Take your time

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Sei mesi dopo

Ero scappata ancora una volta. Come la peggiore delle codarde me ne ero andata, procurandomi un dolore assordante nel petto che non mi dava mai tregua. Non mi ero voltata indietro perché quella volta il mio cuore era in bilico precario e io avevo terminato la forza per ricucirlo ancora una volta da sola. Non avevo il coraggio per affrontare quella che era la verità. Per l'ennesima volta nella mia vita qualcuno mi aveva mentito, mi aveva preso in giro, mi aveva usato. Il fatto che Filtiarn non avesse neanche provato a cercarmi era la prova lampante di ciò che avevo sperato fosse solo un mio sciocco capriccio. Speravo di essermi sbagliata, speravo di aver capito male le loro parole, ma così non era stato. Lui non mi aveva cercata. Certo ero piuttosto brava a far perdere le mie tracce e a non essere trovata, ma lui era il signore dei lupi, a lui non poteva scappare nessuno, soprattutto non la sua compagna con la quale aveva già completato ogni rito del legame. Non una chiamata, non un segnale, non un richiamo. Niente di niente. E allora mi ero convinta di aver capito tutto perfettamente, mi ero convinta di aver sentito tutto ciò che dovevo sentire. Mi ero convinta di aver fatto la cosa giusta, nonostante quel dolore lancinante al petto che non mi lasciava mai. E così avevo ricominciato tutto da capo, lontana dal mondo sovrannaturale, cercando di ricreare la mia bolla d'aria e di sicurezza.

Non ero tornata in quel piccolo e insignificante buco di mondo del Montana che avevo chiamato casa per qualche tempo. Ero andata a Huston, in Texas, lontano ancora una volta da tutto e tutti. Ero scappata davvero come la peggiore delle codarde, ma non sapevo cos'altro fare. Diamine ero stata tradita ancora! Le bugie continuavano a bussare alla mia porta, rendendomi impossibile fidarmi davvero di qualcuno. Avevo passato la mia infanzia cercando di nascondere la mia natura per paura di essere discriminata agli occhi del mondo. Avevo passato l'adolescenza innamorandomi di un uomo umano che prima mi aveva giurato amore eterno e poi aveva finito con il distruggermi il cuore nel peggiore dei modi. Avevo iniziato la vita adulta scoprendo di essere la compagna di un licantropo ultra centenario, che alla fine non era altro che un bugiardo. L'ennesimo tiro mancino del destino che non voleva saperne di farmi vivere una vita tranquilla.

A Huston avevo iniziato da pochi giorni a lavorare nel terzo ospedale della città, cercando di essere invisibile agli occhi di tutti. Facevo il mio lavoro a testa bassa, cercando di non pensare a tutte quelle vite che avevo spezzato quando non ero altro che una ragazzina adolescente che doveva imparare a comprendere appieno il potere della sua natura. Mi svegliavo ogni mattina sperando di tornare a casa la sera sentendomi meno marcia dentro, ma ogni sera non era mai così. Non avevo amici e non li volevo avere. Tenere a qualcuno, avere a cuore i sentimenti di un altro essere umano non faceva per me in quel periodo. L'unica cosa di cui avevo davvero bisogno era di essere compresa. Possibile fosse così difficile?

Fu solo alla fine dell'estate che percepì chiaramente che qualcosa era in arrivo. L'aria aveva cambiato odore, portando con sé ricordi e tormenti di un qualcosa che credevo ormai di essermi lasciata alle spalle. Era solo la fine di settembre, eppure mi sembrava di essere già avvolta dal freddo dell'inverno più rigido.
«Tutto ok Leigh? Sei strana in questi giorni.» Margaret era l'unica delle altre infermiere che mi parlava, l'unica con la quale scambiavo qualche parola ogni giorno. Non eravamo amiche, ma almeno non eravamo del tutto estranee.
«Non lo so. È solo un periodo un po' così in effetti.» Ammisi ad alta voce. Margaret era umana, ma in più di un'occasione mi aveva dimostrato di essere una persona educata e di avere rispetto a prescindere per tutti, soprattutto per chi non la pensava come lei. Il che oggigiorno era quanto di più utopico si poteva trovare in una persona.
«Sei una tipa tosta, puoi risolvere tutto.» Il sorriso sincero e rassicurante che mi fece, dopo quelle parole dolci mi diede una scarica di serotonina pura. Le sorrisi a mia volta di cuore, perché mi aveva detto proprio ciò di cui avevo bisogno.
«Grazie Meggie, a domani.» Le mandai un bacio volante e chiusi l'armadietto con una spinta, caricandomi sulla spalla la borsetta e il sacchetto con il cambio da lavare.
«A domani.» Mi mandò a sua volta un bacio e un occhiolino, per poi sistemarsi la divisa e prepararsi per iniziare un altro turno di straordinari.

Lord of the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora