Somebody to love

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Un anno dopo

Tutto era cambiato da quel giorno.

I mannari scomparsi dai vari branchi erano stati localizzati, liberati e guariti grazie alla pianta che Peter ci aveva consigliato qualche mese prima. Ci era voluto del tempo e molta pazienza per scovare ogni nascondiglio in cui Jennifer aveva creato i suoi laboratori, ma alla fine ci eravamo riusciti. I non morti che non erano stati mutilati o feriti con armi in argento, le uniche che potevano ucciderli davvero, erano in via di guarigione nell'infermeria del branco ed erano sottoposti alle cure e all'attenta osservazione del mio druido preferito che, di punto in bianco, si era materializzato alla casa branco, appena due giorni dopo la fine dello scontro, con un sorriso a trentadue denti e un trolley da viaggio nuovo di zecca. Inutile dire che aveva già lasciato una lunga scia di cuori spezzati dietro di sé.

La compagnia della resurrezione era ancora un tasto dolente per tutti gli Alfa e ciò che rimaneva del Cerchio, poiché non sapevamo quasi niente di loro, ma negli ultimi mesi eravamo riusciti a racimolare qualche informazione in più sul loro conto, qualche informazione che si era rivelata importante. Cosi importante da aver attirato l'attenzione anche dei branchi del Centro e del Sud America che tra qualche settimana sarebbero venuti fino nelle gelide e spietate terre del Nord per conoscere e parlare con l'unico alfa che aveva letteralmente preso fuoco, ucciso la non morta più famosa da decenni e aveva mostrato al mondo un potere eguagliabile solo ed unicamente a vecchio Fenrir, il primo lupo.

In sostanza tutto era cambiato da quel giorno. Tutto tranne la scarsa pazienza del mio compagno.

«Perché non smette di piangere? Le ho provate tutte dannazione!» Filtiarn stringeva impetuoso tra le braccia nostro figlio Caleb, di appena sei mesi di vita. Nonostante fosse sempre tranquillo, quel giorno non voleva proprio saperne di dormire per più di una mezz'ora, finendo così per far spazientire suo padre. Filtiarn era un bravo papà, era cambiato molto, ma la sua pazienza rimaneva sempre un tasto dolente. Alzai gli occhi al cielo e, senza parlare, presi in braccio mio figlio cullandolo un po'. Caleb però, come già sospettavo, non ne voleva proprio sapere di calmarsi, così feci l'unica cosa che mi rimaneva: lo allattai.
«Eh però così non vale! Io quelle non le ho!» Lo sguardo di Filtiarn, che voleva essere scocciato, mi apparve invece come ironico e completamente adorante. Non per me, o meglio, non solo per me, ma soprattutto per il neonato che stringevo tra le braccia.

«Dicono che i maschi prendono dalla madre, ma lui è spiaccicato identico a te.» Sussurrai felice, ma allo stesso tempo sconcertata, mentre con una mano mi concentrai a spostare un ciuffetto di capelli dalla fronte di Caleb, senza disturbarlo troppo.
«È ancora presto per dirlo.» Filtiarn si accomodò accanto a me sul divano che avevamo deciso di mettere in camera da letto per allattare meglio Caleb di notte.
«Di sicuro però ha già capito come funziona con le donne...» Sorrise sghembo Filtiarn, mentre con una mano mi porta dietro l'orecchio un ciuffo di capelli, sfuggito dall'elastico della mia coda.

«Di sicuro avrà un padre che gli insegnerà tutti i trucchi del mestiere.» Borbottai, trattenendo a stento l'ennesimo sorriso. Filtiarn era terrorizzato dall'idea di avere una figlia femmina, per fortuna la Dea Luna ci aveva graziato con un maschietto.
«Su questo non ci sono dubbi.» Incrociò i suoi occhi con i miei, facendomi nascere un pensiero.
«Non vedo l'ora di vedere la tua reazione se mai avremo una femmina. Chissà quanto sarai geloso...» Sogghignai, dando una piccola spinta al mio compagno, seduto al mio fianco. Sapevo che lo avrei irritato con questa frase, ma non mi sarei mai fatta scappare un'occasione del genere.
«Mia figlia non uscirà mai di casa!» Berciò contrariato, facendo spalancare immediatamente gli occhi di Caleb che si era appena calmato.

«Non esagerare per cortesia.» Lo guardai male, senza prendermela davvero, iniziando nuovamente a cullare il corpicino di Caleb.
«Non sto esagerando. So come ragionano i maschi e so cosa pensano quando vedono una donna. Mia figlia non uscirà mai di casa.» Filtiarn si altera, stringendo una mano sulla mia coscia come per rimproverarmi per ciò che avevo appena detto. Peccato che il mio corpo recepisce tutt'altro messaggio.
«Gli uomini pensano quello che tu hai pensato quando hai visto me?» Lo provocai ancora, solo per divertirmi e vedere dove quella conversazione ci avrebbe condotto.

Lord of the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora