dieci.

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Qualche giorno dopo

Mezza notte e mezza.

I corridoi di Hogwarts erano vuoti e bui, tranne per qualche lanterna che illuminava fiocamente le pareti dei quadri addormentati.

Mi strinsi nella mia coperta verde affrettando il passo verso la torre grifondoro. Se qualcuno mi avesse visto di spalle, avrebbe potuto tranquillamente scambiarmi per il professor Piton.

Qualche scalino più avanti mi ritrovai davanti alla signora grassa, che russava sonoramente.

"Nox" la bacchetta sì spense.

Alla mia voce la donna nel dipinto sussultò svegliandosi. "Ancora tu" socchiuse gli occhi fulminandomi. "Quante volte ti ho detto che è vietato giare per i corridoi dopo il coprifuoco?"

"Si si, lo so" dissi sbrigativa. "Frizzy" il ritratto sì aprii controvoglia ed io entrai.

Erano giorni ormai che mi infiltravo di notte nella sala comune Grifondoro,evitando Peevs e prendendo più scorciatoie possibili per sfuggire alle ronde dei prefetti o ai professori.

La signora Grassa, già abituata a vedermi in maniera frequente durante il giorno, credo fosse arrivata al limite della sopportazione data la ripetitività con cui stava venendo svegliata in quelle notti.

Illuminato dal fuoco che brulicava ardente nel camino, su una poltrona rossa più dei suoi capelli, c'era Fred Weasley.

Quando la porta sì chiuse in un silenzioso cigolio, il ragazzo alzò lo sguardo dalle sue mani, con cui stava giocherellando, e lo portò su di me.

I suoi occhi color nocciola sì riempirono del riflesso delle fiamme. Non riuscii a non pensare a quanto gli addicessero, come se fossero sempre state sue, come se gli appartenessero.

Mi avvicinai a lui. "Ciao" presi posto al suo fianco.

"Ciao, sei in ritardo" mi fece notare.

"Lo so" mi limitai a dire.

Il cuore batteva dentro il mio petto, nelle mie vene fino alla testa. In quel momento sembrava il mio solo organo funzionante.

Era passata quasi una settimana dalla festa e la situazione non poteva che essersi solo complicata più che mai.

FLASHBACK

La testa mi scoppiava.

Spaccata a metà.

Strizzai gli occhi più volte per cercare di riprendermi da quello stato di sbigottimento. Sembrava che qualcuno mi avesse colpito ripetutamente la fronte con un bastone di legno.

Non connettevo: né dove mi trovassi né il perché mi trovassi li.

Le palpebre erano colorate da un arancio sbiadito, segno che la luce del sole filtrava alta dalle finestre della stanza.

Non avevo il minimo coraggio di aprire gli occhi.

Mi stiracchiai, poi socchiusi leggermente lo sguardo.

Emma//Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora