ruota di scorta

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[ capitolo 4 ]

«Una mostra personale al Louvre? Non riuscirò mai a credere che Yeonjun sia arrivato a tanto

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«Una mostra personale al Louvre? Non riuscirò mai a credere che Yeonjun sia arrivato a tanto.» le bacchette di Taehyung spostavano il riso nel piatto in modo nervoso, senza mai seriamente portarlo alla bocca — quello era uno dei suoi ristoranti preferiti, ma lo stomaco chiuso gli impediva di continuare. «Darei la vita per essere nei suoi panni. Non potevano farla in Corea? Io adoro Parigi, questo non fa altro che rendermi ancora più invidioso.» mise il braccio libero sul tavolo, così da poggiare comodamente la testa.

«Era già bravissimo a scuola e grazie al padre aveva le conoscenze giuste, non mi stupisce abbia raggiunto questi traguardi come artista. Smettila di tenere il broncio, puoi andare a visitare la Francia quante volte vuoi!» Hoseok si sporse per dargli un innocuo schiaffetto sulla spalla, schiudendo le labbra a cuore in uno dei suoi sorrisi perfetti.

«Non in questo periodo in cui sono pieno fino al collo del mio fantastico lavoro, e comunque non ci andrei con la fama di uno dei migliori artisti internazionali del momento.» continuò a fissare il piatto avanti a sé con sguardo triste, immaginando uno dei tanti scenari su cui gli piaceva fantasticare per allontanarsi dalla realtà.

Il migliore amico fece un sospiro e smise di parlare per qualche istante, alla ricerca di qualcosa che potesse tirarlo su di morale. «Ricordi quante ne abbiamo passate a scuola?» dopo poco, se ne uscì così.

Taehyung alzò le iridi more nella sua direzione. «Non provare a distrarmi mettendo in mezzo una delle nostre cavolate.» disse, nonostante gli venisse da sorridere al solo pensiero di loro due da piccoli.

«Ricordi quando, in seconda media, siamo finiti in presidenza perché mi ero incastrato nella macchinetta?» continuò lo stesso, centrando il bersaglio al primo colpo.

«Certo, non lo dimenticherò mai. Hai fatto spaventare tutte le classi del piano quando hai iniziato a piangere come un disperato.» non se ne accorse, ma gli angoli della bocca si alzarono lievemente.

«Avevi detto che per liberarmi mi avrebbero amputato il braccio e che sarei finito in galera per furto, come potevo trattenermi? Volevo solo prenderti una barretta di cioccolato senza pagare sennò avresti rubato la mia merenda, bastardo.»

«Bastardo io? Una volta mi sono beccato una punizione perché ho dato una pallonata sul naso a quel bimbo che ti prendeva in giro e tu, per svignartela, hai detto che non ne sapevi nulla.» si raddrizzò per puntare il dito contro Hoseok, ritrovandosi particolarmente catturato da quella conversazione. «Sono stato ben due ore in classe con la professoressa Bahk completamente da solo, è stato un incubo!»

«Però mi sono fatto perdonare il giorno dopo, ti ho comprato tutte le caramelle che volevi al bar vicino scuola.»

«Paraculo.» gli diede uno scherzoso calcio sotto il tavolo.

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