Capitolo Quinto

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Non riuscivo a far uscire dalla mia testa le parole che avevo detto un'ora fa a Bingley..."Siamo spacciati". Un'altra verità universalmente riconosciuta, mi sa. Quando qualcuno, inspiegabilmente, rimane nella tua mente, non puoi far nulla per farlo uscire. Ma magari, quando a breve avrei incontrato nuovamente Miss Elizabeth Bennet, questa strana sensazione di interesse nei suoi confronti sarebbe scomparsa, perché l'avrei trovata banale e noiosa, come mi ero immaginato già tutte le donne che avrei incontrato in quella piccola contea. Quella era la speranza, per lo meno! Quindi, appena il mio valletto finì di vestirmi di tutto punto, feci un respiro profondo e riuscì a convincere le mie gambe a muoversi verso il salottino nel quale, sapevo, si sarebbe svolta la colazione con le nostre invitate. Stavo quasi per giungere alla porta, quando udì degli schiamazzi e delle risatine stridule, degne di un'oca. Chi mai poteva essere così sguaiata? Curioso, entrai. Al mio ingresso, erano già tutti in sala, seduti comodamente nei divani e nelle poltrone. Bingley si alzò in piedi e mi venne incontro, mentre io me ne restavo fermo sulla soglia. "Mr Darcy, che piacere avervi finalmente qui con noi!" Aveva uno sguardo gioioso ed un sorriso che gli illuminava il volto. "Permettetemi, poiché l'altra sera al ballo non ho avuto l'accortezza di farlo, di presentarvi la Signora e le Signorine Bennet" queste ultime si alzarono in piedi. Bingley cominciò dalla madre, che mi guardava con uno sguardo stranamente sprezzante, che quasi mi divertì, poiché sembrava fosse realmente infastidita dalla mia presenza! Che bizzarria! Mentre stentavo a trattenere un sorriso ed una battuta pungente, Bingley continuò "La signorina Jane Bennet, che ricorderete poiché è l'unica dama della famiglia che ho avuto l'onore di presentarvi al ballo" mentre parlava, avvertivo una nota di emozione nella sua voce. Così, spostando lo sguardo dal piacevole volto della signorina in questione, che rispondeva al mio saluto con un perfetto inchino ed un sorriso, guardai proprio Bingley, che a sua volta non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Jane. Palese Bingley. Troppo palese! CONTIENITI! Ma subito dopo, fu il mio turno di restare prigioniero di un paio d'occhi che ricordavo bene. Anzi no. Non gli avevo reso abbastanza giustizia, nei miei pensieri. "La signorina Elizabeth Bennet" disse sbrigativo Bingley, continuando con le presentazioni e facendomi i nomi delle altre tre dame, che comunque non avrei ricordato, poiché nemmeno lo ascoltavo. Ero rimasto a fissare con un misto di curiosità e interesse la donna che si stava sollevando dal proprio inchino. Elizabeth. Per quale dannato motivo sentivo una tale attrazione, sempre uguale a quella che avevo provato nel vederla al ballo? Restai a fissarla e cercai di valutarla obiettivamente. Il suo volto era molto interessante, pur notando delle certe evidenti asimmetrie. Il suo naso all'insù era troppo piccolo rispetto agli occhi grandi, che facevano scomparire tutto il resto. La bocca troppo carnosa e sproporzionata, come se avesse appena baciato qualcuno...Dio mio Darcy! Mi schiaffeggiai mentalmente, rimproverandomi e distogliendo subito lo sguardo. Farfugliando qualcosa, mi accomodai sulla poltrona vicino a Bingley, mentre Caroline mi versava una tazza di caffè nero fumante e riempiva un piattino con dei desserts, porgendomi tutto con la sua solita eleganza, da ottima padrona di casa. La mia poltrona era strategicamente posta accanto al divanetto su cui si era seduta la signorina Elizabeth, che si trovava proprio accanto a me, e stava continuando a mangiare i suoi dolcetti, mentre ascoltava sua madre parlare e parlare e parlare, come se non sentisse nemmeno le risposte dei suoi interlocutori. Sorprendendomi a fissarla, Elizabeth si voltò verso di me, sussurrandomi "spero, signor Darcy, che ciò che state ammirando stamane, sia più PASSABILE e gradevole rispetto al panorama dell'altra sera, che non è riuscito minimamente a tentarvi" lo disse con un sorrisino, uno sguardo malizioso e divertito ed una voce talmente leggera e dolce, che non riuscì a formulare nemmeno una frase di senso compiuto. Mi accorsi di avere la bocca aperta solo perché il suo sguardo si spostò proprio sulle mie labbra. Le richiusi di scatto. Aveva sentito tutto, l'altra sera! Maledizione! Aveva persino scandito la parola "passabile"! Lo avevo temuto, ma adesso ne ero proprio sicuro, perché aveva parafrasato alla lettera ogni mia sillaba! Tuttavia, fu solo quando la vidi spostare di nuovo lo sguardo verso i miei occhi e portarsi un dito sporco di cioccolata verso le sue labbra, per leccare via quella crema, con una naturalezza, ingenuità e sensualità innate, che alzai bandiera bianca! Quel gesto era palesemente privo di alcuna eleganza ed educazione, e se lo avessi visto fare a qualunque altra persona sulla faccia della terra, persino a mia madre, l'avrei subito criticata e giudicata, per come si meritava! Ma Signore Santissimo, quella Elizabeth Bennet, con quel suo modo irriverente, sfacciato e genuino di fare qualunque cosa, poteva persino mandarmi al diavolo ed io ci sarei andato senza battere ciglio! Rendendomi conto della piega che stavano prendendo i miei pensieri, però, dovetti darmi una calmata mentale! Così, distolsi mio malgrado lo sguardo da lei, presi il tovagliolo che Caroline aveva gentilmente posto sotto il mio piattino, quando me lo aveva passato, e lo porsi a miss Elizabeth, sussurrandole a mia volta "Il panorama sarebbe di certo più incantevole, se usasse un tovagliolo, anziché pulirsi le dita con la bocca". Una grandissima menzogna, lo so. Perché era stata la cosa più bella che avessi visto quella mattina. Cercai di farlo risuonare come un rimprovero. Vedendo che lei non accennava minimamente a redimersi e a prendere il tovagliolo che le porgevo ed accorgendomi che faticava addirittura a trattenere una risata, prendendosi gioco di me e pensando di avermi indignato e stupito, feci ciò che non si dovrebbe mai fare, per pura educazione ed andando contro la mia indole. Non potendomi trattenere, le afferrai il polso, calmo e silenzioso, quatto e guardingo, e le pulì io stesso le dita che aveva comunque già leccato. Al tocco della sua pelle, provai un brivido lungo la schiena. Era calda. Era morbida e setosa. Era sbagliato! Assolutamente sbagliato! Cosa diamine fai, Darcy? La lasciai andare di scatto, come se mi stessi bruciando. Miss Elizabeth mi guardava stupita e, questa volta, ad avere la bocca aperta era lei! Guardandomi intorno, rendendomi improvvisamente conto che non eravamo soli, mi accorsi che, per fortuna, nessuno badava a noi. Forse, colsi solo Caroline che girava la testa di scatto verso Jane, che le stava dicendo qualcosa. Ma forse era stata una mia impressione. Così, in modo alquanto scortese, lo riconosco, presi il giornale posto nel tavolino accanto alla mia poltrona, lo aprì e non alzai più lo sguardo verso nessuno, non partecipando alla conversazione e facendomi i fatti miei. Del resto, sentivo ogni cosa, specie se le risposte arrivavano da una certa signorina seduta a pochi centimetri da me. Le risposte di Elizabeth erano poche, ma argute ed intelligenti. Coglievo, nel tono della sua voce, sempre quella nota di divertita malizia, mista a dolcezza, che rendeva difficile capire se fosse seria o ironica e rendeva comunque impossibile offendersi alle sue parole, pur se taglienti. Parlava sempre con tale sincerità e aveva sempre questo modo spigliato di comportarsi?
So solo che, dopo circa un'ora, le dame si accomiatarono, con saluti rumorosi, risate e la promessa di ricambiare la loro visita a Longbourne e dare il ballo a Netherfield, di cui avevano evidentemente parlato, in qualche discorso che non avevo sentito. "A presto, Mr Darcy" sentì dire a miss Elizabeth. La guardai. Era abbastanza alta, ma doveva comunque sollevare il viso, per guardarmi negli occhi. "Chissà, Miss Bennet", mi ritrovai a risponderle, ricambiando il suo saluto in modo scostante, proprio contrario a quello che, invece, provavo in quel momento. Ciononostante, sorrise e con una sola mossa, aprì il suo ventaglio, sventolandosi e voltandosi, per recarsi verso l'uscita. Mio malgrado, la seguì con gli occhi, finché sparì dietro la porta. Non si voltò mai a guardarmi. Eppure, sentivo che il mio sguardo poteva penetrarle la schiena. Mi riscossi improvvisamente dai miei pensieri molesti, quando una mano mi toccò lievemente il braccio. Era miss Caroline Bingley, che mi osservava indispettita. "Se quando finirete di ammirare Miss Bennet vorrete aiutarmi a correggere una lettera che vorrei spedire a vostra sorella, mi troverete nella sala con lo scrittoio!" Detto questo, con tono stranamente provocatorio per lei, si voltò e uscì a sua volta dalla stanza. Sbaglio o si era appena permessa di rimproverarmi anche Caroline, che di solito mi adulava? Donne! Ne avevo abbastanza, per quella mattina! Anzi, ne avevo abbastanza per sempre!

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⏰ Last updated: Nov 21, 2022 ⏰

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Mr Darcy - Orgoglio e pregiudizioWhere stories live. Discover now