Can't hold us

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Il fatidico giorno era arrivato. Mancavano solo nove ore e Il Cerchio si sarebbe riunito nel branco delle terre del nord. In contrapposizione a ciò avevamo una cosiddetta "non morta" che scorrazzava liberamente in giro per la casa branco. Tutto regolare insomma... Charlie si era dato alla macchia, così come molti altri mannari con cariche importanti. Eravamo dunque rimasti io e Filtiarn a doverci occupare della nostra ospite.

Jennifer era arrivata esattamente dopo un'ora che Charlie si era adoperato per contattarla. Quella cosa era terrificante e schifosa al tempo stesso. Le sembianze erano umane, ma il colore della pelle era un misto tra il bianco e il verde, tendente in alcuni punti al rosso e al giallo. Gli occhi erano infossati nella pelle, contornati da profonde occhiaie rossastre che la facevano sembrare una drogata in piena crisi di astinenza. I capelli erano grigi e unti, le unghie erano lunghe come quelle delle streghe di cui si legge nei racconti per bambini, nel complesso era terrificante. Solo a vederla me la facevo sotto dalla paura, figuriamoci ad averci a che fare.
«Poi mi dirai come facevi ad andare a letto con quella...» Sussurrai nell'orecchio di Filtiarn quando la nostra ospite si girò di schiena per accomodarsi sul divano nello studio del capo branco. Era giunto il momento di capire come Jennifer avrebbe potuto aiutarci con gli attacchi ai confini. Filtiarn trattenne a stento una risata, chinando il capo e coprendosi la bocca con una mano.
«Prima non era così.» Mi sussurrò nell'orecchio con ancora un sorriso birichino che gli dipingeva il viso.
«Ah, allora si spiega tutto.» Commentai, forse più rivolta a me stessa che a lui. Almeno un piccolo dubbio sulla sua ex me lo ero tolta.

Filtiarn si accomodò sulla sua poltrona, dietro l'imponente scrivania, proprio di fronte al divano, e incrociò le mani in grembo, rivolgendo un piccolo sorriso alla nostra ospite, tanto attesa da noi.
«Ciao Jennifer, quanto tempo...» Non l'esordio migliore dell'ultimo secolo, ma si poteva dire tranquillamente che non vedevamo l'ora di andarcene a dormire. Era mezzanotte passata e la stanchezza accumulata della giornata si faceva inesorabilmente sentire.
«Secoli vorrai dire...» Specificò lapidaria la nostra nuova migliore amica del cuore, senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo da quello di Filtiarn.
«Ciao a te comunque, vedo che ti sei sistemato bene.» Con l'indice indicò lo spazio intorno a sé, il tutto accompagnato da un'espressione schifata degna di un Oscar.
«Già, ora sono diventato l'Alfa, ma questo credo tu lo sappia già.» Lo sguardo di Filtiarn non cambiò, rimase glaciale come sempre, eppure in lontananza percepì il nostro legame comunicarmi qualcosa, una sensazione di tranquillità. Come una rassicurazione verso di me. Come se lui volesse che io stessi tranquilla tramite lui. Seh... facile a dirsi!
«Io so molte cose tesoro mio, ciò che non so è perché questa femmina mannara rimane in piedi a fissarmi invece che sedersi... che ne so magari proprio qui accanto a me... Così posso vederla meglio.» Sibillina e affilata come il migliore coltello, Jennifer mi studiò con lo sguardo, soffermandosi sulla mia figura più del dovuto. Io ero rimasta bloccata a quel tesoro mio, volutamente marcato. Mi stava provocando per caso? Beh ci stava riuscendo molto bene.

Filtiarn questa volta mi chiese esplicitamente tramite link di sedermi accanto a lei, ma col cavolo che l'avrei fatto. Miseriaccia non aveva visto la sua faccia cadaverica traumatizzante e quel sorriso da prendere a schiaffi?
«Preferisco sedermi qui.» Indicai com un cenno della testa una poltroncina poco distante da loro due, decisamente più comoda e sicuramente più lontano che starmene seduta accanto a lei. Jennifer mi trapassò da parte a parte con quegli occhi inquietanti, facendomi sentire tremendamente sbagliata.
«Ahh, adesso si spiega tutto. È la tua compagna zuccherino? Niente male per un vecchio come te.» Sospirò, spostandosi una ciocca di capelli con la mano. Cercai di ignorare la sua ennesima provocazione e chiusi la mano a pugno per allentare la tensione, sforzandomi di focalizzarmi su altro. Mi persi quindi ad osservare il gesto della mano con cui si sistemava i capelli. Abbassai gli occhi. Le sue mani erano pelle ed ossa, così magre che potevo vedere lo spessore delle vene sotto il sottile strato di pelle. Le sembianze erano quelle di una donna anziana, prossima alla morte, ma lei non lo era affatto.

Lord of the wolvesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt