15. I signori Hatwell

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Erano tutti seduti sulle panche, quando Andie uscì dalla porta laterale, pronta per percorrere la navata e arrivare all'altare, e gli ospiti si alzarono

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Erano tutti seduti sulle panche, quando Andie uscì dalla porta laterale, pronta per percorrere la navata e arrivare all'altare, e gli ospiti si alzarono.

Camminava lentamente, senza lasciar trasparire nei modi l'agitazione che aveva, sempre più crescente, Juliet lo sapeva. Le sembrava di vedere se stessa, meno di un mese e mezzo dopo, con il cuore che martellava nel petto, il passo sicuro a mascherare l'incertezza.

Quando Andie le passò accanto, Juliet sorrise. La sposa si fermò vicino allo sposo, davanti l'altare, e il prete fece cenno di sedersi.

«Oggi siamo qui riuniti per celebrare le nozze tra Adrianne Elise McGlee e Stephan Joshua Hatwell.»

~•~

Andie e il marito uscirono dalla chiesa a braccetto, e dietro di loro vi erano Louise, Jack, Juliet e Jonathan.

«Congratulazioni» disse Jack, stringendo la mano a Stephan Hatwell e chinando il capo davanti ad Andie.

Jonathan fece lo stesso, mentre Juliet e Louise abbracciarono Andie, e chinarono la testa di fronte al signor Hatwell.

«Adesso sei la signora Hatwell» disse Juliet.

«Già, niente più signorina McGlee» disse Louise.

Andie alzò le spalle.

«Mi piace essere la signora Hatwell.»

Stephan Hatwell le strinse la mano, sorridendole. Juliet non aveva mai visto un uomo più innamorato di quello. Il suo sguardo lasciava trasparire tutta l'attenzione che rivolgeva verso la nuova moglie, l'amore, l'affetto, così come la cura e la protezione.

Andie era in buone mani. E Juliet scoppiò a piangere. Non seppe bene quale fu la goccia che fece traboccare il vaso ormai troppo colmo, forse era solo un insieme di troppe cose. Il futuro che l'aspettava, il matrimonio di Andie, il fidanzamento di Louise. Troppe cose. Troppe cose che la fecero emozionare. Stava cambiando tutto, ogni cosa non sarebbe più stata com'era una volta.

Mentre Andie e Louise l'abbracciavano, Juliet sentì la mano di Jonathan sulla sua spalla. Lo guardò per un attimo, e sorrise tra le lacrime. Lui incurvò le labbra. Juliet non lo aveva mai visto sorridere in quel modo. Sentì il cuore batterle forte nel petto, e distolse lo sguardo dagli occhi di ghiaccio di lui.

«Va bene, ragazze, grazie, adesso... i regali di nozze!» esclamò Juliet, asciugandosi le lacrime con il guanto.

Louise le sorrise.

«Vado a prenderli» disse Juliet, facendo un lieve inchino e muovendosi verso la carrozza.

Si fece aprire lo sportello dal cocchiere, poi entrò. Afferrò uno scrigno che era posto sul sedile. Era in legno di castagno, con ghirigori argentati che suggerivano un'aria molto raffinata allo scrigno, e la serratura in argento.

Juliet fissò il sedile per un attimo, e inorridì: la chiave non c'era.

«Oh, Santo Cielo!» esclamò.

Posò nuovamente lo scrigno sul sedile. Poi sospirò e si alzò le gonne, fissando il pavimento. Sospirò di nuovo, mentre si abbassava e si metteva carponi, appoggiata sui gomiti e sulle ginocchia.

Si abbassò ancora di più, controllando sotto i sedili. Allungò una mano coperta dal guanto verso un angolo, afferrando una cosa che brillava, per poi accorgersi che si trattava solo di un bottone argentato.

Juliet sbuffò, gettandolo via. Fece una smorfia quando le capitò di afferrare un ammasso di laniccia, che rigettò nell'angolo in cui l'aveva trovato.

Si rialzò, sgrullando la gonna, e si voltò. Jonathan era davanti allo sportello aperto e la fissava con le sopracciglia inarcate.

«Oh» fece Juliet.

Sorrise, impacciata.

«Cosa stavate facendo?»

«Io... ehm... io... cercavo la chiave... cioè, potrei averla... persa» disse lei.

Jonathan sospirò.

«Non ci credo» disse, mentre apriva i bottoni della giacca.

«Non capisco» fece Juliet.

Lui le mostrò una tasca interna della giacca, dove infilò le dita, tirando fuori la piccola chiave argentata dello scrigno.

«Oh!» ripeté Juliet, ancora più imbarazzata. «Io... non ricordavo di averla data a voi.»

«Non ha importanza, adesso. Venite, vi stanno aspettando.»

Jonathan si spostò per farla passare. Juliet prese nuovamente lo scrigno, e fece per allungare una gamba fuori dalla carrozza, ma posizionò male il piede, e cadde in avanti.

Strinse lo scrigno tra le braccia, senza pensare minimamente di allungare le mani per parare la testa, e chiuse le palpebre, attendendo l'impatto con il terreno, che, però, non avvenne.

Juliet sentì delle braccia attorno alla propria vita, che la strinsero, salvandola dal rovinare sul terreno ghiaioso. Aprì gli occhi, allora, fissando il cielo, e rendendosi conto che quelle braccia erano di Jonathan.

Provò un imbarazzo immenso a causa della sua maldestria. Aveva un piede per terra, e l'altro appoggiato al gradino della carrozza.

Sentiva il respiro di Jonathan sul proprio collo, e i peli sulla nuca le si rizzarono. Il cuore correva nel suo petto, i secondi passarono. Aveva la testa appoggiata sul petto di lui, una mano sulla sua, l'altra a stringere lo scrigno. Le viscere si mossero fastidiosamente nello stomaco.

Poi Juliet si mise in piedi per bene, spostando le braccia di Jonathan dal corpo.

«Scusatemi» disse, mentre si allontanava, senza avere il coraggio di fissarlo negli occhi.

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If You Really Love MeOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz