dodici.

1.1K 36 34
                                    


27 febbraio

Mi sentivo vuota ed incapace di provare qualsiasi emozione. L'apatia mi aveva sempre accompagnata nel corso della mia vita, quindi ero abituata a quella gabbia mentale in cui venivo imprigionata durante alcuni periodi.

Si, c'erano momenti in cui stavo bene. Bene e basta. Non ero né felice, né triste. Piccole cose che mi permettevano di scappare dal vuoto che mi infestava il cuore.

Fred non c'entrava. Per quanto fosse stato difficile ammettere a me stessa il valore che gli avevo attribuito come persona nella mia vita, il tempo mi aveva insegnato che piangersi addosso non serviva a rimarginare le ferite.

E in ogni caso non sarebbe stato possibile dal fatto che non riuscivo a provare dolore.

In pochi giorni l'avevo visto con più ragazze.

Il momento in cui ho percepito fastidio è stato quando mi sono concessa di pensarlo a letto con un'altra che non fossi io.

Ha bruciato per cinque secondi, poi il nulla.

In fondo ero consapevole che l'emozioni un giorno sarebbero tornate e che io avrei dovuto farci a botte. Affrontare i problemi non era mai stato il mio forte. Preferivo di gran lunga spazzarli e nasconderli sotto il tappeto, dimenticandomi di alzarlo forse per tutto il resto della mia esistenza.

Mi ripromisi che se un giorno il mio petto sarebbe scoppiato dalla gelosia, nel vedere Fred con una delle tante, avrei inghiottito il groppo e mandato giù il boccone amaro, poi l'avrei ricacciato nel mio stomaco fino a smembrarlo come cibo.

Se mi fosse tornato su avrei vomitato e tirato lo scarico.

Problema risolto.

La sera o il pomeriggio mi era difficile stare con gli altri, quasi faticoso. Li osservavo mentre il loro tempo sembrava non scorrere invano, poi mi guardavo dentro e mi maledicevo per il mio comportamento.

Detestavo questi periodi,  avevo come la sensazione di star vivendo per metà, di star perdendo tutti quei momenti che avrebbero potuto lasciarmi dentro qualcosa.

Non li capivo, i miei amici, costantemente pieni di energie, di emozioni.

Li invidiavo e mi chiedevo se anche loro ad un certo punto smettessero di provare. Se anche loro di tanto in tanto combattessero i miei stessi mostri, perché odiavo sentirmi tremendamente sola e incompresa.

-

"Buongiorno" disse Theo, prendendo posto al mio fianco a lezione di incantesimi. Lo osservai acida mentre sì sfilava la bacchetta dalla toga.

"Si vede che non scopi più" disse, abbassandosi di colpo quando la mia mano sì alzò nella sua direzione. "Taci" sbuffai, tornando a fissare il vuoto.

Theo fece spallucce, incominciando ad esercitarsi su alcuni incantesimi che stavamo studiando in quel periodo.

Il tempo passò, la classe si riempi e il professor Filtwick fece il suo ingresso posizionandosi sulla sua solita pila di libri.

Draco sì sedette davanti a noi con Goyle (un ragazzo del nostro stesso anno, del quale ho sempre pensato avesse un criceto al posto del cervello) e non passarono nemmeno due secondi che ruotò il busto, chiamando Theo in un sussurro.

Emma//Fred WeasleyNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ