.

Poi qualcuno passò davanti a lei, bloccando per un attimo la mia vista e spezzando l'assurdo incantesimo che stava devastando il mio buon senso.
Oh mio Dio, ma cosa diamine stavo pensando? Ma cosa mi era preso? Datti un contegno Darcy! Doveva essere stato il vino forte e scadente, assolutamente. Che pensieri stupidi e insensati, non ne valeva nemmeno la pena di sprecarli per questa gente.

Quindi, inviperito dal mio stesso ragionamento contorto, dissi, più freddamente del necessario, rivolgendomi di nuovo al mio amico - non c'è male; ma non è abbastanza bella per tentarmi; e poi non ho intenzione, ora come ora, di dedicarmi alle signorine trascurate dagli altri cavalieri.- quest'ultima frase, lo ammetto, frutto della mia più recente indignazione verso me stesso, avrei anche potuto evitarla. Inoltre, forse doveva averla sentita anche la signorina in questione, poiché con la coda dell'occhio la vidi agitarsi sulla sedia. Se ne sarebbe fatta una ragione, dopotutto. - fareste meglio a tornare dalla vostra dama e ai suoi affascinanti sorrisi, perché con me state sprecando il vostro tempo- dissi ancora a Bingley, il quale, costernato e rassegnato, si voltò e seguì il mio consiglio.
Ebbi come la sensazione che uno sguardo in fiamme stesse oltrepassando la mia schiena. Tutto, dentro di me, gridava di voltarmi verso la ragazza che, probabilmente, attendeva che mi volgessi verso di lei, per fronteggiarmi. Strana sensazione. Che ne sapevo, io dei suoi pensieri? Nemmeno la conoscevo! Ma no. Assolutamente no. Non avevo motivo per soddisfare questi impulsi. Quindi, per la prima volta, feci quello che, me ne vergogno amaramente, fanno i codardi: scappai da lei e da quei dannatissimi occhi scuri che per me, lo sentivo, sarebbero stati l'inizio della fine.

Mr Darcy - Orgoglio e pregiudizioWhere stories live. Discover now