CAPITOLO 12 - ROXANNE

6 1 2
                                    

Io e Theresa stiamo uscendo da scuola quando, involontariamente, ci troviamo ad ascoltare uno stralcio di conversazione.
- Visto che non ci hai ubbidito da domani nessuno ti rivolgerà la parola, farò in modo che l'intera scuola ti eviti come la peste e ti ritroverai completamente sola.
- Non spetta a voi decidere chi mi deve parlare o no. I nostri compagni non vi ascolteranno.
- Certo che lo faranno, non sono mica scemi come te.
Non volendo sentire altro usciamo dall’edificio dirette in via Garibaldi, a casa di Theresa.
Dopo mangiato saliamo in camera sua e ci mettiamo a chiacchierare sedute sul letto.
- Cosa pensi che abbia Annalisa? Si comporta in modo strano e non ne capisco la ragione. Poi non riesco a levarmi dalla testa la conversazione che abbiamo sentito prima di uscire da scuola.
- Inoltre se le chiediamo di uscire dice sempre di no.
- Già. Dev'esserci qualcosa che noi non sappiamo.
Guardo un attimo la mia amica con la sua chitarra acustica bianca appoggiata sulle ginocchia e mi viene un’idea.
- Theresa che ne dici se domani la invitiamo qui a casa tua? Così potremmo chiederle cosa succede e potresti insegnarle a suonare dato che le piace Ed Sheeran.
- Secondo te può funzionare?
- Certo perché no? Poi possiamo fare una passeggiata da qualche parte. Sono certa che passeremo un bel pomeriggio.

Il giorno dopo durante l’intervallo io e le mie amiche stiamo facendo merenda quando mi accorgo che Annalisa sta guardando in tutte le direzioni con il terrore negli occhi.
- Com'è andata la verifica di inglese ieri? – Le chiedo cercando di distrarla.
- Bene, ho preso 8.
- Ottimo lavoro. Senti io e Theresa ci chiedevamo se volessi passare il pomeriggio con noi. Possiamo conoscerci meglio e se vuoi ci fai ascoltare qualche canzone di Ed Sheeran.
- Io ho anche una chitarra e ti posso insegnare a suonare qualcosa se ti va.
- Va bene, ci sto.
- Okay allora dopo la scuola vieni a casa con noi.
Alla fine della mattinata prendiamo le nostre cose e andiamo da Theresa.
Quello che mi lascia perplessa è che nessuno rivolge la parola ad Annalisa.
Non che di solito i nostri compagni parlino molto con lei però non l’hanno nemmeno salutata e la cosa mi da fastidio.
La guardo per vedere la sua reazione ma sembra totalmente indifferente.

Dopo pranzo andiamo nella stanza che Theresa usa per cantare e suonare.
Spero che così facendo Annalisa si senta libera di confidarsi con noi su quello che le sta succedendo ultimamente.

Infatti resta incantata a guardare la chitarra di Theresa come se non ne avesse mai vista una in vita sua.
- Ti piace? – Le chiede la mia amica.
- Moltissimo. Posso prenderla?
- Certo.
Io intanto ho recuperato tre sedie e le ho disposte in cerchio.
- La sai suonare? – Chiede Annalisa dopo che Theresa le ha appoggiato la chitarra sulle gambe.
- Sì. Se vuoi posso insegnarti qualcosa.
- Sarebbe fantastico.
- Sono certa che sarai bravissima. Anche perché alle medie ho provato ad insegnarlo a Roxanne ma non è andata come speravo.
- Devo ammettere che ero proprio una frana, oppure eri tu che spiegavi male.  – Scoppio a ridere e con la coda dell’occhio vedo che Annalisa accenna un sorriso.
Vedendola più rilassata decido che è il momento di farle vuotare il sacco.
- Volevo chiederti una cosa. Come mai oggi nessuno ti ha salutata quando siamo uscite da scuola?
- È complicato da spiegare. – All’improvviso è ridiventata seria e mi guarda con gli occhi spalancati, come se avesse paura di qualcosa.
Fa un respiro profondo e inizia a raccontare tutto quello che le è successo in questi mesi.
- Comunque ho un domanda: ieri uscendo da scuola io e Theresa abbiamo sentito una conversazione strana. Tu ne sai qualcosa? – Le chiedo quando ha finito.
- Erano Eleonora e Sabrina che, mentre stavo preparando le mie cose per andare a casa, mi hanno trascinata nel bagno delle ragazze e mi hanno detto che siccome mi sono rifiutata di farle copiare nella verifica di inglese avrebbero detto a tutti i nostri compagni di evitarmi e che mi sarei ritrovata completamente sola. E come se non bastasse due settimane fa Eleonora mi ha fatto sparire i compiti di storia e la prof non mi ha creduto.
Improvvisamente Annalisa inizia a singhiozzare forte e con la mano destra tiene ben saldo il manico della chitarra che ha ancora sulle gambe.
Io trovo un pacchetto di fazzoletti mentre Theresa le prende lo strumento per rimetterlo al suo posto.
- Che ne dici se andiamo a fare un giro così ti distrai? – Le propongo dopo che si è asciugata gli occhi.
- Va bene.
Andiamo a recuperare le giacche e usciamo di casa.
Alla fine decidiamo di andare alla Torteria 40, una caffetteria situata in via Giuseppe Mazzini, per prendere una cioccolata calda.

- E comunque Annalisa non ti devi preoccupare, anch’io da piccola ho avuto un’amica immaginaria. Le parlavo come fai tu con Allie. Poi ho conosciuto Theresa e non ho più avuto bisogno di lei. – La rassicuro. Nel frattempo sono arrivate le nostre cioccolate.
- Oppure semplicemente il fatto che tu ne abbia una fa parte delle cose che ti rendono unica ma non ne sei ancora consapevole. – Le spiega la mia amica.
- Grazie. Sinceramente pensavo che mi avreste considerata strana come tutti gli altri, la maggior parte della gente sei hai qualcosa di diverso ti guarda male.
- Se ti riferisci ai nostri compagni il mio consiglio è di ignorarli. Con individui del genere non c’è modo di ragionare. – Continua Theresa.
- Il fatto è che i bigliettini che mi lascia Eleonora non sono niente paragonati al fatto che mi ha messo contro tutta la scuola.
- Domani andiamo in classe e vediamo che atmosfera c’è. Ma tu stai sempre con noi e soprattutto non darle corda. 
Dato che si sta facendo buio io e Theresa decidiamo di accompagnare Annalisa a casa.
A un certo punto vedo delle ragazze venire verso di noi.
Appena aprono bocca capisco di chi si tratta.
- Ma guardate chi c’è. Hai contagiato anche loro Annalisa?
E voi chi sareste? – Ci chiedono. 
- Due sue compagne di classe. Ci ha raccontato tutto. – Rispondo senza nascondere il mio disappunto.
- Lo sapete che parla con un fantasma? È una cosa ridicola.
- A noi piace così com'è, ma dubito che voi ignoranti possiate comprendere il concetto di amicizia. – Aggiunge Theresa, con le treccine scure che le ballano ai lati del viso per il nervoso.
- Annalisa hai perso la lingua o sei troppo impegnata a parlare con i fantasmi? – Le chiedono in tono di derisione.
- No, ci riesco eccome. – Risponde la nostra amica che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
- Se vi state chiedendo perché ho cancellato il nostro gruppo WhatsApp e anche i vostri contatti ve lo spiego subito: non mi sono mai sentita parte del gruppo e ad ogni pigiama party non facevate che parlare dei ragazzi con cui uscivate. Io mi sentivo esclusa perché ero concentrata sulla scuola. Come vi ho scritto nel messaggio, ho bisogno di voltare pagina perché siete delle persone diverse da quelle che pensavo di conoscere. Forse non ci avete mai tenuto a me, vi facevo comodo per spettegolare o per farvi copiare gli appunti.
- Fai pure. E mi raccomando voi due, tenetela d’occhio non vorrei che vi faccia diventare matte e iniziate ad avere le allucinazioni.
- Andatevene subito prima che dica qualcosa di cui potrei pentirmi. – Dice Theresa lanciando loro un’occhiataccia.
Le ragazze se ne vanno intimorite dallo sguardo della mia amica.
Dopodiché riprendiamo a camminare verso casa di Annalisa commentando l’accaduto.
- Siamo veramente orgogliose di te. Hai saputo tenere testa a quelle tre idiote e scommetto che saranno andate a casa con la coda tra le gambe.
- Anche voi siete state brave. Grazie per aver preso le mie difese.
- Ci mancherebbe tesoro. Ci vediamo domani a scuola. Ciao Annalisa.
La salutiamo con un abbraccio prima di vederla sparire dentro il portone e tornare alle nostre rispettive abitazioni.  

Buona serata a tutti!
Cosa ne pensate dell'incontro tra Roxanne, Theresa e le ex amiche di Annalisa?
Fatemelo sapere nei commenti.



E poi sei arrivata tu! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora