14. Incoraggiando Andie

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Era un anello dorato, con un diamante blu cobalto incastonato nel centro

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Era un anello dorato, con un diamante blu cobalto incastonato nel centro.

Era l'anello del sogno di Juliet. Quello che portava l'anziana signora che aveva, in qualche modo, predetto il suo rovinoso futuro. Continuava a fissarlo, mentre Gina le legava i lacci del corsetto e le faceva indossare l'abito lilla per il matrimonio di Andie.

«Incantevole, l'anello» disse Gina.

«Come?»

«È tutto il giorno che lo guardate... non pensate che sia bello?»

«Oh, sì, sicuramente, bellissimo, molto bello.»

Juliet era distratta, non poteva negarlo. Iniziava quasi ad avere timore di cosa sarebbe successo poi, cosa avrebbe scoperto. Lentamente si avvicinava il matrimonio tra lei e Jonathan. Avrebbe vinto la sfida. Doveva vincerla. Sarebbe riuscita a scoprire tutto ciò le serviva sapere sul suo futuro marito, prima di sposarsi.

Il flusso di pensieri si bloccò insieme al respiro.

«Gina, il corsetto!»

«Troppo stretto?»

«Sì... Dio! Che bello poter tornare a respirare!»

La parte anteriore dell'abito l'allacciò da sola, non potendo smettere di guardare l'anello sul suo anulare sinistro. Le donava anche. Eliane lo aveva fatto stringere, per le dita sottili di Juliet, da un gioielliere fidato.

Bussarono alla porta.

«Juliet... scusatemi, siete pronta?»

Era Jonathan.

«Oh, sì! Solo un attimo, per cortesia.»

Gina le infilò gli orecchini, le passò l'ombrellino, e aprì la porta. Juliet osservò Jonathan, molto bello nel suo completo blu, entrare e tenderle il braccio destro.

«Siete un incanto, Juliet.»

Lei arrossì.

«Oh, ehm... io... grazie, ehm... anche voi.»

Si sentì piuttosto a disagio.

Jonathan e Juliet uscirono dalla villa dei Gellerson, e salirono in carrozza. Lei si slacciò il nastro che aveva sotto il mento, legato al cappello, e lo legò nuovamente, stringendolo di più.

Indossava un grazioso abito lilla, molto delicato. Aveva il collo alto, alla cui fine spuntava del merletto rosa. Il vestito era a pois, e la gonna molto ampia. Indossava dei guanti, rosa come il merletto.

Juliet si rese conto che, durante il breve viaggio, Jonathan l'aveva osservata spesso. Lei cercò di evitare il suo sguardo diverse volte, fissando fuori dal finestrino.

La chiesa in cui si sarebbe svolto il matrimonio era piccola e graziosa, molto semplice. Juliet e Jonathan vi entrarono a braccetto, percorrendo la navata. Il pavimento era a scacchi, marrone e rossiccio, e ad illuminare la chiesa era la luce del sole che filtrava da alcune finestre in alto. Il soffitto non aveva nulla di speciale, solo i lampadari appesi, le cui candele erano spente. A Juliet quella semplicità, a cui non era affatto abituata, dava un piacevole senso di intimità.

C'era un prete dietro l'altare, che avrebbe celebrato la messa, e davanti a lui c'era Stephan Hatwell, che aspettava Andie, impaziente. Jonathan si scusò con Juliet e si avvicinò a lui. Lei si accostò ad una panca, senza, però, sedersi. Vide Jack, il fidanzato di Lou, entrare dal portone centrale, e, quasi contemporaneamente, Juliet notò Louise mettere fuori la testa da una porta laterale.

Lei si guardò intorno, vide Juliet, e le fece cenno di raggiungerla. La giovane Lowe si mosse verso l'amica. Louise le aprì la porta e la fece entrare. Era una stanzetta davvero minuscola, con un paio di panche. Andie era in piedi e si torturava le mani, muovendosi avanti e indietro.

«Juliet, sei arrivata!»

Si avvicinò all'amica e l'abbracciò velocemente, per poi sedersi su una delle panche.

Indossava un abito azzurro, molto semplice, senza ghirigori o ricami di alcun tipo. Aveva solo un nastro bianco sotto il seno, che era legato dietro con un fiocco. I capelli neri li aveva lasciati sciolti.

«Stephan è arrivato?» chiese.

«Sì» disse Juliet.

«Bene.»

Un attimo di silenzio.

«Stai tranquilla» disse Louise, sedendosi accanto ad Andie, e cingendole le spalle con un braccio.

«Io sono tranquilla.»

«No, non lo sei, non è vero.»

«Ma sì, dai, è un matrimonio, solo una cerimonia, perché dovrei essere... nervosa?» fece Andie, con voce stranamente stridula, confermando la propria ansia.

Un matrimonio. Solo una cerimonia. Non era solo una cerimonia. Era un'unione tra due persone. Un'unione per la vita, eterna: finché morte non ci separi.

Juliet si sedette alla destra di Andie.

«No, non è solo una cerimonia» disse.

Lei la fissò.

«È un impegno da prendere, un impegno per la vita. Un'unione che ti legherà al signor Hatwell per sempre, Andie!»

«Juliet,» esordì Louise, «credo che tu debba incoraggiare Andie, non fare il contrario.»

«Non ha importanza, se per incoraggiarla dico cose inesatte!» esclamò Juliet, per poi tornare a riferirsi ad Andie. «È una cosa davvero difficile da fare, da decidere. Non lo devi fare solo perché sei incinta e altrimenti sarai malvista da tutta la società, lo devi fare per la tua felicità, Andie. E se non sei felice, non farlo. Sei ancora in tempo per fermarti.»

Juliet non seppe se pronunciò le ultime due frasi per Andie o per se stessa.

L'amica la fissò negli occhi, poi si alzò.

«Va bene, sono pronta.»

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