41 La madre di Edward

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-Sei riuscito a parlare con Jason?- mi chiede Emily, non appena entra in casa.
-Sì, e non l'ha presa molto bene... mi è sembrato infastidito.- Le spiego giocherellando con le pagine del diario di Davide.
-Devi capire che a lui non piace Edward.- si siede accanto a me, mettendo la borsa ai suoi piedi.
Sospiro. -Se lo conoscesse meglio, si renderà conto che non è così male come pensa.-
Il viso di Emily si illumina come il sole. -Andry sei un genio!-
-Cioè?-
-Dobbiamo farli incontrare e so come fare.- si alza in piedi. -Che ne dici di una bella cena? Magari qui da noi. Potresti invitare Edward.-
Sul mio viso si accende un sorriso e le dico, -mi sembra un'ottima idea.- poi la mia mente "arriva" fino alla sera della festa. -Spero solo che non si prendano a pugni.-
-Stai tranquillo Andry. Se provano anche solo ad alzare le mani, li prendo per le orecchie e li sculaccio.-
Ci mettiamo a ridere.
-Quando?-
Porta le mani ai fianchi. -Facciamo la prossima domenica?-
-Perfetto...-

Il mio cellulare squilla e il cuore perde un battito. Finalmente posso sentire la bellissima voce di Edward dopo quasi un giorno.
-Ciao...- dico già senza fiato.
-Piccolo Andry... scusami se ieri non mi sono fatto sentire, ma ho dovuto lavorare.-
-Non preoccuparti. Quando il lavoro chiama...-
-Esatto. E tu? Che mi dici?-
-Che mi manchi...- mi sdraio sul letto. Una mano sul cuore che batte con frenesia.
-Anche tu mi manchi...- sospira. -Ehm... senti Lupetto domani verrò ad Arringhton. Che ne dici se ti faccio conoscere una persona?-
-Certo... chi sarebbe? Un tuo amico?- scherzo.
-No, mia madre...-
-Cosa?- scatto in piedi. -Ma non credo di esser pronto...-
-E perché no? Mio padre lo hai già conosciuto...- sta per mettersi a ridere.
-Pensavo di avere più tempo...- mi sale il panico.
-Tranquillo Lupetto, sarai perfetto, lei ti adorerà.-
-Sei un gran bugiardo...-
-Da quando.- lui la prende come uno scherzo, io invece no. -Domani pomeriggio aspettami a casa di mio padre. Ci penso io ad avvisarlo. Va bene Lupetto?-
Annuisco. -Sì, d'accordo...-
-Bravo... ci vediamo domani Andry.-
-Aspetta...-
-Dimmi.-
-Ti amo...- chiudo gli occhi e non so perché, ho davanti il viso di Jason. Non mi sono ancora ripreso dalla sua reazione.
-Anche io Piccolo mio.-

-Se ti fa conoscere sua madre vuol dire che è la situazione si fa seria.- Emily è agitata più di me. -Sono loro che detengono il potere e sono loro che dicono se un ragazzo, o ragazza, vada bene per i propri figli.-
-Mi stai mettendo ansia.-
Emily va al mio armadio e tira fuori tutti gli abiti comprati nelle boutique di Parigi. -Metti questi. Di certo sarà una donna ricca e snob. Conoscendo Edward e suo padre.- si blocca di colpo e mi squadra. Pensierosa. -Dobbiamo migliorare il tuo galateo.-
-Il mio cosa?-
Lei mi prende per un braccio, obbligandomi ad alzarmi.
-La tua postura è sbagliata, sei troppo gobbo...-
-Emily... calmati!- la guardo in faccia. -Non capisco perché sei così... euforica.-
-Scusa, ma queste cose mi mandano in subbuglio la mente.-
-Si vede...- rido.

Raggiungo la casa del signor Shuterland nel primo pomeriggio, il cancello principale è ancora chiuso, ma suono al citofono e una voce austera chiede: "chi è?"
-Andrea...- non faccio in tempo a dare spiegazioni che il cancello viene aperto.
Raggiungo la casa padronale e sulla soglia trovo il signor Shuterland vestito di bianco.
-Giovane Andrea...- mi viene incontro a braccia aperte e con il sorriso sulle labbra. -Bentornato... mio figlio Edward mi ha detto tutto su di te e... lui...- mi prende per un braccio.
-Davvero?-
-Sì, non ha tralasciato dettagli.-
"Che imbarazzo". Penso, e spero che Edward non gli abbia detto dei nostri incontri d'amore intimo.
-Vieni ragazzo. Fai come se fossi a casa tua...- Il signor Shuterland mi fa accomodare in soggiorno. -Bevi qualcosa?-
-No, la ringrazio...- mi accomodo sul divano.
Lui si siede di fianco a me. Ponendomi mille domande e io, con molta educazione, rispondo pacatamente.
Dall'esterno si sente l'arrivo di una macchina. Entrambi andiamo a controllare: si tratta di Edward.
Scende dall'auto in compagnia di una donna: alta, non eccessivamente magra, seno prosperoso, lunghi capelli biondi perfettamente pettinati e di un'eleganza che toglie il fiato. Osserva la dimora da sotto gli occhiali da sole, poi fa una smorfia.
Io e il signor Shuterland li raggiungiamo all'ingresso.
-Mia cara Vanessa...-
-Patrick...- Vanessa si toglie gli occhiali e lo osserva attentamente. -Vedo che sei invecchiato...-
-E tu ti sei gonfiata...- le guarda i seni.
-Patrick! Vedo che hai sempre voglia di scherzare.- gli da un rapido bacio sulla guancia.
-Edward...- suo padre lo abbraccia.
-Papà...- poi i suoi occhi incontrano i miei. -Andry...- mi mostra il suo miglior sorriso ed io non posso fare altro che arrossire.
-Edward... finalmente.- mi avvicino.
Lui mi circonda con le braccia. Poi si rivolge a sua madre. -Mamma... lui è Andrea...- mi indica.
Vanessa, dopo essersi data un'occhiata intorno, mi scruta e dice, -ma sei un sogno... e anche molto carino... complimenti Eddy...-
Stranito mi rivolgo a Edward. -Eddy?- sto per ridere.
Lui sussurra al mio orecchio: -se mi chiami così, potrei punirti...- e mi bacia sulla guancia.

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