Kawata - Gemini.

1.1K 47 5
                                    

Tipologia: LEMON.
Parole: 4464.
Info: Questa Shot me l'aveva chiesta qualcuno, non ricordo chi fosse e non trovo il commento\messaggio, quindi... Scrivimi da qualche parte e ti taggo!

<<Certo, ci vediamo 'sta sera.>> concludo, concentrandomi sul mio armadio, che ormai è aperto da quarantacinque minuti. Questa sera, come ogni venerdì, abbiamo deciso per riunirci tutti in un locale in centro. E' la prima volta che ci andiamo, ma ne parlano tutti bene; si dice che la sua nomea sia dipesa dall'arredamento eccentricamente rosa. 

A me non piace il rosa.

Ma chi sono io per giudicare qualcosa prima di averla vista? Ricaccio la testa all'interno del mio armadio, passando in rassegna ogni abito di cui sono a disposizione. No. Non riesco a sceglierne uno. Ho bisogno di cambiamenti in questo periodo della mia vita, e non so proprio come riuscirci se non inizio da una cosa così semplice come un cambio d'armadio.  E quando dico cambio armadio, non intendo solo il contenuto, intendo tutto il mobile. Ma dato che non ho molto tempo a mia disposizione, mi accontento di uscire, raggiungendo il centro commerciale più vicino per poter acquistare qualcosa di decente per questo ordinario venerdì sera di febbraio. 

Le luci sfavillanti dei negozi, non fanno altro che attirarmi a loro, ma sono abbastanza forte per resistere alla tentazione di comprare qualsiasi cosa mi si presenti sotto al naso. Continuo a camminare spedita tra la galleria del centro commerciale, aspettando che i miei occhi si possano innamorare di qualche capo esposto in vetrina... Eccolo! Il vestito perfetto mi sta chiamando. 

<<Buona sera. Potrei provare il vestito che c'è in vetrina?>> chiedo alla commessa che, annoiata se ne sta dietro al bancone, a fissare il suo telefono, mentre mastica una gomma con molta poca eleganza. <<Certo, quel capo lo trova laggiù.>> fa indicandomi un punto indefinito del negozio. La ringrazio con un sorriso più sarcastico di cui sono a conoscenza, mi giro e mi avvio verso il fondo del negozio. Abiti neri sono accostati ad altri capi piuttosto sfavillanti, per un'attimo mi soffermo su quei tessuti impreziositi da brillantini, ma ci ripenso subito, rischierei di sembrare un cuscino paillettato sopra a quei divanetti rosa. Devo essermi fatta davvero una brutta idea di quel locale. Annuisco al mio stesso pensiero, mentre le mie mani trafficano spostando le grucce di ogni vestito per assicurarmi di trovare quello che voglio, e finalmente lo trovo. Sono troppo brava, dovrei lavorare qui. Ma guadagnerei molto meno di quanto non guadagni adesso. Annuisco ancora una volta, questo mi fa capire quanto sia stata stressante ed intensa la mia settimana e di quanto abbia bisogno di un po' di svago. A ventiquattro anni non è normale parlare da sole. Scherzo.

Riesco ad intrigarmi dentro un camerino, è strettissimo e la spessa tenda color porpora che serve a chiudere, rende lo spazio ancora più angusto e stretto, togliendo anche il minimo di luce necessario a poter guardare la mia immagine nello specchio. Non appena riesco ad indossare il capo - dato il poco spazio -, decido che mi sta bene, o almeno lo spero, visto la poca illuminazione. Torno dalla commessa e le porgo il vestito, questa, sempre molto svogliatamente mi guarda e mi fa il conto. Quando vede il prezzo segnato sulla cassa mi guarda e sghignazza convinta. Inarco un sopracciglio non capendo esattamente il suo comportamento. <<Scusami, ma non credo che tu ti possa permettere questo vestito.>> fa tirandoselo a se, quasi impaurita che potessi rubarglielo e scappare. Decido di stare al gioco, mi piace far crollare le aspettative alle persone. <<A quanto ammonta il totale? Ho dimenticato di guardare il cartellino.>> commento sconfitta, il suo sorriso si allarga alle mie parole. <<Meglio che tu non lo sappia, credimi.>> Questa non molla. Annuisco. Di nuovo, maledizione. <<Non si potrebbe fare un pagamento dilazionato?>> so di aver appena detto una stronzata, e la commessa stressata, ride. <<Ti sembro per caso una banca?>> fa sarcastica. <<No... Certo che no! Però davvero, ci terrei molto a sapere il prezzo, potrei sempre farlo mettere da parte e una volta raggiunta la cifra potrei tornare a comprarlo!>> la supplico, ma a stento riesco a tenere la mia parvenza seria e affranta. <<Non voglio essere scortese, ma a giudicare dai tuoi vestiti, non potresti permetterti questo vestito neanche tra dieci anni!>> sorride. Do una rapida occhiata al mio orologio, notando che si è fatto tardi decido di tagliare il gioco <<Beh, oddio, vediamo... Facendo due conti molto rapidi, se il vestito costasse dieci milioni, potrei tornare tranquillamente qui domenica.>> la sua faccia si irrigidisce, un dolce calore misto alla sensazione di vittoria si espande nel mio corpo, lasciandomi più soddisfatta del solito. <<Costa... Costa settantanovemila yen.>>(N.A: *600 euro) sorrido. <<Allora lo compro! Solitamente guadagno... Come le posso spiegare senza offenderla... Almeno sei o sette vestiti come questo al giorno.>> La commessa si zittisce. Sfodero il mio bancomat e lei mi porge il POS. Appoggio la mia carta sopra il macchinario e aspetto quel magnifico suono che mi conferma che il pagamento è stato effettuato. <<Arrivederci e alla prossima!>> saluto sventolando la mia mano trionfante e divertita per la situazione.

Tokyo Revengers - One ShotsWhere stories live. Discover now