Capitolo primo

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- Oh Charles, caro - esclamò Caroline Bingley con aria di superiorità, nei confronti del fratello, mentre stava seduta di fronte a me sulla carrozza, e col ventaglio si faceva aria in volto - E' cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un vistoso patrimonio, manchi soltanto una moglie, o almeno questo è quello che credono questi simpatici contadinotti che stasera ci stai costringendo a conoscere - concluse, guardando con fare complice verso di me.

Si aspettava, evidentemente, che io cogliessi l'occasione per mostrarmi altrettanto annoiato dalla prospettiva della serata e, magari, convincessi suo fratello Charles, il mio più intimo amico, a fare marcia indietro verso Londra. Sapeva che avevo un forte ascendente su di lui, che spesso si fidava più delle mie opinioni che delle proprie, arrivando a cambiare, a volte, persino i suoi piani di vita.

Ma non potevo. Charles era un libro aperto per me e, infatti, avevo subito percepito quanto fastidioso fosse stato, per lui, il commento poco felice della sorella nei confronti del nuovo vicinato e della sua nuova residenza fuori città, nello Hertfordshire, Netherfield Park, se non erro, di cui mi aveva confessato essere entusiasta. Per lui la tenuta era incantevole, così come il vicinato, affabile e cordiale e, a quanto si vociferava, ricco di fanciulle di una bellezza notevole. Io faticavo a crederlo. In verità, a mio parere la gente di campagna era interessante quanto potevano esserlo le chiacchiere insulse di Caroline, e che fosse bella poi... Non ritenevo si potesse trovare chissà quale varietà di bellezza e intelligenza tra quell'esiguo numero di abitanti, ma evidentemente i loro canoni erano differenti dai miei.

Ma Bingley era un ragazzo troppo buono e ingenuo per provare sentimenti negativi o pregiudizi verso qualcuno o qualcosa, per questo spesso pensavo che avesse proprio bisogno di un amico come me, giusto per proteggerlo un po' dalle cattiverie del mondo e fargli aprire gli occhi.

Così, anziché puntare sul dietro front, mi limitai semplicemente ad aggiungere, giusto per stuzzicarlo un po' - Vedete Bingley, come dice giustamente vostra sorella, questa verità è così radicata nella mente della maggior parte delle famiglie che, quando un giovane scapolo viene a far parte del vicinato, prima ancora di avere il più lontano sentore di quelli che possano essere i suoi sentimenti in proposito, è subito considerato come legittima proprietà di una o dell'altra delle loro figlie! -.

Charles mi guardò e, dalla sua espressione confusa, capì che non aveva compreso se stessi scherzando o parlando seriamente. Quando scoppiai a ridere, perché aveva la faccia di un pesce lesso, con gli occhi spalancati e la bocca aperta, però, mi tirò un pugno scherzoso sul braccio, ridendo insieme a me ed esclamando - Siete proprio un pessimo amico, Darcy! Ma state attento, vecchio mio, perché quello che avete appena detto potrebbe ritorcersi contro di voi, e sareste proprio voi a ritrovarvi braccato ed ammogliato con una "contadinella", come avete soprannominato le gentili e ben educate signore e signorine dello Hertfordshire! Ho come il presentimento che vi ricrederete e mi darete ragione su tutto! -. Per tutta risposta, sorrisi e dissi - Aspettate e sperate caro Bingley! Se dovesse succedere mai una cosa del genere, prego voi e vostra sorella di farmi rinsavire dandomi una legnata in testa, se necessario! Già il solo pensiero di ballare con una qualunque signorina chissachì, questa sera, mi annoia profondamente e mi infastidisce! -

Bingley scosse il capo, esasperato, e fece spallucce, rassegnandosi alla mia cocciutaggine.

Caroline, invece, per nulla soddisfatta dalla mia risposta e di non poter fare come voleva lei, si limitò a guardare fuori dal finestrino della carrozza, soffiandosi ancora col ventaglio e borbottando qualcosa come -Uomini...bambini...Avrei fatto meglio a salire sull'altra carrozza con mia sorella e mio cognato! -, scatenando ancora di più la nostra ilarità. Ma non osò aggiungere altro, per paura di contraddirmi: in genere pendeva dalle mie labbra, adulandomi per qualsiasi frase o gesto e sperando, probabilmente, che in questo modo io mi rendessi conto di quanto lei fosse la moglie perfetta per me. O per la mia tenuta di Pemberly, chissà...Povera illusa.

Finalmente arrivammo a destinazione.

Il ballo organizzato dalla famiglia...ehm...Non ne ricordavo nemmeno il nome, purtroppo, aveva già avuto inizio da un po' e, quindi, la sala era gremita di invitati quando arrivammo.

La musica si udiva già dal vialetto e, con Caroline a braccetto che si lamentava sempre più ad ogni passo, criticando tutto prima ancora di entrare dentro, pensando di farmi cosa gradita, io, lei, Bingley, Mr Hurst (cognato di Charles e Caroline) e, ovviamente, sua moglie, facemmo il nostro trionfale e, per quel che mi riguarda, sdegnoso ingresso in sala.

Inutile dire che gli occhi di tutti erano puntati su di noi, pronti a valutare e giudicare le nostre persone, probabilmente basandosi sulle nostre rendite più che sulle apparenze iniziali. Venali signorotti di campagna. Ma questo lo sapevo già, sapevo che sarebbe andata esattamente così. Chiacchiere vane, presentazioni inutili con gente altrettanto vuota e interessata. Arrivisti che sopravvalutavano se stessi e il proprio scarso patrimonio, vantandosi e gonfiandosi il petto, mentre le loro mogli tentavano di vendere le figlie al primo miglior offerente in circolazione. Non potevo fare a meno di sentirmi superiore a tutti loro, ed in effetti lo ero. Non riuscivo proprio a capire come facesse Bingley a trovare tutti simpatici e conversare amabilmente e danzare addirittura con delle signorine sconosciute. Una di queste, con le quali aveva danzato già più volte, era comunque davvero avvenente, dovetti ammetterlo perfino con me stesso.

Quello che, invece, non avrei mai potuto sapere o nemmeno lontanamente immaginare, fu l'incontro di un paio di occhi castani che sembravano dipinti, così grandi e profondi da potercisi immergere dentro, di lunghe e folte ciglia scure, che incorniciavano perfettamente quel capolavoro, di uno sguardo così furbo e malizioso, ma allo stesso tempo ridente e ammaliatore, da restarne folgorato.

Quello che non potevo sapere, era che quello sguardo mi avrebbe inseguito ovunque, dandomi il tormento e affascinandomi al tempo stesso.

Quello che non potevo sapere, era che quegli occhi mi avrebbero stravolto la vita e avrebbero tolto le bende dai miei, che mi rendevano cieco, troppo preso dal mio orgoglio e dal mio pregiudizio.

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Care lettrici, cari lettori

Vi è mai capitato di innamorarvi di un libro, di una storia, dei suoi personaggi, persino dei paesaggi e dei suoi antagonisti?

A me è capitato all'età di 14 anni, quando mio padre mi regalò un libro meraviglioso, dal titolo "Orgoglio e pregiudizio".

Da quel giorno, lo rileggo almeno una volta l'anno, non posso farne a meno.

Per me è come ritrovare i vecchi amici di un tempo e scambiarci quattro chiacchiere. Non vi dico la malinconia, quando arrivo all'ultima pagina, vorrei che la storia continuasse e non si fermasse mai!

Conosco ognuno dei personaggi come se fossero veri, con simpatie ed antipatie, a volte mi sono persino ritrovata a fantasticare su di loro, specialmente sul mio amato Mr Darcy!

Da qui è nata la mia idea di scrivere la storia, tale e quale a come si è svolta nella mente della grande Jane Austen, mitica, ma come se la raccontasse proprio Mr Darcy in prima persona, con tutti i suoi pensieri e sentimenti in bella vista, per come io li ho percepiti e maturati nel corso degli anni!

Spero che questo esperimento vi piaccia e vi soddisfi, in fondo è una nuova sfida anche per me, cercare di restare fedele al personaggio!

Buona lettura, non esitate a commentare e consigliarmi!

Lullaby

Mr Darcy - Orgoglio e pregiudizioWhere stories live. Discover now