Capitolo 13

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Dapprima Mary Lennox aveva avuto l'impressione che ogni giornata trascorresse del tutto identica alla precedente. Ogni mattina si svegliava nella sua camera tappezzata e trovava Martha che, inginocchiata davanti al caminetto, le attizzava il fuoco; ogni mattina faceva colazione in quella stanza in cui nulla suscitava il suo interesse; e dopo la colazione si metteva alla finestra a contemplare la sconfinata brughiera, che si estendeva in tutte le direzioni e sembrava si inerpicasse su fino al cielo. Dopo aver guardato per un po' si rendeva conto che, a meno di uscire, le sarebbe toccato restarsene in casa a non fare niente di niente, e cosí usciva. Non si rendeva conto che quella era la cosa migliore che potesse fare né che, mettendosi a camminare di buon passo o perfino correre lungo i sentieri e per il viale, metteva in moto il sangue intorpidito, e neppure sapeva quanto la rinvigorisse affrontare il vento che soffiava impetuoso giú dalla brughiera. Correva tanto per scaldarsi, e odiava il vento che le sbatteva in faccia e ruggiva e la respingeva come un gigante a lei invisibile
Ma quelle possenti ventate di rude aria fresca, spazzando l'erica, le riempivano i polmoni di qualcosa di benefico per ogni fibra del suo gracile corpo, le irroravano di un accenno di rosso le guance e le illuminavano quegli occhi smorti senza che lei se ne rendesse minimamente conto.
Fu cosí che trascorse delle giornate quasi del tutto all'aria aperta, una mattina si svegliò sapendo cosa significasse aver fame e, accomodatasi al tavolino della colazione, non lanció un'occhiata sprezzante al porridge né lo spinse via, bensí agguantó il cucchiaio e cominció a mangiare e continuó di buon appetito fino a che non ebbe svuotato la scodella.
"Non vi é dispiaciuto troppo questa mattina, vero?" osservó Martha.
"Ha un buon sapore, oggi" disse Mary, anche lei un po' stupita.
"È l'aria della brughiera, vi sta dando uno stomaco buono per il cibo" disse Martha. "Siete davvero fortunata ad avere da mangiare e anche fame. Nel nostro cottage ce n'é dodici che la pancia l'avrebbero anche, ma peró niente da metterci dentro. Continuate a giocare all'aperto ogni giorno e vedrete che metterete un po' di carne sulle ossa e non sarete piú tanto gialla".
"Ma io mica gioco" disse Mary. "Non ho mai niente con cui giocare".
"Niente con cui giocare!" esclamó Martha. "I nostri bambini giocano con pietre e bastoni. Corrono di qua e di lá e strillano e osservano ogni cosa".
Mary non strillava, le cose peró le osservava. Non aveva altro da fare. Si aggirava ore intere per i giardini e passeggiava lungo i sentieri nel parco. A volte cercava Ben Weatherstaff ma, nonostante lo avesse visto varie volte al lavoro, lui era troppo occupato per degnarla d'uno sguardo, oppure troppo accigliato. Una volta, mentre lei si avvicinava, lui prese la vanga e le voltò le spalle, come a farlo apposta.
C'era un luogo che visitava piú spesso di tutti gli altri. Era il lungo sentiero esterno ai giardini cinti da mura. Da entrambi i lati di questo sentiero c'erano aiuole spoglie, contro i muri cresceva folta l'edera. C'era un punto del muro dove le foglie verde scuro si erano arrampicate piú rigogliose che altrove. Quella parte aveva l'aria di essere rimasta trascurata a lungo. Il resto era stato potato conferendogli un'aria ordinata, mentre in quell'ultimo tratto del sentiero non avevano mai potato.
Pochi giorni dopo avere parlato con Ben, Mary si era fermata per considerare questo fatto e se ne era chiesta il motivo. Si era appena fermata e stava guardando in alto verso un lungo getto d'edera cullato dal vento, quando vide uno sprazzo scarlatto e udí un cinguettio vivace: ed ecco il pettirosso di Ben Weatherstaff che, posatosi in cima al muro, sporgeva il capino piegato da una parte per guardarla.
"Oh! Sei tu? Sei proprio tu?" E non le parve affatto strano di parlargli, quasi si sentisse sicura che lui la capiva e le avrebbe risposto.
E lui le rispose. Cinguettó e pigoló e saltelló lungo il muro, come a dirle ogni genere di cose. Mary ebbe pure la sensazione di capirlo. Era come se le stesse dicendo: "Buon mattino! Bello il vento, vero? E il sole, non é bello anche lui? Non é tutto bellissimo? Vieni, mettiamoci a cinguettare insieme, a saltellare e a pigolare. Dai! Vieni!"
Mary si mise a ridere, e mentre lui saltellava e svolazzava lungo il muro lei lo rincorreva. Quella povera Mary bruttina, rachitica, smunta, per un attimo sembró quasi graziosa.
"Mi piaci! Mi piaci tanto!" strillava sgambettando lungo il sentiero; e cinguettava e cercava di fischiettare, cosa quest'ultima di cui non era affatto capace. Ma il pettirosso aveva un'aria soddisfatissima, cinguettava e rispondeva ai sui fischi. Alla fine spiegó le ali e sfrecció in cima a un albero.
Questo ricordó a Mary la prima volta che l'aveva visto. Si stava cullando in cima un albero mentre lei era nel frutteto. Adesso lei era era dall'altra parte del frutteto, sul sentiero esterno al muro - molto piú in basso - e dentro c'era lo stesso albero.
'É nel giardino in cui non puó entrare nessuno' disse fra sé. 'Il giardino senza porta. Quanto mi piacerebbe vederlo!'
Corse su per il sentiero verso la porta verde da cui era entrata la prima mattina. Poi corse giú per il sentiero attraverso l'altra porta e poi nel frutteto, e quando si fermó e guardó in alto vide l'albero dall'altra parte del muro, con in cima il pettirosso che stava giusto terminando il suo canto e cominciava a lisciarsi le penne con il becco.
"Il giardino é questo" disse. "Ne sono sicura".
Camminó tutto intorno e guardó da vicino quel lato del muro del frutteto, per scoprire solo quanto aveva già scoperto prima - che non c'era porta. Poi riatraversó di corsa gli orti e da lí tornó nel sentiero fuori dal muro ricoperto d'edera, lo percorse fino alla fine e lo esaminó, ma la porta non c'era; andó poi all'altro capo, guardó di nuovo: la porta non c'era.
'Stranissimo' pensó. 'Ben Weatherstaff ha detto che non c'era la porta e la porta non c'é. Ma ce ne deve pur essere stata una dieci anni fa, se il signor Craven ne ha sepolto la chiave'.
Questo le diede talmente tanto da pensare che cominció a provare un grande interesse a e ad avere la sensazione che non le dispiaceva poi troppo di essere venuta a Misselthwaite Manor. In India si era sempre sentita troppo languida e accaldata per interessarsi piú di tanto ad alcunché. Il fatto era che il vento fresco della brughiera aveva cominciato a liberare dalle ragnatele il suo cervellino e a renderla un po' piú sveglia.

Il giardino segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora